Cronaca
«Mi ammazzo, non ce la faccio più» Salvato dai carabinieri in extremis

Ore di angoscia per un 30enne che aveva minacciato il suicidio per l’ennesimo diverbio con il padre. Poi, l’intervento dei militari, che lo riaccompagnano dai suoi cari e lo fanno riconciliare con il genitore.
di Vittorio Fiorenza
«Mi ammazzo». Lo ha detto ai suoi familiari e ha fatto perdere le sue tracce. Per un 30enne di Biancavilla sono stati interminabili momenti di grande apprensione. Si deve ai carabinieri del centro etneo, che si sono messi subito alla ricerca, se il giovane sia stato persuaso a non compiere gesti estremi. Grazie all’intervento dei militari, che si sono posti di fronte alla vicenda con la dovuta delicatezza e con sensibilità umana, la cronaca che vi raccontiamo non ha avuto un tragico epilogo.
Secondo i dettagli raccolti da Biancavilla Oggi, tutto è scaturito dall’ennesimo diverbio, domenica sera, tra il protagonista di questa storia ed il padre. Contrasti che, a quanto pare, sono dovuti a diversi modi di vedere le cose, a cominciare dal rapporto che il giovane ha instaurato da qualche tempo con una donna che ha una storia familiare alle spalle, essendo separata dal marito e vivendo con i figli. Rapporto non visto bene e quindi contrastato dal genitore, che viene descritto come persona onesta, un padre lavoratore, ma con una “mentalità all’antica”.
Preso dallo sconforto e dalla rassegnazione, quindi, al culmine di una situazione ritenuta non più sostenibile, il 30enne si è allontanato da casa e alla sorella, nell’ultimo contatto telefonico avuto, ha detto chiaramente quale fosse il suo intento: «Mi ammazzo».
Comprensibile, quindi, la preoccupazione che quelle parole hanno suscitato in chi le ha ascoltate e che ha fortemente temuto che quei contrasti in famiglia potessero degenerare fino ad un punto di non ritorno. Da qui, dunque, la drammatica richiesta di aiuto rivolta ai carabinieri di Biancavilla, che si sono prontati immediatamente, tutti quelli che erano disponibili, attivando le ricerche sia in diverse zone del paese che fuori dall’abitato. A dare una mano sono stati anche alcuni familiari e parenti dello stesso ragazzo, mentre a casa è stata vissuta un’interminabile ed angosciante attesa.
Dopo alcune ore, i militari hanno rintracciato il giovane, in evidente stato confusionale, in una zona di campagna, poco più a sud del paese. Camminava a piedi, sul ciglio della strada. Alla vista dei carabinieri ha tentato di nascondersi, poi i primi approcci di dialogo: «Basta, la voglio fare finita, non ce la faccio più».
È stata una corsa contro il tempo. Il 30enne era fuori di sé: aveva già scelto ed individuato il luogo in cui si sarebbe suicidato. Una volta rincuorato e confortato, ha confessato ai carabinieri che se non fossero arrivati loro, avrebbe certamente compiuto quel gesto estremo, probabilmente –come avrebbe fatto intuire– con una corda al collo. Intento fortunatamente interrotto, grazie all’intervento e ai toni rassicuranti dei carabinieri.
Ma i militari non hanno finito lì il loro compito. Già, perché, dopo un primo passaggio dalla stazione di via Benedetto Croce per le dovute formalità, hanno accompagnato il giovane a casa sua per potere essere riabbracciato dai suoi cari e si sono intrattenuti fino a notte fonda a parlare con il padre, riuscendo a farlo conciliare con il figlio.
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Cronaca
Tre studentesse travolte da una moto, grave una ragazza di Biancavilla
Incidente a Paternò: le tre compagne stavano camminando per raggiungere la fermata dell’autobus

Incidente stradale nei pressi del Parco del Sole, lungo Corso Italia, a Paternò. Una moto, guidata da un 17enne di Santa Maria di Licodia, ha investito tre ragazze che stavano attraversando la strada.
Tra i feriti, una ragazza di 16 anni di Biancavilla è stata trasferita in elisoccorso dal campo sportivo “Falcone Borsellino” all’ospedale “Cannizzaro” di Catania. Le sue condizioni sarebbero gravi, avendo riportato un trauma cranico-facciale. Le altre due giovani coinvolte, una 16enne e una 18enne, entrambe di Santa Maria di Licodia, hanno riportato fratture agli arti e lesioni a milza e polmoni.
Le tre ragazze, studentesse del Liceo Scientifico “Enrico Fermi”, stavano attraversando la strada per raggiungere la fermata dell’autobus che le avrebbe riportate a casa dopo la scuola.
Gli agenti della polizia municipale di Paternò hanno effettuato i rilievi per ricostruire la dinamica dell’incidente. La moto è stata posta sotto sequestro. Il traffico nella zona è stato temporaneamente deviato per consentire le operazioni di soccorso e i controlli delle forze dell’ordine.
Cronaca
Consegnati soldi e gioielli, truffata un’anziana di Biancavilla: due arresti
Le dettagliate indagini condotte dai carabinieri hanno consentito di risalire subito ai malfattori

Erano riusciti a farsi consegnare contanti e gioielli da una 88enne di Biancavilla, con la “sceneggiatura”, ben congeniata. Un finto avvocato ha contattato la vittima sull’utenza telefonica di casa, allarmandola con la falsa notizia di un grave incidente stradale provocato dal figlio. Per questo motivo, dunque, l’anziana madre, per evitare le spiacevoli conseguenze legali prospettate dal truffatore, ha consegnato ad un finto appartenente alle Forze dell’Ordine denaro e gioielli.
Questa volta, però, i Carabinieri di Biancavilla e di Catania, sono riusciti ad arrestare i malviventi: due 19enni catanesi. Le indagini sono scattate non appena la signora, sentito il figlio, ha compreso il raggiro, decidendo di denunciare tutto ai carabinieri di Biancavilla.
I militari hanno immediatamente avviato le indagini, mettendo in campo tutte le pattuglie disponibili e analizzando, in prima battuta, tutte le telecamere di videosorveglianza della zona, dalle quali sono riusciti a risalire all’autovettura adoperata dai truffatori, una Fiat 500 noleggiata a Catania poche ore prima.
Allertati, dunque, i colleghi della Compagnia di Catania Fontanarossa, anche i colleghi di Librino si sono messi sulle tracce dei malfattori, individuando l’autonoleggio e acquisendo i documenti di uno dei due giovani. Poi, mediante analisi tecniche e accertamenti presso la banca dati in uso alle Forze di Polizia, gli investigatori hanno ricostruito il percorso effettuato dall’auto, accertando che quel giorno era stata a Biancavilla e si era fermata davanti alla casa della vittima, per poi rientrare a Catania.
Le varie pattuglie in campo hanno perciò predisposto un servizio di osservazione a distanza, beccando poi i due giovanissimi truffatori mentre stavano riconsegnando l’utilitaria, convinti di averla fatta franca. I due, portati in caserma e arrestati, devono rispondere di truffa aggravata. Il giudice ha convalidato gli arresti, sottoponendo i due giovani ai domiciliari.
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