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Chiesa

Parrocchiani dell’Idria in pellegrinaggio nei luoghi della mistica Natuzza Evolo

I fedeli e padre Giovambattista Zappalà hanno visitato pure il santuario di San Francesco di Paola

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Un gruppo di 70 fedeli della parrocchia dell’Idria di Biancavilla ha fatto visita ai luoghi di Natuzza Evolo, la mistica proclamata serva di Dio nel 2019 e per la quale è aperto il processo di beatificazione.

I biancavillesi, con padre Giovambattista Zappalà, sono stati a Paravati, frazione di Mileto, in Calabria. Qui hanno potuto partecipare, insieme ad altri gruppi di pellegrini, alla Messa domenicale nel nuovo e grande santuario dedicato al “Cuore immacolato di Maria”, voluto da mamma Natuzza. Il gruppo ha poi visitato la tomba di Natuzza.

Il giorno precedente, invece, visita a san Francesco di Paola, la cui reliquia del bastone era stata lo scorso febbraio all’Idria. Accoglienza nel santuario dai frati minimi. Qui il gruppo ha partecipato alla celebrazione eucaristica e, accompagnato da un frate, ha potuto visitare i luoghi del santo paolano.

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Renna all’Idria parla degli sfruttati al supermercato: «No al silenzio»

L’intervento del vescovo in occasione della presenza del reliquiario della Madonna delle lacrime

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© Foto Biancavilla Oggi

«In queste settimane ho pensato molto a Biancavilla». L’arcivescovo Luigi Renna parla alla comunità parrocchiale dell’Idria e ribadisce il suo intervento contro lo sfruttamento dei lavoratori. Lo ha fatto in riferimento all’inchiesta che ha portato all’arresto del titolare e del direttore commerciale di un supermercato. Un esercizio commerciale nel quale – stando agli accertamenti della Guardia di finanza – i dipendenti venivano pagati anche meno di 2 euro l’ora, senza ferie o giorni di riposo.

«I cristiani non possono restare in silenzio», ha detto Renna. Anche perché «il silenzio e la posizione di cliente rende complici». In questo senso, il capo della Chiesa catanese si è rivolto pure alla classe politica perché faccia la sua parte.

Un intervento in cui ribadisce la sua presa di posizione, riportata da Biancavilla Oggi, con l’invito ad essere consumatori vigili ed attivi.

Parole nette pronunciate dal vescovo nella parrocchia retta da don Giovambattista Zappalà, alla presenza di una folta rappresentanza del clero in una chiesa gremita di fedeli. Presenze istituzionali, quelle del sindaco Antonio Bonanno e del comandante dei carabinieri, Francesco De Giovanni.

L’occasione è stata data dalla presenza del reliquiario della Madonna delle Lacrime di Siracusa. Durante la celebrazione eucaristica, Renna ha anche benedetto la nuova mensa e il nuovo ambone, segno di rinnovamento e decoro liturgico per la chiesa parrocchiale. Al termine, proiezione di un video-documento sulla Lacrimazione e sull’evento prodigioso avvenuto a Siracusa nel 1953.

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Chiesa

Ex Allieve salesiane, da un secolo presenti e impegnate per Biancavilla

La presidente Santina Polizzi: «Siamo in 50 in vari ambiti, oratorio, dopo scuola, opere di carità»

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Era il 1925. La Grande Guerra era finita da appena sette anni lasciando strascichi di povertà e dolore. Biancavilla contava meno di ventimila abitanti in un mucchio di case affacciate su strade in terra battuta. Negli anni della vittoria del Partito Popolare, che precedettero il Fascismo, il nostro paese vedeva la realizzazione del primo edificio scolastico e l’apertura delle scuole di Avviamento professionale.

Gli uomini andavano presto a lavorare al mattino, a volte mancavano da casa intere settimane. Portavano il pane. E le donne? Le donne lavoravano anche più dei “maschi di casa”: crescevano i figli, accudivano i familiari più fragili, tenevano su la casa e le relazioni tra i parenti, spesso con enormi sacrifici. Le donne riuscivano in quegli anni difficili anche a investire qualche spicciolo messo di lato e depositato nella Cassa Rurale San Placido. Molte di quelle donne, soprattutto giovani e adolescenti, avevano da qualche anno imparato a frequentare “i surelli”, le Salesiane arrivate a Biancavilla nel 1906 seguendo il carisma di san Giovanni Bosco e che fin da subito avevano iniziato la loro opera.

Tante le ragazze che, col permesso – e anche la diffidenza di qualche familiare – si impegnavano nelle attività proposte dalle suore. Il ricamo e il cucito erano le principali, ma non possiamo scordare le lezioni e i laboratori di “economia domestica”, le nozioni di igiene e di pronto soccorso. Attività che per la prima volta venivano svolte fuori dalle mura casalinghe. A tutto questo si univa l’attività di apostolato e di preghiera, di formazione e di carità verso i bisognosi, prime fra tutte le orfanelle e i bambini poveri che in quell’istituto trovavano asilo e cura. Un’opera quasi tutta al femminile.

Rosaria Cuscunà e il primo nucleo di ex allieve

Nel 1925, come si diceva, grazie a Rosaria Cuscunà, biancavillese poi consacratasi come suora, nacque il primo nucleo di Ex Allieve Salesiane: donne che avevano frequentato una delle attività o che erano state assistite dall’istituto e che desideravano continuare un cammino di missione e spiritualità all’interno della famiglia salesiana.

E da allora non si sono mai fermate. In cento anni hanno fatto tanto per affermare e fare crescere il “trinomio” del sistema preventivo di don Bosco: Ragione, Amorevolezza e Religione, traducendolo nei valori umani di dignità, fede e solidarietà verso ogni persona.

«Oggi siamo una cinquantina di iscritte – riferisce l’attuale presidente Santina Polizzi – anche se a frequentare gli incontri siamo molte di meno. A noi fanno riferimento anche alcune socie di Adrano. Le Ex Allieve, assieme alle suore, ai Cooperatori e ai tanti volontari, curano le attività dell’oratorio in istituto, il dopo scuola, fanno assistenza e sono impegnate in molteplici opere di carità sia in Istituto e sia anche nelle parrocchie».

Ogni ex allieva partecipa alla missione educativa dell’Istituto, si impegna oggi più che mai per la promozione della donna e la difesa della vita e dei diritti umani. Collabora con organismi civili ed ecclesiali sul territorio, operando attivamente in diversi ambiti: dalla famiglia all’ambiente di lavoro, dal mondo politico e sociale alla scuola e al tempo libero.

«Ci impegniamo con le suore a svolgere le varie attività che ideiamo e portiamo avanti insieme. Ma operiamo –continua la Polizzi – soprattutto nelle nostre famiglie e nelle parrocchie. Ci incontriamo con il nostro assistente due volte al mese, organizziamo periodici ritiri, pellegrinaggi e altre manifestazioni secondo lo spirito di don Bosco».

Crisi di adesioni, impegno continuo

È vero pure che da tempo, seguendo una globale secolarizzazione e un considerevole declino dell’influenza religiosa nella società e nella vita pubblica, anche l’associazione ex allieve di Biancavilla vive una crisi soprattutto nelle nuove adesioni.

«È ormai assodato che i giovani sempre in cerca di novità e a volte di emozioni effimere, cerchino altri ambiti dove socializzare e impegnarsi», afferma don Ambrogio Monforte, che dal 2011 è l’assistente spirituale dell’Associazione Ex Allieve di Biancavilla. «In questi ultimi anni – conclude – stiamo cercando, assieme alla presidente, di sensibilizzare le fasce giovanili all’impegno secondo il carisma salesiano, con l’iscrizione al nostro gruppo che comunque è uno dei più numerosi della provincia. Speriamo che questi semi possano attecchire e dare frutti nuovi così come è stato in questi cento anni».

Don Bosco e madre Mazzarello come modelli

L’associazione, in sinergia con le altre presenti nel territorio nazionale, si arricchisce continuamente degli elementi carismatici provenienti dal sistema preventivo di don Bosco e di madre Mazzarello, che oggi si ripropone come un programma di educazione integrale, rispondente alle più autentiche aspirazioni della persona: la ricerca della verità, il bisogno di Dio e l’apertura alla relazione.

Questi principi, radicati nella tradizione, continuano a guidare e a ispirare le nuove generazioni verso un cammino di crescita umana e spirituale, mantenendo vivo il senso di comunità e di speranza nel domani.

In un mondo in continuo cambiamento, la storia delle Ex allieve di Biancavilla dimostra che i valori di fede, solidarietà e impegno civile sono più attuali che mai. La testimonianza di queste donne, che hanno lavorato per un secolo alla crescita umana e spirituale della comunità, ci ricorda che il vero cambiamento parte da chi sceglie di fare la differenza, un gesto alla volta. Un esempio concreto di come il passato possa ispirare un futuro di speranza e impegno condiviso.

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