Fuori città
Nel ricordo dello Sbarco del 1943, il tocco biancavillese all’Anzac day


Rito religioso affidato a padre Pino Salerno, coro diretto da Filadelfio Grasso e il “silenzio” intonato con la tromba di Emanuele Bellocchi per le celebrazioni in memoria dei soldati australiani e neozelandesi morti in Sicilia.
Un tocco “biancavillese”, anche quest’anno, per le celebrazioni in memoria dei soldati australiani e neozelandesi che parteciparono nell’estate del 1943 all’operazione Husky, contribuendo alla liberazione dal nazifascismo, e che sono sepolti in Sicilia nel Cimitero di Guerra del Commonwhealth.
Il rito religioso è stato presieduto da padre Pino Salerno, prevosto della Collegiata di Biancavilla, nato proprio in Australia da genitori emigrati in quel continente. I canti sono stati curati ed eseguiti dai Cori riuniti dell’Accademia Universitaria Biancavillese e della Basilica “Maria Santissima dell’Elemosina” di Biancavilla, diretti da Filadelfio Grasso.
Il suono della tromba del biancavillese Emanuele Bellocchi ha scandito il “Silenzio di ordinanza” che ha seguito la lenta e mesta lettura dei nomi dei caduti australiani e neozelandesi nel Secondo Conflitto Mondiale che riposano nel Cimitero di Catania.
Il nome Anzac (che deriva da Australian and New Zeland Army Corps) è ora riconosciuto universalmente come simbolo delle truppe di ambedue le nazioni, e di coloro che morirono in questo conflitto mondiale. L’Anzac Day, celebrato il 25 aprile di ogni anno, rimane un’occasione importante per entrambi le nazioni che in quel giorno ricordano chi ha servito ed è morto al servizio della propria nazione.
Gli appuntamenti, organizzati dall’Istituto di Cultura Sicilia-Australia, hanno toccato l’apice il 26 aprile, prima presso il Centro Polivalente “Le Ciminiere” di Catania, dove sono stati tenuti i discorsi commemorativi da parte delle numerose autorità civili e militari e poi presso il Cimitero del Commonwhealth, dove Raymond , J. Leggatt AM, CSC – Capitano, RAN – Difesa Attaché Europa del Sud – Australia Ambasciata di Madrid, ha tenuto il suo discorso davanti ai numerosi presenti.
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Cultura
Un biancavillese nominato a capo del Conservatorio Santa Cecilia di Roma
Prestigioso incarico per il prof. Antonio Marcellino, sovrintendente dell’Orchestra sinfonica siciliana


di VITTORIO FIORENZA
Antonio Marcellino, biancavillese, sovrintendente dell’Orchestra sinfonica siciliana, è stato nominato presidente del Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma, prestigiosa istituzione fondata nel 1875 con radici che risalgono al XVI secolo. Un’istituzione che ben conosce, avendovi insegnato organologia per sei anni, dal 2010 al 2016.
La notizia è stata diffusa dalla pagina facebook del Conservatorio “Vincenzo Bellini”, dove Marcellino insegna storia della musica. Tra i primi a formulare le congratulazioni, anche l’orchestra di fiati “Toscanini” di Biancavilla.
Diplomato in pianoforte, laureato in musicologia e specializzato in paleografia e filologia musicale, Marcellino è stato anche professore a contratto nelle università “Tor Vergata”, Messina, Catania e Calabria, oltre che al politecnico internazionale di Vibo Valentia.
Attualmente è anche presidente del Festival Internazionale del Val di Noto “Magie barocche” (i cui eventi sono stati ospitati pure a Biancavilla) e membro della Commissione per la musica sacra dell’Arcidiocesi di Catania.
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