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Cronaca

Omicidio Andolfi, per il giudice fu legittima difesa: 6 anni a Santangelo

Sentenza con rito abbreviato per il delitto avvenuto nel luglio 2024 nelle campagne di Centuripe

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Salvatore Santangelo, imputato per l’uccisione di Antonio Andolfi, è stato condannato a 6 anni di reclusione e al pagamento di una multa di 2mila euro e delle spese processuali. Assolto, invece, per il tentato omicidio di Placido Minissale perché «il fatto non sussiste». È la sentenza di primo grado, per il procedimento con rito abbreviato, a firma del Giudice dell’Udienza preliminare del Tribunale di Enna, Chiara Blandino. La Procura (con i sostituti Stefania Leonte e Massimiliano Muscio) aveva chiesto 16 anni di carcere.

Il verdetto, in sostanza, riqualifica il fatto da omicidio volontario a colposo, riconoscendo all’imputato di avere agito per legittima difesa ma con eccesso colposo. Santangelo è stato ritenuto colpevole, poi, per la detenzione e il porto illegale dell’arma con cui ha sparato. Tenendo conto della riduzione di un terzo della pena prevista dal rito abbreviato, si è quindi arrivati a 6 anni di carcere. Ai genitori e alla sorella della vittima riconosciuto il risarcimento dei danni, da quantificare e definire in sede civile.

Una sentenza destinata a fare discutere, soprattutto perché riscrive la ricostruzione dei fatti, avvenuti nel luglio 2024 lungo una strada di campagna di Centuripe. Come raccontato già da Biancavilla Oggi, Santangelo aveva esploso, in un inseguimento, almeno quattro colpi di pistola verso il furgoncino guidato da Placido Minissale con Antonio Andolfi sul lato passeggero. Quest’ultimo, raggiunto da una pallottola, era stato accompagnato da Minissale fino al pronto soccorso dell’ospedale di Biancavilla, dove però i medici avevano constatato del giovane. Immediato era avvenuto l’arresto di Santangelo da parte dei carabinieri della compagnia di Paternò.

La svolta con gli esami balistici

La difesa dell’imputato, con gli avv. Fabrizio Siracusano e Giuseppe Milazzo, ha sollecitato verifiche tecniche e balistiche, alcune delle quali svolte dal Ris di Messina. I segni di una pallottola conficcata nella jeep di Santangelo hanno ribaltato l’ottica degli eventi, al punto che per Santangelo si erano aperte le porte del “Pagliarelli” di Palermo per essere posto ai domiciliari. I suoi avvocati, quindi, hanno invocato l’esimente della legittima difesa, sostenendo che l’uomo ha sparato perché fatto bersaglio di colpi di arma da fuoco. Il contesto – come emerge dalle carte delle indagini – è quello di dissidi e liti tra vicini di terreno, a causa dello sconfinamento di pecore al pascolo.

Alla luce della sentenza del Gup Blandino (le cui motivazioni si attendono entro 90 giorni), la posizione e il ruolo di Minissale, che in questo procedimento figurava come parte lesa, potrebbero essere rivalutate. Il giudice ha disposto, infatti, la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica «per le determinazioni di competenza in ordine alle false dichiarazioni rese da Minissale in occasione delle indagini e ogni altro reato che si dovesse ravvisare in capo allo stesso».

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Cronaca

Sospesa l’attività di un altro chiosco, ritenuto ritrovo abituale di pregiudicati

Ennesimo provvedimento a Biancavilla del questore, notificato al gestore dalla polizia di Adrano

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Sospesa temporaneamente l’attività di un chiosco di Biancavilla perché ritenuto abituale ritrovo di pregiudicati. Il provvedimento, emesso dal Questore di Catania, ha durata di 7 giorni, secondo le prerogative previste dal Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza. A notificarlo al gestore sono stati i poliziotti del Commissariato di Adrano, a seguito delle costanti azioni di controllo di bar, pub ed esercizi commerciali di somministrazione di alimenti e bevande.

Nel corso di mirati servizi di controllo, gli agenti del Commissariato hanno avuto modo di constatare, in diverse occasioni, come il chiosco rappresentasse un luogo di incontro abituale di pregiudicati per reati di particolare allarme sociale. Soggetti con guai giudiziari per droga, furto, ricettazione, truffa, atti persecutori, detenzione e porto illegale di armi, lesioni, percosse.

La presenza di questi clienti non è risultata occasionale, ma riscontrata in molteplici accertamenti, al punto da costituire un concreto rischio per l’ordine e la sicurezza pubblica. Da qui, la decisione del questore, come già avvenuto in casi simili per altri locali pubblici.

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Cronaca

Un 62enne accusa un malore e muore mentre era al supermercato Decò

L’uomo, un adranita, è stato trasportato all’ospedale di Biancavilla, ma non c’è stato nulla da fare

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È morto nello spiazzale del supermercato Decò di Biancavilla. Si trovava assieme alla compagna nel punto vendita di viale dei Fiori per fare la spesa. Ma ha accusato un improvviso malore. Uscito fuori per prendere un po’ d’aria, si è accasciato, perdendo i sensi. Per l’uomo, classe 1963, di Adrano, subito sono stati chiamati i soccorsi.

Sul posto, un’ambulanza della Misericordia e una del servizio di emergenza del 118, oltre a due pattuglie dei carabinieri.

I tentativi di rianimarlo non hanno dato gli esiti sperati. Quindi, la corsa al pronto soccorso dell’ospedale “Maria Santissima Addolorata” di Biancavilla. Qui, i medici hanno ripetuto i tentativi di rianimazione, ma si sono dovuti arrendere e dichiarare il decesso dell’uomo.

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