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Cronaca

Le ruspe si rimettono in moto: sei demolizioni in zona “Vigne”

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La demolizione della casa di via Cellini a Biancavilla nell’ottobre del 2014

di Vittorio Fiorenza

Nuovi ordini di demolizione di immobili abusivi, su sentenze passate in giudicato, da parte della Procura di Catania in territorio etneo. Si comincia domani (lunedì 14 marzo) da Biancavilla (con la presenza di uno spiegamento di forze dell’ordine, personale della Procura ed operai della ditta incaricata) e si proseguirà martedì e mercoledì in territorio di Adrano. I fascicoli sono sette.

Più precisamente, riferiscono fonti di Biancavilla Oggi, ci saranno tre abbattimenti (uno in contrada “Baronessa”, in zona “Vigne” di Biancavilla, previsto per domattina) ed altri due, sempre in zona “Vigne”, ma in territorio di Adrano, in programma nei prossimi giorni. Per altri tre casi (due a Biancavilla ed uno ad Adrano), i responsabili dell’abuso hanno già provveduto o provvederanno entro la settimana all’autodemolizione a proprie spese, dettaglio che consente loro di mantenere la proprietà del terreno. Per un altro caso, poi, è stato presentato in extremis ed accolto un ricorso: al momento la pratica è sospesa.

Si tratta di ordini relativi a costruzioni non adibite ad abitazione, ma a villeggiatura o, come nel caso di oggi in zona “Baronessa”, a casotto per deposito attrezzi.

L’ultima demolizione eseguita dalla Procura ad Adrano, in contrada Cannatella, risale a luglio. A Biancavilla, diverse sono state le autodemolizione, mentre rimangono vive le immagini della rivolta e dei disordini seguiti ai primi due immobili sbriciolati dalle ruspe in pieno centro abitato: la casa di via Cellini ed il garage di via Canada.

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Cronaca

Stranieri sfruttati sul lavoro: nei guai biancavillese a capo di una cooperativa

L’uomo, presidente del Consiglio di amministrazione, denunciato assieme ad altre due persone

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Un 32enne di Biancavilla, con precedenti penali, è fra i tre denunciati dal Nucleo Ispettorato del Lavoro di Catania nell’ambito di controlli contro lavoro irregolare e caporalato. L’uomo, presidente del consiglio di amministrazione di una cooperativa agricola, è ritenuto responsabile di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.

I controlli hanno portato alla luce un sistema illecito di reclutamento e impiego della manodopera. Le vittime sono due lavoratori stranieri in condizioni di forte vulnerabilità.

Oltre al biancavillese, sono sotto indagine un 38enne marocchino residente ad Adrano, incensurato, che agiva come caporale e intermediario per conto della stessa cooperativa, e un altro 38enne di Scordia, con precedenti, che di fatto collaborava con l’azienda.

Secondo quanto emerso dagli accertamenti, i lavoratori extracomunitari venivano impiegati in condizioni lavorative ritenute altamente degradanti. Evidenziati retribuzioni ben al di sotto di quanto previsto dal contratto collettivo nazionale, turni di lavoro eccessivi e ambienti privi delle minime misure di sicurezza.

L’indagato di origini marocchine è inoltre accusato di estorsione. Avrebbe minacciato uno dei due lavoratori di licenziamento se non gli avesse restituito parte della già esigua paga percepita.

A conclusione delle attività, i due lavoratori sono stati affidati a una struttura protetta, gestita da un’organizzazione internazionale per le migrazioni. Adesso potranno ricevere assistenza e protezione.

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Cronaca

Evade dai domiciliari per le sigarette alla moglie: «È un inferno se non fuma»

Singolare “giustificazione” di un 52enne residente a Biancavilla in giro con la bicicletta a Catania

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I carabinieri della stazione di Catania Playa hanno arrestato un pregiudicato 52enne, residente a Biancavilla ma domiciliato a Catania, nella zona di Ippocampo di Mare. L’uomo doveva trovarsi ai domiciliari per reati contro il patrimonio. Però, i militari lo hanno sorpreso mentre, in bici, percorreva via San Francesco La Rena. Ha tentato di passare inosservato con il volto coperto da cappuccio e sciarpa, ma è stato fermato e identificato.

Di fronte alla constatazione della violazione, il 52enne ha cercato di giustificare la sua presenza fuori casa con una spiegazione singolare. Ha sostenuto di essere uscito per acquistare le sigarette alla moglie, una “accanita fumatrice” che, in mancanza di nicotina, si sarebbe irritata al punto da trasformare la giornata in un “inferno domestico”.

Una giustificazione che non ha però evitato l’arresto, eseguito sulla base degli elementi raccolti e ora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria, che ha convalidato il provvedimento e disposto il ripristino della misura degli arresti domiciliari.

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