Cronaca
Si fingono medici incaricati dell’Asp e derubano un’anziana di 84 anni


Via Garibaldi, tra via Innessa e via Vittorio Emanuele, a pochi passi dal palazzo comunale
di Vittorio Fiorenza
«Buongiorno signora, siamo medici mandati dall’Asp, dobbiamo controllare le medicine che prende ogni giorno». Bastano poche parole e le vittime prescelte, anziani soli ed indifesi, cadono nella trappola. L’ultima ad essere presa di mira da truffatori senza scrupoli è stata una 84enne di Biancavilla.
In due hanno citofono alla sua abitazione di via Garibaldi, in pieno centro storico, presentandosi come medici incaricati dell’Asp. I due hanno spiegato all’ignara vecchietta che avrebbero dovuto prestarle assistenza e controllare il tipo di medicine prescritte dal medico di famiglia.
Così, la donna è stata convinta a mostrare tutte le confezioni di farmaci. Mentre uno la intratteneva in fantomatici consigli su come e quando prendere le medicine, l’altro complice è riuscito ad entrare a casa e a “visitare” ogni stanza. Sono bastati pochi minuti per mettere a segno il colpo: rubati oggetti in oro e 400 euro di contante.
Soltanto dopo, l’anziana, notando che ogni cassetto dei mobili era stato rivoltato, ha capito che i due “medici” erano in realtà dei ladri. Avvertiti i carabinieri, che hanno avviato le indagini, anche se in genere è difficile risalire a questi ladri approfittatori di persone indifese.
Nelle scorse settimane, Biancavilla è stata di fatto “invasa” da squadre di persone ben vestite, con valigetta in mano e muniti di un tesserino identificativo che si presentavano come addetti dell’Enel. Bussavano porta a porta e chiedevano di potere visione l’ultima bolletta o di visionare il contatore per poi proporre tariffe con un risparmio assicurato.
In realtà, come ormai spesso specifica Enel, non si tratta di loro incaricati, ma, nella migliore delle ipotesi, di venditori di altri piccoli gestori che offrono contratti poco trasparenti oppure veri truffatori in cerca di anziani o persone allettate dal facile risparmio.
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Cronaca
Stranieri sfruttati sul lavoro: nei guai biancavillese a capo di una cooperativa
L’uomo, presidente del Consiglio di amministrazione, denunciato assieme ad altre due persone

Un 32enne di Biancavilla, con precedenti penali, è fra i tre denunciati dal Nucleo Ispettorato del Lavoro di Catania nell’ambito di controlli contro lavoro irregolare e caporalato. L’uomo, presidente del consiglio di amministrazione di una cooperativa agricola, è ritenuto responsabile di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
I controlli hanno portato alla luce un sistema illecito di reclutamento e impiego della manodopera. Le vittime sono due lavoratori stranieri in condizioni di forte vulnerabilità.
Oltre al biancavillese, sono sotto indagine un 38enne marocchino residente ad Adrano, incensurato, che agiva come caporale e intermediario per conto della stessa cooperativa, e un altro 38enne di Scordia, con precedenti, che di fatto collaborava con l’azienda.
Secondo quanto emerso dagli accertamenti, i lavoratori extracomunitari venivano impiegati in condizioni lavorative ritenute altamente degradanti. Evidenziati retribuzioni ben al di sotto di quanto previsto dal contratto collettivo nazionale, turni di lavoro eccessivi e ambienti privi delle minime misure di sicurezza.
L’indagato di origini marocchine è inoltre accusato di estorsione. Avrebbe minacciato uno dei due lavoratori di licenziamento se non gli avesse restituito parte della già esigua paga percepita.
A conclusione delle attività, i due lavoratori sono stati affidati a una struttura protetta, gestita da un’organizzazione internazionale per le migrazioni. Adesso potranno ricevere assistenza e protezione.
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Cronaca
Evade dai domiciliari per le sigarette alla moglie: «È un inferno se non fuma»
Singolare “giustificazione” di un 52enne residente a Biancavilla in giro con la bicicletta a Catania

I carabinieri della stazione di Catania Playa hanno arrestato un pregiudicato 52enne, residente a Biancavilla ma domiciliato a Catania, nella zona di Ippocampo di Mare. L’uomo doveva trovarsi ai domiciliari per reati contro il patrimonio. Però, i militari lo hanno sorpreso mentre, in bici, percorreva via San Francesco La Rena. Ha tentato di passare inosservato con il volto coperto da cappuccio e sciarpa, ma è stato fermato e identificato.
Di fronte alla constatazione della violazione, il 52enne ha cercato di giustificare la sua presenza fuori casa con una spiegazione singolare. Ha sostenuto di essere uscito per acquistare le sigarette alla moglie, una “accanita fumatrice” che, in mancanza di nicotina, si sarebbe irritata al punto da trasformare la giornata in un “inferno domestico”.
Una giustificazione che non ha però evitato l’arresto, eseguito sulla base degli elementi raccolti e ora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria, che ha convalidato il provvedimento e disposto il ripristino della misura degli arresti domiciliari.
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