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Cronaca

Controlli a tappeto a Biancavilla, oltre 20mila euro di multe dei carabinieri

Accertati dai militari una serie di violazioni al Codice della strada e in esercizi commerciali

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Elevate multe per oltre 20.000 euro, sequestrati 6 veicoli su 27 controllati, 55 persone identificate. È l’esito di un servizio di controllo del territorio di Biancavilla da parte deli carabinieri della compagnia di Paternò e della Compagnia di Intervento Operativo C.I.O. del 12° Reggimento Sicilia.

L’attività, pianificata su indicazione del Comando Provinciale dei Carabinieri, ha interessato il centro storico e le principali arterie stradali.

Nell’ambito dei controlli, segnalato pure un 51enne biancavillese, trovato in possesso di una dose di cocaina nascosta all’interno del pacchetto di sigarette. L’uomo è stato perquisito perché, alla vista dei militari, ha cercato di nascondersi tra i clienti di un bar.

Sottoposti a verifica alcuni esercizi commerciali, dove sono state riscontrate violazioni. Diverse sanzioni hanno riguardato automobilisti alla guida senza patente, scooteristi senza casco protettico o con veicoli sprovvisti di assicurazione o revisione.

«I servizi straordinari di controllo del territorio – fanno sapere i carabinieri – continueranno nel comprensorio biancavillese anche nei prossimi giorni, soprattutto col sopraggiungere del ferragosto, con lo scopo di garantire sempre maggiore sicurezza a cittadini e turisti».

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Cronaca

Stranieri sfruttati sul lavoro: nei guai biancavillese a capo di una cooperativa

L’uomo, presidente del Consiglio di amministrazione, denunciato assieme ad altre due persone

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Un 32enne di Biancavilla, con precedenti penali, è fra i tre denunciati dal Nucleo Ispettorato del Lavoro di Catania nell’ambito di controlli contro lavoro irregolare e caporalato. L’uomo, presidente del consiglio di amministrazione di una cooperativa agricola, è ritenuto responsabile di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.

I controlli hanno portato alla luce un sistema illecito di reclutamento e impiego della manodopera. Le vittime sono due lavoratori stranieri in condizioni di forte vulnerabilità.

Oltre al biancavillese, sono sotto indagine un 38enne marocchino residente ad Adrano, incensurato, che agiva come caporale e intermediario per conto della stessa cooperativa, e un altro 38enne di Scordia, con precedenti, che di fatto collaborava con l’azienda.

Secondo quanto emerso dagli accertamenti, i lavoratori extracomunitari venivano impiegati in condizioni lavorative ritenute altamente degradanti. Evidenziati retribuzioni ben al di sotto di quanto previsto dal contratto collettivo nazionale, turni di lavoro eccessivi e ambienti privi delle minime misure di sicurezza.

L’indagato di origini marocchine è inoltre accusato di estorsione. Avrebbe minacciato uno dei due lavoratori di licenziamento se non gli avesse restituito parte della già esigua paga percepita.

A conclusione delle attività, i due lavoratori sono stati affidati a una struttura protetta, gestita da un’organizzazione internazionale per le migrazioni. Adesso potranno ricevere assistenza e protezione.

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Cronaca

Evade dai domiciliari per le sigarette alla moglie: «È un inferno se non fuma»

Singolare “giustificazione” di un 52enne residente a Biancavilla in giro con la bicicletta a Catania

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I carabinieri della stazione di Catania Playa hanno arrestato un pregiudicato 52enne, residente a Biancavilla ma domiciliato a Catania, nella zona di Ippocampo di Mare. L’uomo doveva trovarsi ai domiciliari per reati contro il patrimonio. Però, i militari lo hanno sorpreso mentre, in bici, percorreva via San Francesco La Rena. Ha tentato di passare inosservato con il volto coperto da cappuccio e sciarpa, ma è stato fermato e identificato.

Di fronte alla constatazione della violazione, il 52enne ha cercato di giustificare la sua presenza fuori casa con una spiegazione singolare. Ha sostenuto di essere uscito per acquistare le sigarette alla moglie, una “accanita fumatrice” che, in mancanza di nicotina, si sarebbe irritata al punto da trasformare la giornata in un “inferno domestico”.

Una giustificazione che non ha però evitato l’arresto, eseguito sulla base degli elementi raccolti e ora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria, che ha convalidato il provvedimento e disposto il ripristino della misura degli arresti domiciliari.

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