Cronaca
Le dosi di marijuana nel sottoscala non sfuggono al fiuto del cane “King”
La sostanza stupefacente sequestrata dai carabinieri, arrestato un biancavillese di 26 anni

I carabinieri di Biancavilla, con il Nucleo Cinofili di Nicolosi, hanno arrestato un 26enne per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. Il giovane era stato notato in atteggiamenti “sospetti”. Alla vista di una pattuglia si allontanava velocemente, come a voler evitare eventuali controlli.
Per questi motivi sono stati organizzati pedinamenti ed osservazioni e a distanza. I sospetti sono stati confermati. Soprattutto in ore notturne, nel centro cittadino, l’uomo aveva a che fare con lo spaccio di droga. Così è stato pianificato l’intervento a casa sua, nei pressi dell’ospedale. Un blitz effettuato con King, il cane dei cinofili.
Appena raggiunta la rampa di scale che porta al piano superiore dell’abitazione, King ha segnalato al suo conduttore un armadietto nel vano sottoscala. Qui i carabinieri hanno scovato 35 dosi di marijuana, per un peso di circa 50 grammi, 70 euro in banconote di piccolo taglio e gli attrezzi del mestiere: un bilancino di precisione e numerose bustine in plastica trasparente.
Nelle camere da letto, all’interno di un comodino, i militari hanno poi recuperato 2 dosi di marijuana mentre, in un pensile della cucina, c’erano delle infiorescenze di quella pianta, non ancora confezionata.
Trovata la droga, il materiale necessario al suo confezionamento e il denaro, il giovane pusher è stato arrestato e messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, che ha convalidato l’atto, mentre lo stupefacente è stato sequestrato.
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Cronaca
Stranieri sfruttati sul lavoro: nei guai biancavillese a capo di una cooperativa
L’uomo, presidente del Consiglio di amministrazione, denunciato assieme ad altre due persone

Un 32enne di Biancavilla, con precedenti penali, è fra i tre denunciati dal Nucleo Ispettorato del Lavoro di Catania nell’ambito di controlli contro lavoro irregolare e caporalato. L’uomo, presidente del consiglio di amministrazione di una cooperativa agricola, è ritenuto responsabile di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
I controlli hanno portato alla luce un sistema illecito di reclutamento e impiego della manodopera. Le vittime sono due lavoratori stranieri in condizioni di forte vulnerabilità.
Oltre al biancavillese, sono sotto indagine un 38enne marocchino residente ad Adrano, incensurato, che agiva come caporale e intermediario per conto della stessa cooperativa, e un altro 38enne di Scordia, con precedenti, che di fatto collaborava con l’azienda.
Secondo quanto emerso dagli accertamenti, i lavoratori extracomunitari venivano impiegati in condizioni lavorative ritenute altamente degradanti. Evidenziati retribuzioni ben al di sotto di quanto previsto dal contratto collettivo nazionale, turni di lavoro eccessivi e ambienti privi delle minime misure di sicurezza.
L’indagato di origini marocchine è inoltre accusato di estorsione. Avrebbe minacciato uno dei due lavoratori di licenziamento se non gli avesse restituito parte della già esigua paga percepita.
A conclusione delle attività, i due lavoratori sono stati affidati a una struttura protetta, gestita da un’organizzazione internazionale per le migrazioni. Adesso potranno ricevere assistenza e protezione.
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Cronaca
Evade dai domiciliari per le sigarette alla moglie: «È un inferno se non fuma»
Singolare “giustificazione” di un 52enne residente a Biancavilla in giro con la bicicletta a Catania

I carabinieri della stazione di Catania Playa hanno arrestato un pregiudicato 52enne, residente a Biancavilla ma domiciliato a Catania, nella zona di Ippocampo di Mare. L’uomo doveva trovarsi ai domiciliari per reati contro il patrimonio. Però, i militari lo hanno sorpreso mentre, in bici, percorreva via San Francesco La Rena. Ha tentato di passare inosservato con il volto coperto da cappuccio e sciarpa, ma è stato fermato e identificato.
Di fronte alla constatazione della violazione, il 52enne ha cercato di giustificare la sua presenza fuori casa con una spiegazione singolare. Ha sostenuto di essere uscito per acquistare le sigarette alla moglie, una “accanita fumatrice” che, in mancanza di nicotina, si sarebbe irritata al punto da trasformare la giornata in un “inferno domestico”.
Una giustificazione che non ha però evitato l’arresto, eseguito sulla base degli elementi raccolti e ora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria, che ha convalidato il provvedimento e disposto il ripristino della misura degli arresti domiciliari.
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