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«Gerardo Sangiorgio, il martire dei lager che il Comune ha ignorato»

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Gentile Vittorio Fiorenza, come ormai tutti i biancavillesi curiosi e desiderosi di notizie sul nostro paese, anche io seguo quotidianamente ed assiduamente Biancavilla Oggi e mi congratulo per l’informazione che fornite, ben diversa da quella esistente offerta da altri mezzi, a mio avviso piatta, monotona e noiosamente filo-istituzionale.

Ho seguito con molto interesse i contributi che avete dedicato al prof. Gerardo Sangiorgio, vittima della barbarie nazista. Molto commovente la sua intervista al figlio Placido, così come l’articolo di Salvatore Borzì sulla missiva inedita di Sangiorgio inviata al fratello.

Gerardo Sangiorgio è da considerare un cittadino biancavillese illustre e va ricordato sempre alla comunità e soprattutto agli studenti. Il suo esempio, il dramma che ha vissuto, la sua testimonianza di vita dovrebbero essere evidenziati almeno una volta all’anno, almeno in ogni 27 gennaio.

Da biancavillese, mi permetta di esprimere attraverso il suo giornale tutta la mia indignazione, il mio sdegno per la grave e ingiustificabile “dimenticanza” di cui l’istituzione comunale si è macchiata. L’amministrazione comunale non ha promosso nessuna iniziativa ufficiale per l’unico biancavillese che ha vissuto nei campi di sterminio.

La cosa assurda è che mentre in altri comuni etnei è stato ricordato Gerardo Sangiorgio, nel suo paese natale è stato ignorato. Sconosco l’assessore alla Cultura del Comune di Biancavilla, ma investirlo di queste osservazioni mi farebbe piacere.

Non basta dedicare a Sangiorgio una biblioteca, un mezzobusto e pubblicare qualche libro. Il ricordo deve essere costante. Un’amministrazione pubblica che dimentica un martire persino nella “Giornata della memoria” non merita un giudizio positivo.

Cordiali saluti,

LUCIA MINISSALE

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Fascette di plastica disseminate per le strade di Biancavilla: si lavora così?

Un nostro lettore evidenzia la prassi (a dir poco discutibile) di alcune squadre di operai della fibra ottica

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Volevo segnalare a Biancavilla Oggi una vergognosa prassi che da qualche giorno stanno facendo gli operai che stanno stendendo i cavi della fibra ottica.

Essi, per fissare i cavi, usano delle fascette nere che poi accorciano dopo averle serrate, tranciandole e facendole cadere a terra. Ma senza raccoglierle e disseminando con questa plastica resistentissima alle intemperie le strade.

Migliaia di queste fascette che in parte resteranno a terra ad arricchire la già notevole immondizia che abbiamo per le strade e in parte già è stata trasportata dalle piogge e disperse nell’ambiente.

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