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Cronaca

Droga, furti, rapine e assalti ai tir Smantellati tre gruppi criminali

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Smantellata un’organizzazione criminale che operava tra Adrano e Biancavilla. Ognuno aveva un proprio compito: dal traffico di cocaina e marijuana alla commissione di furti, rapine, scippi. Nella posizione di vertice figura anche Vito Amoroso, personaggio noto del clan biancavillese.

 

Nuovo blitz della polizia tra Adrano e Biancavilla. L’operazione, denominata “Adernò”, ha portato a 26 persone arrestate (altre due, di Adrano, sono ancora irreperibili perché all’estero), ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro il patrimonio, rapine, sequestro di persona e furti, nonché reati in materia di armi.

Le investigazioni condotte dalla Squadra Mobile di Catania e dal Commissariato di Adrano hanno consentito di far luce su tre gruppi criminali: due specializzati in traffico di droga, uno in particolare di cocaina e l’altro di marijuana, il terzo in furti e rapine.

L’inchiesta rappresenta la prosecuzione delle indagini sfociate nell’operazione “Binario Morto”.

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Vito Amoroso

Tra gli arrestati, per il suo ruolo di primo piano, spicca il nome di Vito Amoroso, biancavillese, 48 anni, già sottoposto agli arresti domiciliari, già coinvolto negli anni ’90 nelle operazioni antimafia relative al clan Toscano, Mazzaglia, Tomasello alleato con i Santapaola-Ercolano. Amoroso era stato arrestato dalla Squadra Mobile il 2 agosto 2013 per detenzione illegale di armi clandestine, munizionamento, nonché possesso di documenti di identificazione falsi e ricettazione dei medesimi. Nella sua abitazione, all’epoca domiciliato a Catania, sono stati sequestrati armi, munizioni e documenti contraffatti, che erano stati occultati all’interno di una borsa termica.

Altro nome di rilievo in questa operazione è quello di Francesco Rosano, adranita, figlio del più noto Vincenzo (cl. 1968), detenuto, a capo dell’omonimo gruppo, tratto in arresto il 21 aprile dalla Squadra Mobile, in collaborazione con il Commissariato di polizia di Adrano, in quanto destinatario di ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso dalla Procura Generale della Repubblica di Catania, dovendo espiare la pena di 4 anni di reclusione per associazione per delinquere di stampo mafioso. Vincenzo Rosano era stato arrestato il 4 maggio 2009 nell’ambito dell’operazione “Terra Bruciata” nei confronti di appartenenti alla cosca Santangelo ed alla cosca Scalisi gravemente indiziati, avario titolo, dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, omicidio, estorsione ed in materia di armi.

Droga, furti e assalti: ognuno il proprio compito
La squadra mobile, nell’ambito di questa operazione ha effettuato degli arresti in flagranza di reato sequestrando anche, in due interventi, 6,3 chili di marijuana e 30 grammi di cocaina.

Le indagini hanno evidenziato che sul “mercato” di Adrano e nei comuni limitrofi veniva immessa droga e metadone, provenienti da Catania. In particolare, il gruppo capeggiato da Vito Amoroso e Antonino Zignale trafficava in cocaina mentre quello di cui facevano parte Salvatore Fallica, Giulio Nicotra, Angela Ventura e Giuseppe Mauro in marijuana.

Le indagini hanno permesso di identificare l’operatività anche di un’organizzazione dedita a rapine ad autotrasportatori, perpetrate a mano armata con il sequestro di persona, e a anziane donne alle quali venivano sottratte borse e collane. Le indagini hanno consentito di fare luce su sei rapine: tre a camionisti e tre scippi a pensionate.

VIDEO 1: il blitz e gli arresti

VIDEO 2: le intercettazioni

I nomi e le foto degli arrestati
AMOROSO Vito (cl. 1967), pregiudicato, già ai domiciliari per altra causa
BONACCORSO Maurizio (cl.1974), pregiudicato
BUA Emanuel (cl.1990), inteso “Billy”, già ai domiciliari per altra causa
BULLA Alfredo (cl. 1984), inteso “a zotta”, pregiudicato, sorvegliato speciale
CUTRUNEO Gioacchino (cl. 1982), pregiudicato
DI STEFANO Sebastiano Mario (cl. 1989), pregiudicato
FALLICA Salvatore (cl. 1973), pregiudicato
LA MANNA Alessio (cl.1988), pregiudicato, già ai domiciliari per altra causa
LA MANNA Carmelo (cl.1986), pregiudicato
LA MANNA Davide (cl.1990), pregiudicato, sorvegliato speciale
LO CICERO Angelo (cl. 1975), inteso “riricato”, pregiudicato, già detenuto
LONGO Salvatore (cl.1976), pregiudicato, già detenuto per altra causa
MAURO Giuseppe (cl.1945)
MAZZAMUTO Salvatore (cl. 1983), pregiudicato
NICOTRA Giulio (cl. 1989), pregiudicato
PETRONIO Pierdario (cl. 1984), pregiudicato
PIGNATARO Giuseppe (cl. 1984), pregiudicato
PITERA’ Salvatore (cl. 1966), pregiudicato
RICCA Salvatore (cl.1986), inteso “passuluni”, pregiudicato, già detenuto
ROSANO Francesco (cl. 1990), inteso “Ciccio Pipituni”, pregiudicato
SANTANGELO Pietro (cl. 1976), inteso “Pietro 48”, pregiudicato, già ai domiciliari
SCUTO Andrea (cl. 1970), pregiudicato
TETTO Paolo (cl. 1968), pregiudicato, già detenuto per altra causa
VENTURA Alfio (cl.1986), inteso “u cinisi”, pregiudicato, già detenuto per altra causa
VENTURA Angela (cl.1982), per la quale sono stati disposti gli arresti domiciliari
ZIGNALE Antonino (cl.1987), inteso “u ruvettu”, pregiudicato

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Cronaca

Uno va in giro con il manganello, l’altro con il coltello: accade a Biancavilla

In distinti episodi, due giovani denunciati dai carabinieri dopo un controllo di routine e perquisizione

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I Carabinieri della Stazione di Biancavilla hanno denunciato un 31enne e un 19enne per “porto abusivo di armi od oggetti atti ad offendere”.

I militari hanno notato in via Vittorio Emanuele un giovane alla guida di una utilitaria, con l’autoradio ad alto volume. Dopo avergli intimato l’alt, identificato, il ragazzo ha mostrato insofferenza e fastidio. Il motivo è emerso al termine della perquisizione veicolare: sotto il sedile anteriore lato passeggero è stato trovato un manganello artigianale in legno della lunghezza di 50 centimetri. L’oggetto è stato sequestrato.

Un successivo controllo ha riguardato un uomo che stava attraversando la strada a piedi. Anche in questo caso, durante l’identificazione, i militari hanno notato un atteggiamento agitato e nervoso. Si trattava di un 31enne, trovato in possesso di un coltello a scatto lungo 16 centimetri, di cui 8 di lama, custodito in una tasca dei pantaloni. Anche l’arma è stata sottoposta a sequestro.

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Cronaca

Alla guida di una Panda urta una donna e scappa via: indagano i carabinieri

È accaduto nei pressi di piazza Idria: prognosi di 10 giorni per la vittima, che per poco non è stata arrotata

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Urtata da un’auto, fatta cadere a terra e neanche soccorsa da chi aveva provocato l’incidente. È accaduto nei pressi di piazza Idria, a Biancavilla. Una donna stava attraversando la strada, in via Vittorio Emanuele, quando da via Scutari è sopraggiunta una Fiat Panda guidata da una ragazza. L’auto – secondo quanto apprende Biancavilla Oggi – ha urtato la signora, salendole sul piede e facendola cadere: la sua testa è finita a pochi centimetri dalla ruota anteriore. Solo per un caso non si è verificata una tragedia.

La vittima, impaurita ma cosciente, si è rialzata lentamente e, aprendo lo sportello dell’auto, ha provato a chiedere spiegazioni: «Non mi hai vista? Stavo attraversando…». Rimasta immobile per qualche secondo, la conducente ha richiuso lo sportello in faccia alla donna ed è ripartita a tutta velocità, senza pronunciare alcuna parola.

Chi ha assistito alla scena, si è precipitato ad aiutare. Una parrocchiana dell’Idria è riuscita ad annotare parte della targa del veicolo. Chiamati i carabinieri, sono intervenuti subito sul posto. La signora è stata accompagnata al pronto soccorso dell’ospedale “Maria Santissima Addolorata”. I medici hanno prestato le cure del caso per traumi giudicati guaribili in 10 giorni.

Formalizzata la denuncia nella caserma di via Benedetto Croce, i carabinieri hanno avviato le indagini per rintracciare la ragazza, che è fuggita via senza prestare soccorso. Forse è stata sopraffatta dal panico: un comportamento, comunque, ingiustificabile. Presentarsi spontaneamente in caserma potrebbe alleggerire la sua posizione.

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