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“Poesie-preghiere”, presentato al convento il libro di Maria Pia Risa

Al convento “San Francesco”, appuntamento con la rassegna letteraria “Stilografiche di primavera”

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Un pubblico numeroso e attento ha seguito, venerdì scorso nella chiesa del convento di San Francesco a Biancavilla, la presentazione dell’antologia di poesie-preghiere curata da Maria Pia Risa, operatrice della formazione e giornalista. Era il secondo appuntamento della rassegna letteraria “Stilografiche di primavera”, organizzata nell’ambito della “Settimana del libro” dall’associazione “Don Luigi Sturzo” di Biancavilla.

L’incontro è stato impreziosito dal maestro Gesuele Sciacca – medico e compositore che musica le poesie – e dalla sua band, i quali hanno suonato, declamato e cantato sette delle poesie contenute nella raccolta.

Una serata sobria e intensa, introdotta, in omaggio alla comunità ospitante, dall’esecuzione del “Cantico di Frate Sole” che apre la raccolta. A dare i saluti iniziali sono stati frate Antonio Vitanza, guardiano del convento, e Ada Vasta, presidente dell’associazione “Sturzo”.

Il primo ha ricordato come il contenuto dell’antologia ben si sposi con lo spirito francescano e come questo porti al piacere-dovere dell’ospitalità. La seconda che l’opera, perfettamente inquadrata nella rassegna in corso, contribuisce alla crescita culturale della comunità locale anche stimolando il piacere della lettura.

Il giornalista Giuseppe Vecchio, direttore della testata cattolica “La Voce dell’Jonio” di Acireale, con la quale collabora la curatrice dell’antologia, ha sottolineato l’importanza dell’opera, realizzata grazie al contributo di un gruppo di operatori culturali tutti siciliani.

Da don Santino Spartà, che ha ispirato e guidato la Risa e ha scritto l’introduzione in cui spiega l’originalità della poesia-preghiera, al prof. Nino Blandini, giornalista e saggista, curatore della dotta prefazione che lega perfettamente tutti gli autori. E ancora, l’editore Santo Bella, che ha coraggiosamente creduto nell’opera, e il maestro Gesuele Sciacca con la sua band, composta in questa occasione da Franco Pulvirenti alla fisarmonica e dalle voci di Daniela Greco, Sebastiana Cannata, Isidora Sciacca e Angelo Ardizzone.

Maria Pia Risa ha illustrato al pubblico presente il suo lavoro, dal colloquio con don Spartà alla ricerca, effettuata soprattutto nella Biblioteca Apostolica Vaticana; ha parlato della “scoperta” di autori di poesie-preghiere come Leopardi, D’Annunzio e Montale, conosciuti dai più come laici ben lontani dalla religiosità, e quindi anche di poeti che, pur non credenti praticanti, dimostrano un atteggiamento di confidenza con il “loro” Dio.

La curatrice ha ricordato che l’opera consta di 209 poesie-preghiere di 58 autori diversi, scritte dal Duecento ai nostri giorni. Ha anche sfatato la diceria diffusa secondo cui la frequentazione della Biblioteca Vaticana sia riservata soltanto a religiosi, se non addirittura a sacerdoti. “In effetti – ha spiegato – per frequentare la biblioteca bisogna dimostrare di entrare per motivi di studio e/o di ricerca. Io ha incontrato quasi esclusivamente laici”. E ha rivelato come sia rimasta spiritualmente colpita dal lavoro di ricerca svolto.

La presentazione di “Poesie-preghiere da San Francesco a oggi” è stata arricchita dagli interventi liberi di due biancavillesi, Giosuè Rubino, musicologo, e Annarita Nicolosi, ricercatrice e componente dell’associazione “Sturzo”, oltre che dagli intermezzi poetico-musical-canori di Gesuele Sciacca e la sua band, che hanno chiuso la serata con la riproposizione, richiesta ed applaudita, del “Cantico di Frate Sole”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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1 Commento

1 Commento

  1. AdaVasta

    7 Maggio 2016 at 12:01

    Un grosso ringraziamento è doveroso nei confronti di chi ha organizzato l’evento insieme all’ Associazione Sturzo di Biancavilla. Grazie a Fra Antonio Vitanza e ai frati minori del Convento San Francesco di Biancavilla, alla Ministra Angela Saccone, alla Presidente della Gifra e a tutti i ragazzi.

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Cultura

Cinque “letture antifasciste”: storia e memorie della Biancavilla democratica

Libri pubblicati dalla nostra casa editrice “Nero su Bianco” che ogni biancavillese deve conoscere

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Il palazzo Portale in epoca fascista © Nero su Bianco Edizioni

Settantanovesimo anniversario della liberazione d’Italia dall’occupazione nazista e dal regime fascista, giorno fondamentale per la storia del nostro Paese e simbolo della lotta partigiana e dell’esercito regolare, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943.

Il 25 aprile 1945 il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia proclamò, infatti, l’insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti, con l’ordine impartito a tutte le forze partigiane del nord Italia di attaccare i presidi fascisti e tedeschi.

Una memoria che appartiene ad ogni comune italiano perché ogni comunità ha vissuto fatti che riguardano il Ventennio e la tragedia della guerra. Una memoria, la propria, che Biancavilla sconosce o poco ha coltivato. Per questo, per colmare tale vuoto, Nero su Bianco, editore del nostro quotidiano online, ha promosso la pubblicazione di diversi volumi. Letture che in occasione di una tale ricorrenza tornano utili perché raccontano gli anni precedenti o successivi a quella data simbolo nel nostro comprensorio e alcuni dei fatti più importanti che hanno segnato le vite dei nostri concittadini.

Quella prima sommossa antifascista

Un volume fondamentale, scritto da Alfio Grasso, è “Biancavilla contro il Duce. 23 dicembre 1923, la prima sommossa popolare antifascista”. Un libro che racconta, analizzando il contesto politico e sociale in cui maturò, la rivolta dei biancavillesi a seguito dell’introduzione della “tassa sulla paglia”. Un’imposizione del commissario prefettizio che colpiva tutta la popolazione. Imponenti manifestazioni di piazza, l’assalto alla “Casa del Fascio” e alla caserma delle guardie municipali, incendi nei casotti del dazio, la rabbia contro il “Casino dei civili”, le minacce di dare fuoco al Municipio condussero le autorità dell’epoca, nonostante l’assedio di truppe di pubblica sicurezza, carabinieri e milizia fascista, a cedere alle richieste dei rivoltosi.

Ancora di Alfio Grasso è “Antonio Bruno, letterato e politico”. L’intellettuale-poeta biancavillese viene raccontato per la prima volta anche sotto il profilo politico. Ne viene fuori un sorprendente impegno pubblico (fu eletto al Consiglio Comunale con il massimo numero di preferenze), sempre a fianco al padre Alfio, l’ultimo sindaco di Biancavilla democraticamente eletto prima del fascismo e dell’era dei podestà.

La ricostruzione della democrazia

Del “dopo liberazione” nel nostro comprensorio ci racconta, invece, Carmelo Bonanno nel suo “Biancavilla e Adrano agli albori della democrazia. La ricostruzione dei partiti, le prime elezioni e i protagonisti politici dopo la caduta del fascismo”. Bonanno riscostruisce la storia locale dell’immediato dopoguerra, segnato da forti contrapposizioni sociali e politiche, tra occupazioni delle terre, “scioperi a rovescio” e battaglie all’ultimo voto tra Democrazia Cristiana e Partito Comunista.

Battaglie segnate anche dall’attivismo della Chiesa e della Camera del lavoro, delle cooperative agricole e dei latifondisti, senza tralasciare il ruolo politico di rilievo delle donne dell’epoca. Ci sono le “bizzoche” cattoliche fedeli allo Scudocrociato e le mogli dei capipopolo con bandiere rosse e falce e martello.

Bonanno racconta della ricostruzione dei partiti, dell’organizzazione di nuove e libere elezioni a suffragio universale e del reinsediamento di sindaci e consiglieri comunali, restituendoci l’immagine viva del clima di speranza in un futuro segnato da libertà e progresso che si respirava alla ripresa della vita democratica.

L’esempio di Gerardo Sangiorgio

Altri due volumi Nero su Bianco sono dedicati ad un illustre biancavillese che si oppose al fascismo, finendo nei campi di sterminio per due anni. Salvatore Borzì, nel suo “Internato n. 102883/IIA. La cattedra di dolore di Gerardo Sangiorgio”, racconta la storia dell’allora studente e poi insegnante biancavillese. Dopo l’8 settembre, si rifiutò di aderire alla Repubblica di Salò e fu perciò spedito nei lager nazisti. Tornato a casa dopo aver patito immani sofferenze, testimoniò col racconto della sua esperienza ai suoi alunni i valori umani e cristiani che lo avevano guidato nelle sue scelte di vita.

Sempre a cura di Borzì è “Una vita ancora più bella. La guerra, l’8 Settembre, i lager. Lettere e memorie 1941-1945”, volume che riporta lettere e riflessioni dello stesso Prof. Sangiorgio in cui si racconta della guerra, dell’8 settembre e della deportazione nei lager nazisti. Dalle lettere che Sangiorgio spedisce, soprattutto alla madre, emergono tutta l’umanità e il dolore di quella tragica esperienza ma anche la speranza data dalla sua fede religiosa incrollabile.

Cinque volumi che ogni biancavillese di cultura democratica deve leggere perché non può non conoscere la propria memoria e la formazione di quella coscienza civile legata ai valori della nostra Costituzione, nata dalla lotta partigiana e dalla cacciata dei fascisti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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