Connettiti con

Cultura

San Placido, tra storia e tradizione nel libro di Filadelfio Grasso

Pubblicato

il

“San Placido a Biancavilla: la vita, il culto, la tradizione”. È il titolo del libro di Filadelfio Grasso pubblicato in questi giorni dalla basilica “Maria Santissima dell’Elemosina”, in occasione del 1500 anni dalla nascita del patrono del centro etneo. Una raccolta di notizie, documenti e foto. Pubblichiamo qui in anteprima la presentazione dell’autore.

Il 5 ottobre di ogni anno, sotto un sole ancora caldo che ritarda l’inizio dell’autunno, ai piedi dell’Etna, i colpi a salve dei cannoni e il lancio delle strisce colorate accolgono nella piazza principale di Biancavilla l’immagine di san Placido. Il sorriso dei cuori e l’applauso di un popolo, il suono festoso delle campane e della banda cittadina, “abbracciano” il santo patrono che si appresta a compiere il tradizionale “giro de’ santi”.

La sua immagine benedicente è stata in ogni epoca auspicio di pace, di prosperità, di salute per tutta la città, divenendo simbolo dell’identità religiosa di tutta la comunità che venera questo santo fin dal 1602.

Volendo cercare tra le fonti e i documenti, si scopre che il santo rappresentato in quella statua lignea ha vissuto più di millecinquecento anni fa una vita coraggiosa, schietta, con dei principi e degli ideali che sono stati scopo fermo e deciso dell’esistenza stessa.

Placido è stato un uomo che ha saputo dire “SI” a Cristo, in un epoca in cui il sopruso, la violenza e le ingiustizie regnavano indiscusse nella nostra Penisola, e, coerentemente con questa sua scelta, ha vissuto fino alla fine, rendendo testimonianza fino all’atto eroico del martirio.

San Placido, ieri come oggi, diventa modello per ogni cristiano, indicando a ciascuno la vera via della santità, vissuta giorno per giorno, anche nella quotidianità dei gesti e delle opere.

In questo anno che ricorda i 1500 anni dalla nascita di san Placido, si è sentito forte il desiderio di “ricercare” per riscoprire la figura di questo amato Santo che la Chiesa universale invoca come Martire e Confessore. Tale impegno si è concretizzato in questa pubblicazione che vuole essere una raccolta antologica di fonti e notizie sul patrono della nostra città.

Essa è corredata da diverse foto, da contributi provenienti dalle città di Messina e di Castel di Lucio, e da un’appendice documentaria che riporta una nota del canonico Benedetto Viaggio della fine dell’Ottocento e un articolo che tratta proprio del santo patrono apparso sulle pagine di Callicari, primo storico giornale parrocchiale distribuito negli anni Ottanta del secolo scorso. Una parte di notevole importanza è dedicata al Rito della Messa e dalla Liturgia delle Ore di san Placido, tratte dal Comune dei Martiri e dei Confessori per esprimere il massimo rendimento di culto a Dio nel giorno della festa dedicata al Santo.

Un vivo ringraziamento va al prevosto e parroco della Chiesa Madre di Biancavilla, don Agrippino Salerno, che con amorevole cura ha seguito tutto il lavoro, offrendo generosamente il suo valido aiuto, al Circolo san Placido e a tutti coloro che hanno collaborato a diverso titolo alla ricerca e alla realizzazione di questo volume, ultimo contributo di una fede che dura da oltre quattrocento anni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pubblicità
Fai clic per commentare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Cultura

1° Maggio a Biancavilla, l’occupazione delle terre e quelle lotte per i diritti

Il ruolo della Sinistra e del sindacato: memorie storiche da custodire con grandissima cura

Pubblicato

il

Anche Biancavilla vanta una ricca memoria storica sul 1 maggio. Nel nostro comprensorio non sono mancate, nel secolo scorso, iniziative e manifestazioni di lotta per i diritti dei lavoratori.

Spiccano su tutte l’occupazione delle terre e la riforma agraria di cui ci parla Carmelo Bonanno nel recente libro “Biancavilla e Adrano agli albori della democrazia. La ricostruzione dei partiti, le prime elezioni e i protagonisti politici dopo la caduta del fascismo”.

Il volume, edito da Nero su Bianco, raccoglie le testimonianze di alcuni dei protagonisti della vita politica e sindacale locale del Novecento, evidenziando le numerose iniziative volte a spazzare via i residui del sistema feudale di organizzazione delle terre e ad ottenere la loro redistribuzione.

Il mezzo principale per raggiungere tale obiettivo fu l’occupazione delle terre ad opera di un folto gruppo di contadini e braccianti. Tra questi, Giovanbattista e Giosuè Zappalà, Nino Salomone, Placido Gioco, Antonino Ferro, Alfio Grasso, Vincenzo Russo. A spalleggiarli anche diversi operai. Tra loro, Carmelo Barbagallo, Vincenzo Aiello, Domenico Torrisi, Salvatore Russo. Ma anche intellettuali come Francesco Portale, Nello Iannaci e Salvatore Nicotra.

Così, ad essere presi di mira furono anzitutto i terreni del Cavaliere Cultraro in contrada Pietralunga, nel 1948. Più di 400 persone li occuparono per cinque giorni e desistettero soltanto per l’arrivo della polizia, che sgomberò le proprietà.

A questa occupazione ne seguirono altre, tutte sostenute dai partiti della Sinistra dell’epoca (Pci e Psi in testa) e dalla Camera del Lavoro, e col supporto delle cooperative agricole di sinistra.

Le parole del “compagno” Zappalà

Significativa la testimonianza, riportata nel libro di Bonanno, del “compagno” Giosuè Zappalà: «Gli insediamenti furono vissuti con grande entusiasmo e costituirono per noi protagonisti dei veri e propri giorni di festa in cui potevamo manifestare la libertà che per tanti anni ci era stata negata. Le terre, i cui proprietari erano ricchi borghesi e aristocratici, spesso si trovavano in condizioni precarie, erano difficilmente produttive e necessitavano di grandi lavori di aratura, semina e manutenzione. Noi braccianti, perciò, con grande impegno e dedizione, spinti, oltre che dalla passione per il nostro lavoro, anche e soprattutto dalle condizioni di vita misere di quei tempi, ci occupammo, fin quando ci fu concesso, dell’opera di bonifica. Erano terre che di fatto costituivano per moltissimi l’unica fonte di reddito disponibile».

Tali iniziative, innestatesi nel corso del processo di riforma agraria che portò al superamento del sistema di governo delle terre sino ad allora vigente, condussero però a risultati contraddittori, poiché alcuni contadini ottennero terre produttive mentre altri terre scadenti. Ciò acuì il clima di invidia e inimicizia tra i protagonisti di quelle lotte e condusse alla rottura definitiva della coesione e della solidarietà della categoria.

Ciò non toglie che queste iniziative e manifestazioni segnarono un passaggio molto importante nella storia politica, socio-economica e sindacale locale e posero le basi per la “conquista” del palazzo municipale nel 1956 con l’elezione di Peppino Pace, primo sindaco comunista di Biancavilla.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Continua a leggere
Pubblicità

DOSSIER MAFIA

I più letti