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La Corte dei conti boccia il Comune «Gestione finanziaria non sana»

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La sede della sezione siciliana della Corte dei conti

ESCLUSIVO. Un lungo elenco di criticità, violazioni, inadempienze viene contestato dai magistrati contabili: incapacità a riscuotere i tributi, anticipazioni di cassa irregolari, spese inutili su servizi esterni, incarichi, contenziosi. Ora tocca al Consiglio Comunale riparare.

di Vittorio Fiorenza

Se fossero degli studenti di economia, gli amministratori comunali non avrebbero scampo. A leggere le considerazioni, i giudizi, i rilievi e le osservazioni contenuti in 40 pagine di due distinte deliberazioni della sezione siciliana della Corte dei conti sulla prassi gestionale e programmatica e sull’operato contabile-finanziario del Comune di Biancavilla, la bocciatura sarebbe inevitabile.

Perché sì, senza giri di parole, di bocciatura si tratta, visto che i magistrati contabili stendono lunghi elenchi di criticità sulle azioni ed il modus operandi dell’amministrazione guidata dal sindaco Glorioso: dalla riscossione dei tributi al ricorso alle anticipazioni di cassa, dagli affidamenti diretti agli incarichi esterni, dalla mancanza di un piano di sviluppo all’eccesso di spesa per i contenziosi.

Certo, altri comuni si trovano nella stessa situazione e i continui tagli ai trasferimenti rendono difficile la vita di tanti amministratori locali. Ma la Corte non è né vaga né generica e fa riferimento a “specificità” biancavillesi che, tra le righe, fuori dal rigore e dall’equilibrio formale dei magistrati della sede giudiziaria palermitana, chiamano in causa scelte politiche ed oggettive incapacità gestionali che ora devono essere in tutta fretta rivedute e corrette dal Consiglio Comunale.

La materia esaminata a Palermo, in una seduta presieduta da Maurizio Graffeo, è quella del rendiconto 2012 e della regolarità dell’attività gestionale e dei controlli interni.

Quelle “ordinarie” anticipazioni di cassa
In riferimento al rendiconto, la Corte dei conti elenca otto criticità. Innanzitutto, l’atto è stato approvato con notevole ritardo e la giustificazione legata allo svolgimento delle elezioni amministrative del 2013 non ammorbidisce le contestazioni dei magistrati, secondo cui si tratta di «una irregolarità non certamente sanabile».

L’ampia rassegna di violazioni di norme, “mancati rispetti” e inadempienze continua con la segnalazione di «un significativo squilibrio tra le entrate e le spese correnti aventi carattere non ripetitivo con un saldo di oltre un milione di euro» e anche in questo caso le risposte fornite dal Comune non hanno soddisfatto.

Contrariamente alle disposizioni e agli orientamenti di legge che obbligano alla straordinarietà delle anticipazioni di cassa, a Biancavilla è un fatto consueto. Negli atti dei magistrati viene messo in evidenza: «il frequente ricorso alle anticipazioni di cassa e la presenza di anticipazioni non rimborsate pari all’11,94% delle entrate correnti, ben oltre il parametro obiettivo previsto per gli enti strutturalmente deficitari (5%) nonché il presumibile utilizzo di entrate a specifica destinazione non ricostituite a fine esercizio». In questo modo, lo scoperto così determinato è stato di 1,6 milioni di euro.

Incapaci a riscuotere i tributi
Altro aspetto deficitario dell’amministrazione a guida Glorioso è l’incapacità a riscuotere i tributi e a contrastare l’evasione, quasi un rimprovero per una sorta di politica dell’impunità nei confronti dei “furbi”. Pure per questo aspetto, le “giustificazioni” dell’amministrazione non convincono. «Si è solo comunicato –si lamenta in una delle due deliberazione dei magistrati– l’invio di avvisi di accertamento relativi alla riscossione tributi».

Non solo: «Nell’esercizio 2012 risulta svolta solo attività relativa all’Ici/Imu con accertamenti pari a 680mila euro e riscossioni pari a circa 30mila euro, in assenza di attività di recupero riferita ad altri tributi. Risulta evidente la necessità di un’azione volta ad una migliore organizzazione dei servizi interessati preordinata al necessario recupero di efficienza in grado di assicurare le necessarie risorse all’ente».

Bilancio “inquinato” dai residui attivi
Secondo i rilievi mossi al Comune, poi, vi è una grossa presenza di residui attivi, che è da considerare un elemento “inquinante” dei conti pubblici, dal momento che si tratta di somme inserite in bilancio ma che difficilmente potranno finire effettivamente nelle casse comunali.

«L’ente –viene specificano meglio– conserva in bilancio residui attivi, relativi ad annualità antecedenti al 2008, di ammontare quasi 4 milioni di euro. Superano soglie percentuali prefissate da decreti ministeriali».

Spese inutili ed incarichi esterni
Altra criticità «riguarda il mancato rispetto delle indicazioni di legge sul corretto utilizzo dei servizi conto terzi: ci sono singole voci che hanno come comune denominatore l’assenza di interesse per l’ente». Nell’atto della Corte dei conti viene evidenziato: «L’imputazione non corretta di talune voci tra i servizi conto terzi con particolare riferimento a cantieri lavoro, bonus nascituro, contributo compartecipazione gita anziani, Tarsu/Tia istituzioni scolastiche con la conseguente necessità di ricalcolo dei dati per verificare il rispetto del patto di stabilità tenuto conto che la differenza tra il saldo finanziario ed il saldo obiettivo finale ammonta a 16mila euro».

Infine, un’ultima bacchettata dei magistrati nelle mani degli amministratori comunali sul capitolo degli incarichi esterni (aspetto che implica una serie di discussioni di carattere politico), il cui limite non è stato rispettato, nonostante rappresenti un preciso vincolo di legge. Normativa che, nello specifico, obbligava «di avvalersi di personale a tempo determinato con convenzioni o co.co.co imposto al 50% della spesa rispetto al 2009».

Piano di sviluppo inesistente
Sono tutte osservazioni critiche che i magistrati contabili confermano poi in un’altra deliberazione che ha preso in esame la relazione semestrale del sindaco e ha verificato la legittimità e la regolarità sulla gestione finanziaria e l’efficacia sui controlli interni. Anche in questo caso, arrivano stoccate al Comune di Biancavilla.

Innanzitutto, nonostante le prescrizioni di legge, l’amministrazione Glorioso non ha dotato l’ente di un piano generale di sviluppo. Non solo: manca un modello di programmazione e controllo integrato. In materia gestionale, viene confermato l’appunto sul basso grado di riscossione delle entrate rispetto alle previsioni. C’è, inoltre, un grado di riscossione non idoneo all’equilibrio di cassa e viene evidenziata pure «una irregolare riscossione di proventi connessi alla gestione patrimoniale».

Servizi esterni senza risparmio e liti legali dispendiose
Le défaillance più clamorose riguardano il capitolo della spesa. Sui servizi esternalizzati, manca una valutazione di convenienza economica rispetto alla gestione diretta, così il Comune ha rinunciato al risparmio a vantaggio dell’ente. In altre parole, secondo la Corte dei conti, l’amministrazione Glorioso preferisce affidare all’esterno i servizi, quando in realtà potrebbe gestirli direttamente con notevole risparmio.

C’è, poi, un elevato numero di affidamenti diretti (95, di cui 60 dell’area tecnica). Contestato il basso grado di realizzazione del Piano triennale delle opere pubbliche. Evidenziata una elevata percentuale di giudizi che hanno comportato oneri per l’ente: «Un atteggiamento prudenziale renderebbe opportuno per l’ente monitorare costantemente il contenzioso esistente». Un aspetto, quest’ultimo, che implica osservazioni politiche circa l’allegra prassi e i criteri di scelta nell’affidamento di incarichi legali, di cui spesso si rendono protagonisti le amministrazioni comunali.

Le amare conclusioni
Per tutte queste criticità, la Corte dei conti si è rivolta quindi al Consiglio Comunale «ai fini dell’adozione delle necessarie misure correttive» e al fine della «riconduzione entro i parametri della sana gestione finanziaria delle irregolarità accertate». Perché sì, la gestione non è stata finora né sana né regolare.

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Politica

Il taglio dei pini dà ossigeno alla politica: attacchi da destra a sinistra

Marco Cantarella e Alfio Distefano contro le modalità dei lavori in piazza Falcone-Borsellino

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© Foto Biancavilla Oggi

Il taglio degli alberi di pino di piazza Falcone-Borsellino, a Biancavilla, dà ossigeno alla politica locale. Prese di posizione e interventi polemici contro l’amministrazione comunale arrivano da destra e sinistra.

Non passano inosservati i toni usati da Marco Cantarella, già assessore ed attuale consigliere comunale di maggioranza. Prendendo spunto dal video pubblicato da Biancavilla Oggi, Cantarella non usa mezzi termini.

In un post su Facebook scrive: «Una riqualificazione che distrugge l’identità di una piazza… anziché avviare delle opere di valorizzazione e conservazione del bello, dell’unico polmone verde di un quartiere, si pensa bene di abbattere e uccidere decine di pini adulti… Un intervento vergognoso, uno sfregio inutile e costoso che andrà a vantaggio solo di qualche fortunato vivaista. Mi dissocio da questi tipi di interventi, che appartengono ad un modus operandi post guerra».

Dal fronte opposto, interviene pure Alfio Distefano del Partito democratico. «Il Consiglio Comunale – ricorda – aveva approvato all’unanimità una mia mozione per piantare 100 nuovi alberi in città, rimpiazzando le aiuole esistenti. Decisione ignorata, ancora una volta, da un’amministrazione che procede indisturbata, calpestando il ruolo del Consiglio Comunale e il bene della città».

«Dicono che verranno piantati nuovi alberi, ma – sottolinea Distefano, riferendosi al taglio dei pini – nel frattempo si taglia un pezzo di storia e si impoverisce il nostro verde pubblico. Ancora una volta, la destra cittadina si dimostra tutto tranne che una soluzione per l’ambiente e la qualità della vita. Chi ne paga le conseguenze? Sempre e solo i cittadini».

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Politica

Battiato aderisce all’Mpa: «Delusione e amarezza, scelta che non gli fa onore»

Dura reazione del gruppo “Biancavilla in azione” nel quale il consigliere comunale era stato eletto

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«La scelta del consigliere Battiato, per i suoi modi sbrigativi e irrispettosi, provoca delusione e amarezza a quanti – noi per primi – hanno lavorato per raggiungere obiettivi importanti. Nessuno di noi ha compreso le ragioni di questa decisione e, a dirla tutta, ci pare che Francesco Battiato non abbia scritto una pagina politica che gli fa onore».

Parole dure, quelle scritte in una nota dal gruppo “Biancavilla in azione“, nella cui lista era stato eletto Francesco Battiato. Lo stesso che, in aula, ha formalizzato la sua adesione al Movimento per l’Autonomia con tanto di “benvenuto” di Giuseppe Lombardo.

«Un annuncio a sorpresa che ci amareggia non poco. Il consigliere Battiato, infatti, non ha avuto la correttezza di informare preventivamente il gruppo politico che lo ha candidato e grazie al quale è stato eletto. In sostanza, siamo stati messi davanti al fatto compiuto». Lo sottolineano Placido Santanocita e Antonio Greco, primi firmatari della lista “Biancavilla in azione”, che in Consiglio rimane rappresentata da Salvo Pulvirenti.

Critiche anche al presidente del Consiglio

«Battiato – prosegue la nota – ha giustificato la propria scelta, affermando che la stessa è dettata da motivi politici e di condivisione di valori appartenenti al gruppo cui ha aderito. Tale motivazione si presta a molteplici interpretazioni, la più importante delle quali è che il gruppo “Biancavilla in azione” è ispirato a una idea di politica che mette al centro il valore del bene comune. Valore che, evidentemente, egli non condivide. Gli auguriamo buon lavoro, non prima di avergli ricordato che il tempo è galantuomo».

Il gruppo critica anche l’atteggiamento assunto dalla guida dell’assemblea cittadina, esponente autonomista: Esprimiamo, infine, stupore e amarezza per le parole di benvenuto nel proprio gruppo Mpa pronunciate dal Presidente del Consiglio Comunale, Luigi D’Asero. Dichiarazione incompatibile con il ruolo “super partes” che è chiamato a rappresentare una figura istituzionale come il Presidente dell’assise cittadina».

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