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Cronaca

Vetrata in frantumi con una mazza: i ladri fanno “scorta” di sigarette

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I malviventi, a volto coperto, sono entrati in azione nella notte in via Cristoforo Colombo, vicino l’ospedale. Svariate migliaia di euro, il danno stimato. Al vaglio dei carabinieri le immagini registrate dal sistema di videosorveglianza.

 

di Vittorio Fiorenza

Ladri in azione, nella notte, a Biancavilla, ai danni del bar, edicola e rivendita di tabacchi di via Cristoforo Colombo, vicino l’ospedale “Maria Santissima Addolorata”. Hanno agito in tre, a volto coperto. Uno di loro, munito di una mazza, ha mandato in frantumi la vetrata di ingresso. Una volta entrati dentro il locale hanno portato via tutte le sigarette esposte e un piccolo quantitativo di soldi in contante.

Il danno stimato è di svariate migliaia di euro.

I malviventi hanno “ripulito” la rivendita in 10-15 minuti per poi darsi alla fuga. Alcuni testimoni hanno confermato che fossero con il volto travisato.

Le indagini dei carabinieri della stazione di Biancavilla sono scattate subito. Al vaglio dei militari, le immagini del sistema di videosorveglianza.

Nel 2010 la rivendita fu presa di mira da due rapinatori a mano armata. Un colpo fulmineo, in pieno giorno. Ma il lavoro dei carabinieri consentì di rintracciare gli autori: due giovani della zona e un 15enne che aveva fatto da “palo”. Decisive, allora, furono le riprese del sistema di videosorveglianza, che qui sotto pubblichiamo.

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Cronaca

Stranieri sfruttati sul lavoro: nei guai biancavillese a capo di una cooperativa

L’uomo, presidente del Consiglio di amministrazione, denunciato assieme ad altre due persone

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Un 32enne di Biancavilla, con precedenti penali, è fra i tre denunciati dal Nucleo Ispettorato del Lavoro di Catania nell’ambito di controlli contro lavoro irregolare e caporalato. L’uomo, presidente del consiglio di amministrazione di una cooperativa agricola, è ritenuto responsabile di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.

I controlli hanno portato alla luce un sistema illecito di reclutamento e impiego della manodopera. Le vittime sono due lavoratori stranieri in condizioni di forte vulnerabilità.

Oltre al biancavillese, sono sotto indagine un 38enne marocchino residente ad Adrano, incensurato, che agiva come caporale e intermediario per conto della stessa cooperativa, e un altro 38enne di Scordia, con precedenti, che di fatto collaborava con l’azienda.

Secondo quanto emerso dagli accertamenti, i lavoratori extracomunitari venivano impiegati in condizioni lavorative ritenute altamente degradanti. Evidenziati retribuzioni ben al di sotto di quanto previsto dal contratto collettivo nazionale, turni di lavoro eccessivi e ambienti privi delle minime misure di sicurezza.

L’indagato di origini marocchine è inoltre accusato di estorsione. Avrebbe minacciato uno dei due lavoratori di licenziamento se non gli avesse restituito parte della già esigua paga percepita.

A conclusione delle attività, i due lavoratori sono stati affidati a una struttura protetta, gestita da un’organizzazione internazionale per le migrazioni. Adesso potranno ricevere assistenza e protezione.

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Cronaca

Evade dai domiciliari per le sigarette alla moglie: «È un inferno se non fuma»

Singolare “giustificazione” di un 52enne residente a Biancavilla in giro con la bicicletta a Catania

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I carabinieri della stazione di Catania Playa hanno arrestato un pregiudicato 52enne, residente a Biancavilla ma domiciliato a Catania, nella zona di Ippocampo di Mare. L’uomo doveva trovarsi ai domiciliari per reati contro il patrimonio. Però, i militari lo hanno sorpreso mentre, in bici, percorreva via San Francesco La Rena. Ha tentato di passare inosservato con il volto coperto da cappuccio e sciarpa, ma è stato fermato e identificato.

Di fronte alla constatazione della violazione, il 52enne ha cercato di giustificare la sua presenza fuori casa con una spiegazione singolare. Ha sostenuto di essere uscito per acquistare le sigarette alla moglie, una “accanita fumatrice” che, in mancanza di nicotina, si sarebbe irritata al punto da trasformare la giornata in un “inferno domestico”.

Una giustificazione che non ha però evitato l’arresto, eseguito sulla base degli elementi raccolti e ora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria, che ha convalidato il provvedimento e disposto il ripristino della misura degli arresti domiciliari.

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