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In città

Immigrazione, a Villa delle Favare il docufilm “Io sono io e tu sei tu”

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L’appuntamento è per questa sera, alle ore 18, a Villa delle Favare. La fondazione Integra, una realtà nata nel 2008 da un gruppo di consorzi e cooperative impegnate nel sociale e nell’assistenza sociosanitaria, presenterà il docufilm dal titolo “Io sono io e tu sei tu”, diretto da Tiziana Bosco e interpretato da Marcello Mazzarella e Luigi Burruano con la collaborazione degli ospiti del Centro di accoglienza richiedenti asilo di Mineo.

È il primo momento di sensibilizzazione e confronto di una campagna sui grandi temi dell’immigrazione e dell’accoglienza che proseguirà con la proiezione del docufilm nelle scuole in Sicilia e che è culminata con l’evento benefico de “La partita dell’accoglienza”, svoltasi l’11 aprile allo stadio di Catania tra la Nazionale Attori e la squadra del Cara di Mineo, fresca di promozione nel campionato di seconda categoria.

Il filo conduttore di queste iniziative è la volontà di rappresentare i tanti gesti concreti di solidarietà di realtà associative, di cooperative, di donne e uomini, che riflettono e cercano di dare risposte adeguate, pur tra mille difficoltà.

Il documentario vuole descrivere un modello di accoglienza che funziona e che offre agli ospiti una serie di servizi ben al di là di quelli richiesti normalmente dai bandi di gara, garantendo così una maggiore integra zione e facilitando il percorso di inserimento in una comunità e in un territorio con tradizioni, culture, lingua e normative diverse da quelle di origine dei migranti.

Allo stesso tempo, tramite una storia di finzione interpretata da due noti attori siciliani con la collaborazione attiva di molti richiedenti asilo (in veste di attori, comparse, costumisti, ecc.), si è voluto spezzare una lancia contro i pregiudizi esistenti nei confronti degli stranieri che arrivano in massa nella nostra terra, fuggendo da guerre, miseria, persecuzioni politiche, di razza e di religione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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In città

Giuseppe La Venia all’oratorio “Don Bosco”: i retroscena dell’inviato del Tg1

Il giornalista Rai ospite della parrocchia dell’Annunziata per una testimonianza professionale e umana

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© Foto Biancavilla Oggi

Un confronto e un’occasione di riflessione su comunicazione, giornalismo e valori umani. L’oratorio “Don Bosco” della parrocchia dell’Annunziata di Biancavilla ha ospitato Giuseppe La Venia, giornalista Rai e inviato del Tg1, per un incontro dal titolo “Dialogo e fede nell’era dei social”.

L’iniziativa ha offerto ai ragazzi della comunità parrocchiale, guidata da padre Giosuè Messina, un faccia a faccia con un cronista sempre in prima linea. La Venia ha condiviso la propria esperienza professionale e umana, ricordando la sua formazione cattolica. E non ha mancato di svelare i retroscena e le responsabilità etiche del mestiere di giornalista. Dai servizi realizzati sulla sofferenza e la morte di Papa Francesco, alla cattura di Matteo Messina Denaro, dall’emergenza Covid al terremoto in Turchia, fino alla guerra in Ucraina.

Tra testimonianza e racconto, l’inviato del Tg1 ha mostrato come dietro ogni notizia ci siano persone, storie e scelte difficili, da affrontare con uno sguardo umano e rispettoso. Nel dialogo con i giovani presenti, La Venia ha risposto alle domande, raccontato aneddoti e sottolineato l’importanza di mantenere equilibrio e verità sostanziale in un tempo dominato dai social, dagli influencer e dalle fake news.

L’incontro si inserisce nel percorso di impegno formativo dell’oratorio “Don Bosco”. Lo stesso La Venia ha ricordato come negli ultimi anni partecipi con entusiasmo ad appuntamenti simili nelle scuole e ora anche negli oratori, raccogliendo così l’invito che – come lui stesso ha sottolineato – gli aveva rivolto l’arcivescovo di Catania, mons. Luigi Renna.

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In città

Rievocazione Arbëreshë con corteo in costumi d’epoca: Biancavilla alle origini

Evento culturale giunto alla settima edizione: un mix di storia, leggenda e tradizioni religiose

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Torna a Biancavilla, domenica 28 settembre, a partire dalla ore 18.30, la “Rievocazione Arbëreshë”, giunta alla sua settima edizione. Evento che evoca le origini di Biancavilla, la fondazione ad opera di un gruppo di profughi epiroti in un mix di storia, leggende e tradizioni. Ci sarà un corteo che, partendo da Villa delle Favare, percorrerà la via Vittorio Emanuele fino a piazza Sant’Orsola per poi fare il percorso inverso e fermarsi a piazza Roma, ai piedi della basilica.

Il corteo sarà preceduto dal gonfalone Arbëreshë e quello di Biancavilla, da sbandieratori, musici, giocolieri vari con la partecipazione del Rione Matrice di Motta S. Anastasia. A seguire, i figuranti delle nobili famiglie Masi, Basile ed altre, i Papas, la carrozza trainata da cavalli che trasporta Giorgio Castriota, il grande Scanderbeg, il quadro della Madonna, la statuetta di San Zenone. Verrà così riproposta in pompa magna e con fastosi costumi rigorosamente d‘epoca l’arrivo di quei profughi alla fine del 1400, consentita da Gian Tommaso Moncada, conte di Adernò, che per loro chiese ed ottenne dal Regno di Sicilia la licentia populandi.

L’associazione “Rievocazioni Storiche Arberesche” propone la storica sfilata per le vie cittadine, ottenendo un vasto e sempre crescente consenso dei biancavillesi e dei paesi vicini. L’attività promossa dall’associazione tende a far conoscere e riscoprire le nostre origini. Da gennaio 2024, l’associazione ha un nuovo direttivo con Pietro Finocchiaro (presidente), Elsa Vittoria Sangiorgio (vicepresidente), Enzo Meccia (segretario-tesoriere) e i revisori dei conti Rosa Castelli e Rosa Lanza. Direttrice artistica della manifestazione è Graziella Milazzo.

Quest’anno la manifestazione sarà arricchita dalla presenza di Enzo Meccia, cultore di storia locale, che dialogherà con Graziella Milazzo, per chiarire meglio gli aspetti meramente storici dell’arrivo dei profughi nella terra di Callicari o Pojo Russo.

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