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Anestesista dell’ospedale di Biancavilla “prestato” alla struttura di Bronte

Disposizione d’urgenza: la turnazione è garantita fino al 30 aprile, possibile proroga fino al 30 maggio

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Il direttore del Dipartimento per l’Emergenza dell’Asp di Catania, dr. Pietro Ciadamidaro, ha disposto, d’urgenza, il momentaneo trasferimento di un anestesista dall’Ospedale di Biancavilla a quello di Bronte.

Garantiti, all’Ospedale “Barone-Prestianni”, tutti i servizi di assistenza anestesiologica per l’attività operatoria nel turno diurno, per il punto nascita e per le urgenze intraospedaliere 24 ore su 24.

«In atto, presso l’Ospedale di Bronte – spiega il dr. Ciadamidaro -, è presente la guardia attiva anestesiologica, garantita con due dirigenti medici anestesisti nel turno antimeridiano, due nel turno pomeridiano e uno nel turno notturno, la domenica e i festivi con la presenza, in guardia attiva, 24 ore al giorno, di un medico e, inoltre, di un dirigente in pronta disponibilità notturna».

La suddetta turnazione è garantita fino al 30 aprile, con possibilità di proroga fino al 30 maggio, sia dagli anestesisti in servizio nel Presidio, sia da anestesisti provenienti da altri Presidi Ospedalieri in attività aggiuntiva, nonostante la grave carenza di dirigenti medici anestesisti in tutti gli Ospedali del territorio, carenza che si protrae da diverso tempo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Installazione antenna 5G, le suore salesiane: «Noi non c’entriamo niente»

Intervento delle Figlie di Maria Ausiliatrice a proposito dell’impianto sull’edificio in cui sono ospitate

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«Come Figlie di Maria Ausiliatrice esprimiamo comprensione per le preoccupazioni espresse. Siamo fiduciose che chi ha responsabilità e competenza prenda decisioni rispettose della sicurezza e della salute dei cittadini».

Lo scrivono in una nota stampa le Figlie di Maria Ausiliatrice di Biancavilla, a proposito della installazione di un’antenna 5G sull’edificio di via Mongibello in cui sono da sempre ospitate.

Sulla vicenda gli abitanti della zona hanno manifestato il loro dissenso e il Comune aveva presentato un ricorso contro l’installazione, bocciato dal Tar.

C’è chi ha chiamato in causa le suore salesiane, a sproposito. Ed ora arrivano le loro puntualizzazioni.

«La notizia dell’installazione delle antenne 5G – scrivono – ha destato ansia e preoccupazione per molti. Ci sembra doveroso fornire alcune chiarificazioni. La sede di via Mongibello è di proprietà dell’Ipab Casa del fanciullo “Francesca Messina”.
Tra l’Ipab e l’ente delle Figlie di Maria Ausiliatrice è in essere un comodato d’uso gratuito dei locali per l’abitazione delle suore e le attività pastorali da loro animate».

«L’azienda che sta provvedendo all’installazione delle antenne – viene specificato – non ha alcun contratto in essere né in forma diretta né indiretta con le Figlie di Maria Ausiliatrice. Circa un anno fa la direttrice dell’istituto ha ricevuto la semplice informazione della decisione in oggetto da parte dell’Ipab».

Le suore, dunque, non hanno alcun ruolo formale nell’iter per la collocazione dell’impianto. Resta il fatto che le entrate economiche destinate all’Ipab, per consentire sul proprio tetto l’installazione dell’antenna, non c’è dubbio che avranno un beneficio indiretto pure sulle Figlie di Maria Ausiliatrice. In mancanza di introiti, il mantenimento dell’immobile e l’ospitalità riservata alle suore potrebbero non essere così scontate.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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