Cronaca
Assalto al bar di piazza Idria: portata via macchinetta da gioco
Colpo messo a segno ai danni del locale “Le Carillon”. I malviventi hanno atteso che il proprietario aprisse. Hanno rovistato dappertutto e, indisturbati, rubato la macchinetta.
di Vittorio Fiorenza
Gli assalitori hanno atteso che il titolare venisse ad aprire il locale, all’alba. Una volta aperto il bar “Le Carillon” di via Vittorio Emanuele, a due passi da piazza Idria, a Biancavilla, si sono introdotti all’interno, portando via una delle macchinette da gioco. Il proprietario è stato costretto ad assistere alla scena, impotente.
Gli intrusi hanno avuto il tempo anche di rovistare nel resto del locale e, quando hanno ritenuto di avere completato la loro missione, si sono dileguati indisturbati. Secondo una prima ricostruzione, ad agire sarebbe stata una banda formata da quattro persone, a volto coperto. Uno dei componenti era armato di pistola. Sull’episodio criminale hanno avviato le indagini i carabinieri della stazione biancavillese.
La certezza di trovare moneta facile nelle macchinette da bar spinge spesso i malviventi a tentare il colpo. Il precedente risale allo scorso anno, ai danni del bar +39, sulla Strada Provinciale 44, che da Biancavilla porta a Piano Rinazze. In quell’occasione, agì una banda organizzata, formata anch’essa da quattro elementi.
Nonostante la presenza della videosorveglianza, rubarono due slot machine ed il registratore di cassa con circa 150 euro, oltre ad alcune confezioni di gelati. Spezzoni delle riprese erano stati pubblicati da Biancavilla Oggi. Li riproponiamo qui di seguito.
Aggiornamento
Una Fiat Punto completamente data a fuoco è stata ritrovata in contrada “Cicero Barriera” di Santa Maria di Licodia. Secondo i carabinieri sarebbe l’auto utilizzata dalla banda che ha assaltato il bar “Le Carillon” di via Vittorio Emanuele, a Biancavilla.
Un elemento che rafforza l’ipotesi che ad agire sia stato non un gruppo improvvisato ma almeno quattro elementi che avevano pianificato il colpo.
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Cronaca
Le violenze alla fiera del bestiame, la Procura chiede 31 anni di carcere
Richiesta pena per 11 imputati: 12 mesi di reclusione per il comandante Vincenzo Lanaia
Ottobre 2016, via della Montagna, fiera abusiva del bestiame. Per quegli atti di violenza, compiuti sull’avv. Pilar Castiglia e sull’attivista della Lav, Angelica Petrina – picchiate selvaggiamente e rapinate – e sui fatti connessi alla vicenda, è arrivato il momento della richiesta delle pene. Davanti alla quarta sezione penale collegiale del Tribunale di Catania (presidente Salvatore Palmeri), la Procura ha chiesto complessivamente 31 anni di carcere per 11 imputati.
Lesioni personali, rapina, resistenza a pubblico ufficiale e minacce sono i reati contestati. Le vittime: la volontaria della Lega Anti Vivisezione era lì per denunciare e documentare il concentramento illegale di bestiame, l’avv. Castiglia era intervenuta in sua difesa. Entrambe erano state accerchiate dal branco e colpite con calci, pugni e schiaffi (la prognosi riporta 30 giorni). Insultate, offese e pure rapinate di borsa, cellulare e oggetti personali. Oltre a loro, il maresciallo dei carabinieri Guido Costigliola, era intervenuto con un collega, in assenza dei vigili urbani. Era finito però per essere spintonato, ostacolato e colpito alla testa, fino a procurargli una ferita sanguinante. Le immagini pubblicate in esclusiva da Biancavilla Oggi hanno documentato quei momenti drammatici: finite nel fascicolo degli inquirenti, sono state decisive per le indagini.
Adesso siamo all’epilogo. Rispondono dei reati di rapina e lesioni personali, i biancavillesi Pietro Tomasello (chiesta una pena di 8 anni di reclusione e una multa di 8mila euro), Salvatore Ventura (7 anni di carcere e multa di 7mila euro), Nicola Minissale (6 anni di reclusione e 6mila euro di multa) e Natale Ponticello di Aci Sant’Antonio (4 anni di galera e multa 4mila euro). Per il reato di rapina, chiesti 2 anni di carcere e 2mila euro di multa per Nicola Lo Cicero di Adrano.
Chiesti poi 12 mesi di reclusione ciascuno per Luigi Mille e Alfio Sarvà di Biancavilla e Angelo Tomaselli di Adrano per resistenza a pubblico ufficiale. Anche per Antonino Cosentino di Aci Sant’Antonio, accusato di maltrattamenti di animali, è stato chiesto 1 anno di carcere. Espunto il nome di un altro imputato, finito nel fascicolo ma estraneo ai fatti perché quel giorno era assente.
«Minaccia aggravata, 12 mesi per Lanaia e Greco»
Altri due imputati “eccellenti” rispondono di minacce aggravate: sono il comandante della polizia municipale di Biancavilla, Vincenzo Lanaia, e l’allora ispettore Alfio Greco, per i quali la Procura ha chiesto 12 mesi di carcere ciascuno. I fatti a loro contestati non sono legati al giorno della fiera, ma ad alcuni giorni successivi. Il comandante aveva, infatti, “convocato” Petrina al palazzo comunale, alla presenza di Greco. Un lungo incontro (con l’audio registrato dall’attivista Lav) nel quale i due uomini in divisa si lasciano andare in giudizi e considerazioni dai toni accesi. Un vero atto di accusa per la Petrina, “colpevole” di avere esposto i vigili urbani ad una figuraccia. Parole contro tutti, anche contro i carabinieri e l’allora comandante Roberto Rapisarda.
Azioni che, al di là degli imbarazzi sul linguaggio e sulla condotta etica ed istituzionale, per la Procura rappresentano delle minacce ai danni di Angelica Petrina. Da qui la richiesta della pena di 1 anno di reclusione per i due. Per Lanaia pende anche, al Comune, un procedimento disciplinare, attualmente sopseso. Greco non è più un dipendente dell’ente.
Sul banco degli imputati ci sono pure altri sei vigili urbani, che quel giorno erano di servizio e che, a conclusione delle indagini, erano stati accusati di rifiuto in atti d’ufficio. Per loro (Placido Currò, Annamaria Pulia, Carmelo Tempera, Santo Zuccarello, Luca Emanuele Messina e Grazia Randazzo), adesso, la Procura ha chiesto l’assoluzione.
Glorioso-Bonanno: imbarazzanti assenze
Quei fatti di ottobre 2016 hanno avuto un’eco nazionale con danno d’immagine per la città. Una comunità considerata troglodita ed arretrata, nella quale, in pieno giorno e nel cuore del centro abitato, era possibile allestire una fiera di animali senza alcuna autorizzazione né controlli preventivi. Era ignobile prassi, ogni anno, che quel festival dell’illegalità si svolgesse sotto gli occhi di tutti.
Nel procedimento penale, tuttavia, l’amministrazione comunale di Biancavilla (prima con il sindaco Giuseppe Glorioso, esponente del Pd, e poi con Antonio Bonanno, esponente di Fratelli d’Italia) non si è costituita parte civile.
La sentenza si attende ad inizio del 2025, quando parte dei reati dovrà essere dichiarata prescritta (salva rinuncia da parte degli imputati), viste le lungaggini e i pasticci che hanno caratterizzato l’inchiesta in questi otto anni.
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