Cronaca
Prende a pugni e a schiaffi i passanti, poi si “barrica” in una tabaccheria

Carabinieri e vigili urbani intervenuti nella tabaccheria di via Vittorio Emanuele
di Vittorio Fiorenza
Va in escandescenza, schiaffeggia e prende a pugni i passanti e poi si “barrica” in una rivendita di tabacchi, fino a quando viene convinto ad uscire da carabinieri e vigili urbani.
Una mattinata di trambusto, ieri, nel cuore del centro storico di Biancavilla. Protagonista dell’episodio, un uomo già altre volte segnalato ai Servizi sociali e noto alle forze dell’ordine perché sottoposto in passato ad altri interventi di Tso (Trattamento sanitario obbligatorio).
Tutto comincia in piazza Roma, verso le 8.30. Qualche voce grossa e gesti violenti da parte di questa persona che soffre di problemi psichici. Poi l’esplosione di violenza con pugni e schiaffi nei confronti di chi si trova davanti. Poi, la “fuga” lungo via Vittorio Emanuele. Percorre qualche centinaio di metri, entrando nel tabaccaio all’angolo con via Francesco Crispi. Conosce il titolare, si sente al sicuro e non ne vuole sapere di uscire.
Da qui, la chiamata al 112 e alla polizia municipale di Biancavilla. Carabinieri e vigili urbani intervengono subito, ma impiegano alcune ore per tentare di calmare e tranquillizzare l’uomo.
Convinto ad uscire fuori dalla rivendita di tabacchi, è stato “intrattenuto” nella viuzza attigua dai militari e dai vigili urbani, fino a quando è arrivato il personale medico dell’ufficio “Igiene mentale” di Adrano per applicare il normale protocollo previsto per casi del genere con l’accertamento sanitario e la conseguente terapia sedativa.
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Cronaca
Dalla Calabria diretto a Biancavilla con 8 kg di cocaina pura: 30enne arrestato
I controlli della Guardia di Finanza agli imbarcaderi fanno saltare il piano di un corriere della droga
Ha cosparso i panetti di cocaina con del dentifricio, nascondendoli nei passaruota di una Fiat 500 presa a noleggio, e ha attraversato lo Stretto di Messina. Proveniva da Soverato e la sua destinazione finale era Biancavilla, dove avrebbe dovuto consegnare la droga. Sono stati i militari della Guardia di finanza e il cane antidroga Haidy ad avere fatto saltare il suo piano, durante un controllo agli imbarcaderi, appena sbarcato in Sicilia. Un 30enne catanese è stato così arrestato della Fiemme Gialle e posto ai domiciliari. Sequestrati quasi 8 kg di cocaina pura.
Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, l’uomo ha dichiarato di avere preso la cocaina a Soverato (in provincia di Catanzaro) e di doverla consegnare a Biancavilla. Oltre all’accusa di detenzione di un ingente quantitativo di sostanza stupefacente, gli è stata contestata anche la guida senza patente, per non averla mai conseguita.
I militari, dopo avere trasferito la sua auto al comando provinciale di Messina, l’hanno smontata pezzo dopo pezzo, rinvenendo gli involucri di droga. Sei panetti avevano un primo strato di plastica nera con stampato il simbolo del bitcoin, un triangolo e un codice Qr, tutti ricoperti di dentifricio. Il settimo involucro riportava un’etichetta con la scritta “Redbull KTM” e sul panetto era impressa la sigla “KTM”.
Il dettaglio che la droga fosse diretta a Biancavilla conferma la vivacità del mercato degli stupefacenti nel centro etneo e dei paesi vicini. Un quantitavo così presupporrebbe l’esistenza di un’organizzazione con una cacapcità finanziaria in grado di intrecciare rapporti e accordi persino con la ‘ndrangheta e la criminalità calabrese. Uno spunto investigativo, dunque, che merita approfondimenti per le forze dell’ordine del nostro comprensrio.
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Cronaca
Due sedicenni in giro per Biancavilla con un manganello: denunciati
Sorpresi dai carabinieri dopo un controllo: portati in caserma e poi affidati ai genitori
Il loro passaggio per le vie del centro storico, a bordo di un veicolo, ha insospettito i carabinieri. Da qui i controlli nei confronti del conducente e del passeggero e dello stesso mezzo.
I due, sedicenni, sono apparsi da subito agitati. Sotto al sedile del guidatore, i militari hanno trovato un manganello artigianale, lungo 53 cm, realizzato con catena avvolta da nastro isolante e con elementi metallici (dadi, viti, rondelle) fissati all’estremità per aumentarne la pericolosità.
Alla richiesta di chiarimenti, il conducente non ha dato una valida giustificazione per il porto dell’arma in luogo pubblico. L’oggetto è stato quindi sequestrato e i due minorenni sono stati accompagnati in caserma e poi affidati ai genitori. Per loro è scattata una denuncia alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni per il reato di porto di armi od oggetti atti ad offendere.
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