Cronaca
Da Biancavilla a Brolo con… violenza: giudizio immediato per un giovane
Serie di aggressioni sul lungomare del comune messinese: ragazzi marocchini sott’accusa

Decreto di giudizio immediato per un giovane marocchino residente a Biancavilla, ritenuto coinvolto nella serie di aggressioni compiute, assieme ad altri connazionali, sul lungomare di Brolo. I fatti si sono verificati a fine luglio. Il ragazzo, assistito dall’avv. Giuseppe Milazzo, si trova agli arresti domiciliari.
Con lui vanno al giudizio immediato, disposto dal Gip del Tribunale di Patti, Ugo Domenico Molina, su richiesta del pm Andrea Apollonio, altri due fratelli marocchini, residenti a Capo d’Orlando. Devono rispondere di tentate lesioni gravi in concorso. Stralciata la posizione di una quarto giovane, sempre originario del Marocco, per il quale si procederà in separata sede.
Dalle indagini, eseguite dai carabinieri di Brolo e dai poliziotti di Capo d’Orlando, era emerso che le aggressioni erano scaturite da un semplice invito ad uno dei giovani marocchini, a cui era stato semplicemente chiesto di rispettare la fila per il bagno all’interno di un locale, visto che con prepotenza aveva tentato di evitarla.
Ne è conseguita una prima violenta discussione, anche attraverso l’uso di bicchieri e bottiglie, per colpire ancora più violentemente i malcapitati al viso e alla testa. Atti poi proseguiti all’esterno del locale, nei confronti di altre persone intervenute a difesa della prima vittima. Danneggiate alcuni veicoli parcheggiati.
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Cronaca
Stranieri sfruttati sul lavoro: nei guai biancavillese a capo di una cooperativa
L’uomo, presidente del Consiglio di amministrazione, denunciato assieme ad altre due persone

Un 32enne di Biancavilla, con precedenti penali, è fra i tre denunciati dal Nucleo Ispettorato del Lavoro di Catania nell’ambito di controlli contro lavoro irregolare e caporalato. L’uomo, presidente del consiglio di amministrazione di una cooperativa agricola, è ritenuto responsabile di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
I controlli hanno portato alla luce un sistema illecito di reclutamento e impiego della manodopera. Le vittime sono due lavoratori stranieri in condizioni di forte vulnerabilità.
Oltre al biancavillese, sono sotto indagine un 38enne marocchino residente ad Adrano, incensurato, che agiva come caporale e intermediario per conto della stessa cooperativa, e un altro 38enne di Scordia, con precedenti, che di fatto collaborava con l’azienda.
Secondo quanto emerso dagli accertamenti, i lavoratori extracomunitari venivano impiegati in condizioni lavorative ritenute altamente degradanti. Evidenziati retribuzioni ben al di sotto di quanto previsto dal contratto collettivo nazionale, turni di lavoro eccessivi e ambienti privi delle minime misure di sicurezza.
L’indagato di origini marocchine è inoltre accusato di estorsione. Avrebbe minacciato uno dei due lavoratori di licenziamento se non gli avesse restituito parte della già esigua paga percepita.
A conclusione delle attività, i due lavoratori sono stati affidati a una struttura protetta, gestita da un’organizzazione internazionale per le migrazioni. Adesso potranno ricevere assistenza e protezione.
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Cronaca
Evade dai domiciliari per le sigarette alla moglie: «È un inferno se non fuma»
Singolare “giustificazione” di un 52enne residente a Biancavilla in giro con la bicicletta a Catania

I carabinieri della stazione di Catania Playa hanno arrestato un pregiudicato 52enne, residente a Biancavilla ma domiciliato a Catania, nella zona di Ippocampo di Mare. L’uomo doveva trovarsi ai domiciliari per reati contro il patrimonio. Però, i militari lo hanno sorpreso mentre, in bici, percorreva via San Francesco La Rena. Ha tentato di passare inosservato con il volto coperto da cappuccio e sciarpa, ma è stato fermato e identificato.
Di fronte alla constatazione della violazione, il 52enne ha cercato di giustificare la sua presenza fuori casa con una spiegazione singolare. Ha sostenuto di essere uscito per acquistare le sigarette alla moglie, una “accanita fumatrice” che, in mancanza di nicotina, si sarebbe irritata al punto da trasformare la giornata in un “inferno domestico”.
Una giustificazione che non ha però evitato l’arresto, eseguito sulla base degli elementi raccolti e ora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria, che ha convalidato il provvedimento e disposto il ripristino della misura degli arresti domiciliari.
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