Connettiti con

News

Coronavirus, Biancavilla resta a casa: istantanee da una città “sospesa”

Il sindaco in diretta Facebook: «Non prevalga la paura, ma ad ognuno è richiesto senso di responsabilità»

Pubblicato

il

© Foto Biancavilla Oggi
di Vittorio Fiorenza

Scenari inconsueti: percorrere il centro storico, via Vittorio Emanuele, viale dei Fiori e viale Europa in pieno giorno, senza il caos di auto che si è soliti vedere. Il primo giorno di una Biancavilla immersa nel clima della “zona protetta”, come lo è l’intero territorio italiano. Poche persone in giro, saracinesche abbassate in diverse attività commerciali ed anche in alcuni circoli ricreativi. Sì, Biancavilla è rimasta a casa, così come impone lo spirito del nuovo decreto del governo, che ha posto ulteriori restrizioni per tutto il Paese, nel tentativo di arginare la diffusione del coronavirus e limitare l’epidemia.

Posted by Antonio Bonanno – Sindaco on Tuesday, March 10, 2020

Il sindaco Antonio Bonanno ha scelto lo strumento social per spiegare e chiarire ai biancavillesi i contenuti del decreto. Il primo cittadino ha parlato in diretta Facebook: parole rassicuranti, ma senza minimizzare la gravità di questa emergenza. «È un momento delicato, è un momento che non dobbiamo assolutamente sottovalutare, non dobbiamo farci prendere dalla paura ma ad ognuno è richiesto un grande senso di responsabilità ed attenzione», ha detto Bonanno rivolgendosi ai suoi concittadini.

Non c’è da aspettarsi una città “militarizzata” con posti di blocco, ma i controlli dei carabinieri già cominciati in tutto il territorio provinciale saranno garantiti anche a Biancavilla, soprattutto per le restrizioni di alcuni esercizi. La chiusura riguarda attività come centri scommesse, palestre e sale di danza. Nessun divieto per bar e ristoranti (chiamati, però, a rispettare l’orario dalle 6 alle 18), supermercati e centri commerciali, purché si faccia attenzione a rispettare la distanza di sicurezza di un metro tra un persona e l’altra. Il bar –luogo irrinunciabile per i biancavillesi– resta frequentabile, ma c’è chi ha adottato precauzioni con banconisti muniti di guanti in lattice e mascherina. Va poi specificato che non ci sono divieti governativi per lo svolgimento dei mercati cittadini: quello del mercoledì a Biancavilla, quindi, si svolgerà regolarmente, come ha anche specificato il sindaco Bonanno.

L’invito è a cambiare le abitudini: niente assembramenti e circolazione solo per motivi di lavoro o di necessità. Per questo, nei locali pubblici si entra in numero contingentato per evitare affollamenti. Le lunghe file che si sono viste nei supermercati principali di Biancavilla (tanti con mascherina mentre spingono il carrello per fare la spesa) non sono dovute alla sindrome da “assalto degli scaffali” (d’altra parte non c’è alcuna preoccupazione perché il reperimento delle merci è garantito), piuttosto alle regole di fare entrare i clienti in maniera ordinata e in numero adeguato ai locali.

La prima giornata del “nuovo corso”, nel complesso, non ha fatto emergere particolari criticità a Biancavilla. Anzi, c’è chi in maniera autonoma adotta accorgimenti di prevenzione, a dimostrazione del recepimento delle direttive delle autorità sanitarie. È il caso, per esempio, di due farmacie di Biancavilla –Bucolo e Distefano– che hanno fornito ai propri clienti informazioni di comportamento e posto sul bancone un telo trasparente per diminuire il più possibile il contatto con il personale.

Situazione sotto controllo all’ospedale “Maria Santissima Addolorata” di Biancavilla, dove si seguono le disposizioni dell’Asp. Continua ad essere attivo all’esterno del pronto soccorso la struttura del pre-triage, allestita attraverso un mezzo attrezzato della protezione civile. Si tratta di una unità mobile di soccorso con cui vengono smistati quanti dovessero recarsi al presidio sanitario con sintomi influenzali. Una sorta di “filtro” per evitare intasamenti ed eventuali rischi nei locali interni dell’ospedale.

È stata montata all’esterno dellospedale anche una tenda, a supporto del pre-triage, che è obbligatorio per tutti gli utenti che si recano al pronto soccorso. A montarla è stata l’unità territoriale di Biancavilla della Croce Rossa Italiana, la Protezione civile Biancavilla ed il Club 27, che hanno provveduto su richiesta dell’azienda sanitaria, in aggiunta all’unità mobile di soccorso.

Celebrazioni sospese, poi, nelle chiese, come imposto dalla Conferenza Episcopale Italiana. Ma diversi sacerdoti, per superare il divieto di assembramento dei fedeli, hanno optato per una efficace soluzione “social”. A Biancavilla, padre Giovanbattista Zappalà, parroco dell’Idria e vicario foraneo, sta garantendo la celebrazione della santa messa online, attraverso la diretta Facebook. Un esempio, particolarmente apprezzato da diversi fedeli, che con ogni probabilità verrà seguito da altri parroci.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pubblicità
Fai clic per commentare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

News

Amianto, reportage da Biancavilla tra fatalismo ed enigmi ancora irrisolti

Circa 70 morti per tumore alla pleura, ma è allarme anche per altre patologie: sconosciute le cause

Pubblicato

il

© Foto Biancavilla Oggi

Il pericolo è nell’aria. Gli avvisi affissi lungo la recinzione metallica sono a caratteri cubitali: “Vietato l’ingresso, attenzione zona a rischio”. Siamo a Biancavilla, 23mila abitanti, ma la cartellonistica è da “Area 51”. E in effetti, l’alieno c’è. È un minerale fibroso altamente cancerogeno – annidato tra i rilievi di rocce vulcaniche qui chiamati di “Monte Calvario” – generato in epoche remotissime dai bollori dell’Etna e dai capricci delle eruzioni laviche. Sconosciuto in natura fino a quando, nel 2001, il prof. Antonio Gianfagna, ricercatore dell’Università “La Sapienza”, ne traccia l’identikit. È una nuova fibra, di colore giallo, simile all’amianto, a cui Gianfagna dà il nome di “fluoro-edenite”, registrandola all’International Mineralogical Association. Per uno scienziato della terra equivale alla scoperta di un pianeta da parte di un astronomo. Lo studioso de La Sapienza, tornato sei anni dopo sul “luogo del delitto”, scopre un secondo minerale ignoto: è la fluoroflogopite.

Eppure, non c’è da gloriarsi se monte Calvario sia diventato un geosito di interesse mondiale e Biancavilla sia finita negli abstract della letteratura scientifica internazionale con la fibrillazione di geologi, epidemiologi ed operatori della sanità pubblica.

Diverse attività di cava presenti nella zona di monte Calvario (un’appendice urbana estesa per 20 ettari), fin dagli anni ’50 hanno frantumato e sbriciolato le rocce laviche. Un ottimo materiale per l’edilizia, ma il risultato è che gran parte degli edifici del paese sia “contaminata” dalla fibra, riconosciuta cancerogena nel 2014 dall’International Agency for Research on Cancer, riunita a Lione con 21 esperti di 10 paesi europei per apporre il timbro dangerous sulla ‘polvere’ di Biancavilla.

«Un’epidemia di tumori pleurici»

«Un caso straordinario di inquinamento naturale dovuto ad un minerale che, disperso nell’aria e inalato, provoca effetti sulla pleura, la membrana di rivestimento dei polmoni», avevano sentenziato già i primi studi alla fine degli anni ‘90. Di morti per mesotelioma pleurico, a Biancavilla, se ne contano ufficialmente 70 negli ultimi 35 anni, ma si stima che i decessi reali siano il doppio.

«Una piccola epidemia di tumori pleurici», l’aveva definita Pietro Comba, quando da dirigente dell’Istituto Superiore di Sanità era stato tra i primi ad interessarsi del caso. Sì, proprio un’epidemia con percentuali anomale. Nel periodo 1980-2010, per esempio, si sono avuti 6 decessi per mesotelioma in persone al di sotto dei 50 anni contro 0,6 attesi: una mortalità 10 volte superiore. Anche in età giovanile, anche tra le casalinghe: a riprova che il rischio sia ambientale.

Qui, fare una banale manutenzione edile, stare fuori in giornate ventose o semplicemente… respirare costituiscono azioni a rischio. La vittima più giovane finora registrata è una ragazza di 27 anni.

«Mio figlio Dino, morto in 5 mesi»

Nell’elenco dei decessi per mesotelioma c’è anche Dino Ingrassia: è morto nel 2011 ad appena 33 anni, lasciando tre bambini. La mamma, Giusi Tomasello, è tra i pochi ad esporsi. La sua testimonianza umana e civile dà un’anima alle fredde statistiche. All’ingresso della sua abitazione, il manifesto mortuario ricorda il figlio con la sottolineatura “vittima dell’amianto”, la stessa riportata sulla tomba.

«Tosse e stanchezza – ricorda – sono stati i primi sintomi accusati da mio figlio. Pensava fossero passeggeri. Andava a lavorare, prendendo uno sciroppo per poi passare agli antibiotici. Ma già dalla prima visita e dalle radiografie, i medici non ci hanno visto bene e la diagnosi di mesotelioma pleurico è arrivata presto. Non sapevo nemmeno l’esistenza di questa malattia».

La signora parla con voce tremante e gli occhi lucidi: «Mio figlio se n’è andato in meno di 5 mesi e gli ultimi 26 giorni – dopo un intervento chirurgico – li ha passati in Rianimazione all’ospedale “Garibaldi” di Catania. Era nel pieno della vita quando ha lasciato i suoi tre bambini, il più piccolo dei quali di 10 mesi. Ora penso agli altri miei tre figli e ai miei nipoti. Mi preoccupo per loro e, se ci sono giornate ventose, l’angoscia è più forte. Vivo nel terrore e nella paura, mi auguro che monte Calvario, da cui tutto ha avuto origine, venga risanato e reso innocuo».

Monte Calvario, in attesa della bonifica

Ecco, appunto: riflettori accesi su monte Calvario. Se nel 1998, le attività di cava erano state interrotte con ordinanza dell’allora sindaco Pietro Manna, la culla della fluoro-edenite è da bonificare per farne un grande parco verde. I lavori – attesi da 25 anni – sono cominciati formalmente lo scorso febbraio.

Un iter lungo e tortuoso, come ricorda il sindaco Antonio Bonanno, mentre si addentra sui dossier ‘amianto’ sparsi sulla sua scrivania: «Nel 2026 dovremmo vedere quell’area – sorgente di morte e dolore – trasformata in un “parco della vita” fruibile dalla nostra città».

Nell’attesa di poterci andare a passeggiare e che la città abbia il suo polmone sano, tutt’intorno la vita quotidiana procede incurante del nemico invisibile. Un bambino scorrazza in bicicletta, sollevando un polverone ogni volta che passa sul terriccio. Poco più in là, in un magazzino, operai sono alle prese con dei bancali. Dal balcone di casa, una donna scuote la tovaglia tolta dalla tavola, a pranzo terminato. «Io vivo qua da quando sono nato, di qualcosa si deve pur morire», dice un anziano, in linea con il fatalismo dei biancavillesi: se il pericolo non è visibile – è l’assurdo ragionamento dominante – perché allarmarsi?

Oltre 4000 immobili da sanare

Sia chiaro: monte Calvario non è l’ultimo step della bonifica. Secondo l’Ufficio Tecnico Comunale, ci sono 4300 case costruite nel periodo 1956-1998 con materiale di cava. Gli intonaci esterni (complessivamente 2 milioni di metri quadri) andrebbero messi in sicurezza con “vernici incapsulanti”, così come già fatto negli edifici pubblici una quindicina di anni fa.

Sarebbe una bonifica ambientale di un intero centro abitato senza precedenti al mondo, con costi stimati in 150 milioni di euro, a cui aggiungerne altri 2,5 per realizzare una discarica di inerti. Un gigantesco intervento che, sommato ad accorgimenti di prevenzione durante i lavori edili, farebbe scendere verso lo zero il rischio dell’inalazione delle fibre aerodisperse. 

Certo, nel fascicolo di indagine sul minerale-killer ci sono ancora tanti punti oscuri, a cominciare dal dettaglio drammatico che nel centro etneo la mortalità e i ricoveri ospedalieri siano in eccesso non solo per neoplasie alla pleura, ma anche per altre patologie.

L’allarme del rapporto “Sentieri”

Sul banco degli imputati, figura ancora la fibra di monte Calvario. A confermarlo è il sesto rapporto Sentieri sul monitoraggio dei siti italiani contaminati, appena pubblicato dal ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità.

«Vanno implementati – riporta il capitolo su Biancavilla – studi specifici sul comportamento della fluoro-edenite, in particolare per l’azione fibrogena sul polmone. Sono ignoti, inoltre, gli eventuali effetti di questa fibra a carico di altri apparati, come quello cardiocircolatorio, le cui patologie in questo sito si confermano costantemente in eccesso».

Tumori polmonari, placche pleuriche e patologie dell’apparato respiratorio hanno un’incidenza fuori norma.

«Vanno proseguiti – raccomanda il rapporto – la sorveglianza sanitaria della popolazione di Biancavilla e il monitoraggio ambientale per identificare le fonti di esposizione potenzialmente ancora presenti, indagando i livelli di esposizione in tutte quelle attività che comportino movimentazione del terreno e rilascio di fibre da intonaci e opere murarie».

Biancavilla, un paese-laboratorio

Una storia che non può ancora essere archiviata, dunque. Biancavilla resta un paese-laboratorio con enigmi irrisolti. Così, un altro triste primato del centro etneo – una settantina di soggetti colpiti da sclerosi multipla, cioè il doppio rispetto a quelli attesi – potrebbe essere spiegato scrutando ulteriormente sulla geologia territoriale.

Trattandosi di malattia neurologica, la fluoro-edenite non dovrebbe avere responsabilità. Ma potrebbero influire altri fattori ambientali o sostanze naturali, come ipotizza un primo studio del Policlinico di Catania. Se il minerale-killer è stato scovato, ora tocca dare la caccia ai suoi complici.

(Tratto da S – il mensile d’inchiesa dei siciliani / Marzo 2023 / di Vittorio Fiorenza)

Continua a leggere
Pubblicità

DOSSIER MAFIA

I più letti