Chiesa
L’Arciconfraternita dei Bianchi tra impegno culturale e momenti religiosi
Conferenza sul pellegrinaggio nella storia e, a seguire, ingresso e vestizione di due nuovi confrati
L’ Arciconfraternita dei Bianchi ha organizzato nella chiesa del Purgatorio di Biancavilla due momenti religiosi caratterizzati sotto l’aspetto culturale e confraternale.
“Il pellegrinaggio nella storia tra penitenza e speranza”. È il tema della conferenza tenuta dalla prof.ssa Flavia Ferreto, docente di Storia della Chiesa alla Facoltà Teologica “San Paolo” di Catania, prendendo spunto dell’anno giubilare.
Il successivo momento confraternale è stato incentrato sull’ammissione e la solenne cerimonia di vestizione di due nuovi confrati: Pasquale Pepe e Gaetano Allegra. L’assistente ecclesiastico della confraternita, don Pino Salerno, nella benedizione dei segni distintivi della congregazione, ha sottolineato i valori cristiani e la responsabilità dell’appartenenza ad una aggregazione religiosa.
Infine, è stato presentato il Consiglio degli Ufficiali guidato dal Governatore Agostino Sangiorgio e composto da Salvatore Zinna, Giuseppe Nicotra, Antonino Milone e Salvuccio Furnari.
Il Consiglio si avvarrà della collaborazione dei confrati Salvatore Uccellatore, Filippo Leocata, Claudio Tropea e Marcello Cantone. L’appuntamento per tutti è il Venerdì Santo per portare la Madonna Addolorata nelle processioni mattutina e in quella serale dei “Misteri”.
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Chiesa
Messa di mezzanotte, basilica di Biancavilla deserta alla vigilia di Natale
Pochi fedeli, tradizioni che muoiono: ecco l’immagine di una chiesa madre praticamente vuota
Cosa succede in chiesa madre? Abitudini che cambiano, tradizioni che muoiono. Ecco come si presentava la basilica pontificia “Maria Santissima dell’Elemosina” di Biancavilla in occasione della veglia di Natale. A mezzanotte una chiesa praticamente vuota.
Un’immagine diametralmente opposta a quella che avremmo visto fino a 10-15 anni fa, quando la basilica era affollatissima. Adesso si preferisce andare a messa prima di cena per poi restare a casa a scartare i regali o uscire fuori.
Questo scatto fotografico restituisce la perfetta plasticità del cambiamento dei tempi e delle abitudini dei fedeli cattolici, a cui aggiungere motivazioni specifiche che riguardano la basilica biancavillese.
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Chiesa
Il gesto del devoto anonimo: un mazzo di fiori nella chiesa di Sant’Orsola
Chi lo ha lasciato? Quale storia si nasconde dietro? C’è una speranza che quella porta si riapra…
Fu il cuore di molte celebrazioni in onore di Santa Lucia, ma da anni è chiusa ai fedeli. Costruita nel Seicento, la chiesa di Sant’Orsola è lontana dalle luci e dagli sfarzi di altre chiese. Ora, l’edificio sacro è inagibile, le porte sbarrate: conseguenze del tempo e dell’incuria. Ma in molti continuano a portarla nel cuore, custodendo il ricordo di quella devozione.
Così, davanti a quella porta corrosa e imbruttita dal passare degli anni, è apparso un mazzo di fiori bianchi e rossi. Un gesto silenzioso, ma eloquente. Chi lo ha lasciato? Quale storia si nasconde dietro quei fiori? Una preghiera per chi soffre? Un atto di gratitudine? Una grazia chiesta o ricevuta? Forse un semplice, ma sincero, omaggio alla Santa che ha accompagnato per secoli le speranze di tanti biancavillesi.
Magari non lo sapremo mai. Ma una cosa è certa: quel mazzo di fiori, sebbene anonimo, parla da solo. È il segno che, sebbene il tempo e le circostanze abbiano cambiato le forme della devozione, questa non è mai venuta meno. C’è una speranza che attende che quella porta si riapra, che la chiesa torni a vivere nella sua modestia e semplicità, pronta ad accogliere chiunque voglia tornare a pregare lì, o semplicemente a riflettere, o a incontrare quel pezzo di storia che essa rappresenta per la nostra comunità.
Per ora, quel mazzo di fiori resta, fragile e prezioso, come un piccolo segno di fede che non si lascia abbattere dalla chiusura dell’edificio, ma che continua a vivere nei cuori di chi, ancora, sente il bisogno di onorare Santa Lucia.
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