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Aperta una moschea a Biancavilla: base per un dialogo interreligioso e culturale
Alla comunità musulmana di Biancavilla, il saluto del sindaco Bonanno e del vicario foraneo, padre Zappalà
Aperta una moschea a Biancavilla per la comunità musulmana, che nel nostro paese conta una cinquantina di persone, in gran parte provenienti dal Marocco ed alcuni tunisini ed algerini. Il luogo di culto è in via Vittorio Emanuele, a pochi passi dalla chiesa dell’Idria. Sarà riferimento anche per persone di religione islamica di Adrano e dei paesi vicini.
La moschea di Biancavilla è stata dedicata a Maryam, ovvero alla Madonna. Una intitolazione non casuale, ma un gesto che vuole essere l’inizio per la creazione di un “ponte” verso la comunità biancavillese. Così l’ha motivato il presidente della Federazione regionale Islamica della Sicilia, Ismail Bouchnafa, che ha espresso parole di apertura e tolleranza.
L’apertura di una moschea nella “cattolicissima” Biancavilla pone le basi, quindi, per l’avvio di un dialogo interculturale e interreligioso. Principi ispiratori della Confederazione Islamica Italiana, in cui la comunità musulmana di Biancavilla si riconosce.
«Una moschea qui –spiega Bouchnafa– era un sogno che coltivavamo da diversi anni a Biancavilla, visto che la più vicina è a Paternò. La comunità musulmana qui è ben integrata e lavora molto bene nel territorio. Da qui, la necessità di avere un luogo di culto».
La moschea sarà aperta a Biancavilla ogni giorno, la preghiera settimanale è il venerdì. «Ma questo –sottolinea il presidente Bouchnafa– non sarà solo un luogo di preghiera perché il nostro obiettivo è partire da qui per creare occasioni di incontro, conoscenza e di rispetto reciproco con la comunità cristiana».

Il saluto del sindaco Bonanno e di padre Zappalà
Al momento di preghiera è seguito un momento conviviale con l’offerta di tè caldo, cous cous e dolci tipici. Presenti alcuni imam, tra cui quello di Caltanissetta. Ma anche due rappresentanti del Movimento dei focolarini.
Il sindaco di Biancavilla è stato impossibilitato ad intervenire, ma ha inviato alla comunità una lettera di saluto con l’invito a ricevere una delegazione al palazzo comunale. A portare un saluto istituzionale anche il maresciallo Fabrizio Gatta, comandate della stazione dei carabinieri di Biancavilla.
Strette di mano tra i rappresentanti della comunità musulmana e padre Giovambattista Zappalà, vicario foraneo, che ha voluto manifestare apertura e accoglienza, dando disponibilità ad incontri comuni nel segno del dialogo. Assieme a padre Giovanni, anche padre Francesco Laudani, missionario comboniano di Biancavilla, che in questo momento si trova in paese in attesa di ripartire per il Congo.

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Due salme “scambiate” all’ospedale, i familiari piangono il morto sbagliato
Assurdo episodio al “Maria Ss. Addolorata”, l’Asp precisa: «Non è dipeso dalla nostra responsabilità»
Due salme scambiate all’ospedale “Maria Santissima Addolorata”, i parenti piangono il morto sbagliato. Un episodio di errori, equivoci e assurdità. È successo che due uomini sono morti nella struttura ospedaliera. Le salme si sono trovate una a fianco all’altra nella sala mortuaria. Dopo il nulla osta dato dagli uffici, una delle bare è stata trasportata dall’agenzia di pompe funebri a casa della famiglia. È qui che, però, i parenti affranti si sono trovati a piangere… il morto sbagliato. A segnalare l’equivoco – -come raccontato dalla Tgr Sicilia, nel servizio che riportiamo sopra – è stato padre Pino Salerno, che conosceva uno degli anziani deceduti, essendo stato ospite della comunità di “Croce al vallone”, di cui è presidente.
Così, il feretro ha fatto il viaggio inverso, ritornando all’ospedale. Verificate le identità dei defunti, gli operatori dell’agenzia funebre hanno dovuto fare uno scambio di vestiario. Caricata in auto l’altra salma, quella “corretta”, l’hanno poi consegnata finalmente alla famiglia. Stessa cosa per l’altra bara.
Da parte dell’Asp di Catania, da cui dipende l’ospedale di Biancavilla, si precisa che «le salme sono state regolarmente riconsegnate ai familiari e agli aventi diritto, nel pieno rispetto delle procedure previste e delle normative vigenti. Sono stati scrupolosamente applicati tutti i protocolli, documentando puntualmente ogni fase dell’iter».
«Eventuali disguidi o problematiche emerse successivamente alla riconsegna – puntualizzat l’azienda sanitaria – non possono pertanto essere attribuiti all’Ospedale, che ribadisce di non avere alcuna responsabilità in merito all’accaduto. La Direzione Medica del Presidio ha comunque fornito un contributo operativo rilevante, collaborando attivamente all’individuazione e alla ricostruzione dell’accaduto e mettendo a disposizione ogni elemento utile alle verifiche».
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L’omaggio artistico di Luca Arena: un murale dedicato a Valentina Salamone
La 19enne di Biancavilla uccisa ad Adrano ricordata con un’opera simbolica in via Benedetto Croce
Un omaggio nel ricordo di Valentina Salamone, la 19enne di Biancavilla uccisa in una villetta di Adrano. Nella Giornata contro la violenza sulle donne, Biancavilla le ha dedicato un murale in via Benedetto Croce, a due passi dalla stazione dei carabinieri. L’opera è stata realizzata da Luca Arena e sostenuta dal Comune.
Un modo semplice ma sentito per ricordare ancora una volta Valentina, a 15 anni dalla morte, per la quale è stato condannato all’ergastolo Nicola Mancuso. Il volto di Valentina, 19 farfalle (il numero dei suoi anni) e una bilancia della giustizia a metà. «Sta a significare – ha detto Luca Arena – che su quella terribile vicenda c’è ancora qualcosa da chiarire. È un’opera per la memoria, ma anche per la verità».
«Non è solo arte. È una ferita aperta, un monito perpetuo e una promessa di verità che non possiamo e non vogliamo dimenticare», ha scritto il sindaco Antonio Bonanno. Il primo cittadino ha ringraziato Luca Arena «per averci donato questo simbolo potente che ci impone di tenere sempre alta l’attenzione».
Momento di profonda commozione per le parole del papà di Valentina, Nino Salamone: «Grazie a tutti per l’affetto che continuate a dimostrare verso la mia Valentina. Per noi familiari è un ergastolo di dolore, ma vedere tutta la città qui riunita per lei è un segno importante che ci dà forza».
Il comandante della stazione dei carabinieri, il maresciallo Francesco De Giovanni, ha esortato tutte le donne vittime di abusi a non avere paura e a denunciare, assicurando che le Forze dell’Ordine sono al loro fianco per proteggerle.
I ciclamini degli studenti
In questa giornata, altre iniziative sono state promosse a Biancavilla. Gli alunni delle scuole hanno piantato dei ciclamini davanti alle sculture delle scarpe rosse in piazza Sant’Orsola. Un gesto semplice e profondo, per dire che la speranza di un futuro senza violenza fiorisce solo se la seminiamo nelle giovani generazioni. I ragazzi delle associazioni “Lotus”, “Dona con Cuore” e “Insieme” hanno distribuito ai presenti una frase dedicata alle donne da portare sul petto.
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