Detto tra blog
A Biancavilla la sinistra è scomparsa e la Politica ormai è morta da anni


Caro Prof. Pelleriti, leggo con attenzione i tuoi interventi, sempre profondi ed intelligenti, dalle pagine di Biancavilla Oggi. Devo confessarti che l’ultimo in ordine di tempo (Da quel misero 2,41% avuto dal Pd, la sinistra può risorgere a Biancavilla) ha suscitato in me una voglia irresistibile di dire la mia; sei riuscito a smuovermi da uno stato di apatia e di posizione “aventiniana”, e di questo ti ringrazio.
Tu, da romantico simpatizzante/elettore della Sinistra di altri tempi, sei giustamente amareggiato dalla sostanziale sua scomparsa dalla scena politica biancavillese; cerchi di analizzare le cause della sconfitta elettorale e suggerisci delle proposte per rilanciarne i valori, e quindi il successo in termini di consenso popolare.
Anch’io, come penso qualsiasi altra persona di mezz’età che è cresciuta ed ha vissuto credendo in quei valori, sono certamente amareggiato e condivido la tua sofferenza.
Se volessimo fare un ragionamento esteso alla politica nazionale, potremmo sostenere, come fanno tanti certamente più autorevoli di me, che la crisi della Sinistra, non solo in Italia ma anche nel resto del mondo, sia imputabile a diversi fattori, tra cui, non ultimi, il definitivo tramonto delle ideologie che hanno caratterizzato e, per certi versi, diviso il mondo nel corso del secolo scorso; l’incapacità dei movimenti progressisti di interpretare e dare risposta agli attuali bisogni delle società contemporanee, sempre più attratte da movimenti definiti populisti o sovranisti che dir si voglia.
La mia riflessione, però, non vuole toccare i grandi temi appena citati, i quali peraltro non hanno alcuna attinenza con le dinamiche che caratterizzano la politica biancavillese; non vuole nemmeno essere una disamina limitata alla condizione (rovinosa) della Sinistra locale, bensì una considerazione (certamente per alcuni errata) sullo stato in cui versa in generale la politica nel nostro paese.
Dispiace doverlo dire, ma la “Politica” a Biancavilla è ormai morta da parecchi anni!
Ho volutamente usato il maiuscolo perché, come si suol dire, con esso si intende fare riferimento alla politica intesa come scienza che, attraverso il confronto democratico tra visioni diverse e talvolta contrapposte del modo di interpretare i bisogni della società, persegue il fine ultimo del “bene comune”, inteso quale utilità e/o vantaggio a favore della collettività.
Purtroppo (e lo ribadisco con grande pena) nella nostra città questo modo di concepire la politica non esiste più da anni!
Ormai a Biancavilla imperversano dei “gruppi organizzati del consenso elettorale”, che vengono assoldati, dall’uno o dall’altro candidato di turno, e che si spostano indifferentemente verso l’una o l’altra area politica, a seconda della convenienza contingente del momento.
Non esistono regole o logiche politiche (che tu ti affanni a ricercare) alla base di tali “movimenti”; esiste solo la logica della “convenienza”, finalizzata alla vittoria della competizione elettorale ad ogni costo.
Ovviamente, com’è naturale pensare, l’arruolamento di questi neo “capitani di ventura” non avviene gratuitamente, ma presuppone necessariamente il pagamento di un “prezzo politico” che di regola si traduce in utilità/vantaggi personali, non certo a favore della collettività.
Non voglio entrare nel merito del modo (lecito o meno) con cui questi “gruppi organizzati” si procurano il consenso elettorale; questa valutazione è demandata ad altri, che hanno strumenti di indagine certamente ben più idonei ed efficaci dei miei. Una cosa è certa, questo modo di ricercare il consenso ha elevato a sistema il tanto vituperato e criticato “clientelismo” che caratterizzava la cosiddetta “Prima Repubblica”.
Anzi, se ci è consentito fare una battuta, potremmo affermare che l’attuale clientelismo si differenzia rispetto a quello del passato, per il fatto di essere un “clientelismo al ribasso”. In passato ci si “vendeva” il voto in cambio della promessa di un posto fisso, magari nella Pubblica Amministrazione; oggi si è disposti a fare qualunque cosa in cambio di qualche decina di euro, piuttosto che di un posto di lavoro a tempo determinato o magari di una semplice busta della spesa. Forse anche questo rispecchia il clima di grande crisi economica che caratterizza, purtroppo, la nostra povera terra!!
Si badi bene, io non biasimo chi, spinto dalla povertà e/o dal bisogno, è disposto ad abdicare alle proprie idee e convinzioni, in cambio di tali prebende; mio padre mi ha insegnato che la povertà non è vergogna! Biasimo fortemente, invece, quelli che, approfittando dello stato di necessità delle persone socialmente deboli, le privano del loro diritto di esprimere le proprie convinzioni politiche, e quindi in sostanza della libertà di voto sancito dalla Costituzione.
L’inevitabile approdo finale di questo sistema distorto di acquisizione del consenso è quello che, al ricorrere di ogni competizione elettorale, il confronto dialettico tra i diversi schieramenti che si contendono l’amministrazione della cosa pubblica non avviene né sulla base di una contrapposizione ideologica (ormai scomparsa, a dire di tanti) né di una comparazione tra diversi obiettivi programmatici che vengono proposti alla comunità. Il successo elettorale dell’uno o dell’altro candidato a sindaco è determinato soltanto dalla capacità di ciascuno di essi di assoldare quanti più “capi bastone”, in modo da raggiungere la fatidica percentuale numerica che gli garantisca la vittoria finale.
La conseguenza naturale di tutto ciò è che, finita la competizione elettorale, i sindaci risultati vittoriosi non si dedicano all’attuazione del programma politico sottoposto al voto degli elettori (nella maggior parte dei casi, come detto, inesistente), ma sono costretti a soddisfare quotidianamente gli appetiti dei “capitani di ventura” che li hanno condotti al successo, talvolta omettendo di valutare se tale soddisfacimento coincida o meno con il perseguimento dell’interesse pubblico dell’intera comunità.
Non possiamo nasconderci il fatto che siamo ormai abituati ad assistere a continui mutamenti di maggioranze in corso d’opera, a girandole di assessori, a conferimenti di incarichi professionali, che non rispondono ad altra logica se non a quella sopra descritta.
Per onestà intellettuale, bisogna riconoscere che il ricorso al sistema appena cennato non è prerogativa di questa o quell’altra area politica; ormai è una prassi largamente utilizzata e condivisa da tutti gli schieramenti, a prescindere dalle aree ideologiche e valoriali di riferimento.
Cosa fare di fronte a questo quadro desolante della situazione? La reazione purtroppo invalsa negli ultimi anni è stata quella di una continua disaffezione della “gente comune” nei confronti della politica, di un totale disinteresse nei riguardi della gestione della cosa pubblica, vista sempre più come qualcosa di distante e di diverso rispetto al proprio “orticello”.
Il contegno omissivo, purtroppo assunto dalla maggioranza silenziosa della comunità biancavillese, ha finito con l’aggravare nel tempo la situazione, consegnando di fatto nelle mani di quei pochi “capitani di ventura” le sorti della città in cui viviamo e, cosa per me ancora più importante, stanno crescendo e si stanno formando i nostri figli.
Se non vogliamo rassegnarci, impotenti, a tale stato di cose, dobbiamo avere tutti lo scatto di orgoglio e la voglia di impegnarci attivamente che tu, caro Prof. Pelleriti, hai manifestato dalle colonne di questo giornale.
Non possiamo rassegnarci a pensare che una comunità, come quella biancavillese, composta da persone straordinarie e che sovente ha dimostrato di avere al suo interno delle vere eccellenze (penso ai tanti giovani che hanno conseguito traguardi eccezionali nei diversi rami del sapere; ai professionisti e gli imprenditori di successo, che pure esistono nel nostro territorio), possa continuare a scivolare lungo il sentiero che la sta conducendo all’inevitabile e definitivo declino.
Bisogna fare rinascere nelle persone, soprattutto nei giovani, la coscienza civica, la voglia di impegnarsi e di occuparsi della “Politica” nell’accezione positiva che le compete. I giovani, che tu ben conosci per averne formati tanti nel corso della tua carriera professionale, devono riscoprire il senso vero dell’etica della Politica, che non è certamente quello di accaparrarsi vantaggi meramente personali, ma quello di mettersi al servizio della comunità, creando opportunità per tutti e non solo per pochi.
Per conseguire tali ambiziosi obiettivi non si può improvvisare o affidare tutto al caso; i giovani devono essere preparati e formati per diventare la nuova classe dirigente, in grado di amministrare con competenza e consapevolezza una comunità composta da circa venticinque mila persone, le cui inevitabili criticità esigono che gli amministratori siano dotati delle necessarie conoscenze ed attitudini.
In tale prospettiva, a mio avviso, sarebbe necessario creare continue occasioni di incontro e di dibattito su tematiche funzionali all’acquisizione delle suddette competenze; penso, ad esempio, a quelle che una volta venivano definite “scuole di formazione politica” e che fornivano ai futuri amministratori le necessarie conoscenze di base (storiche, giuridico-economiche, ecc.) per svolgere al meglio il loro delicato ruolo.
Corollario imprescindibile di questo percorso, certamente non di breve periodo, è che la comunità biancavillese sia attenta e vigile sulle scelte nel frattempo operate dai suoi amministratori. L’ordinamento giuridico, ormai da tempo, mette a disposizione della collettività idonei strumenti per conoscere gli atti amministrativi adottati dalle competenti istituzioni pubbliche.
La comunità amministrata ha il diritto-dovere di conoscere le scelte operate dai suoi rappresentanti e, se del caso, smascherare eventuali abusi e/o privilegi accordati indebitamente a favore di pochi.
Solo un’attenta e consapevole vigilanza potrà costituire un valido deterrente per togliere terreno fertile a quei “capitani di ventura”, che oggi costituiscono il cancro della nostra democrazia.
Da ultimo, ma non certo per importanza, occorre che le formazioni politiche ed i partiti (almeno quel che resta) prendano consapevolezza del fatto che devono tornare ad essere luogo di dibattito serio, eventualmente anche conflittuale, sul modo di come interpretare ed affrontare i bisogni della collettività. La Costituzione attribuisce ai partiti il ruolo di strumento per consentire ai cittadini di concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale e quindi anche locale. Essi devono costituire, pertanto, il mezzo attraverso cui le istanze della comunità amministrata devono essere veicolate presso le istituzioni. Purtroppo, i partiti sembrano avere perso di vista questo loro ruolo fondamentale, finendo col trasformarsi in mere sommatorie di individualità che condividono solo il momento della campagna elettorale, salvo poi seguire ognuna il proprio percorso solitario ed individualistico. Ed invero, non rappresenta di certo una novità il fatto che, finita la competizione elettorale, gli eletti intraprendono un percorso solitario ed autoreferenziale, mentre gli altri candidati ed i simpatizzanti, che pure hanno contribuito all’elezione dei primi, tornano mestamente alle loro normali attività di sempre, senza più nemmeno essere consultati per tutta la durata della consiliatura.
Ebbene, se i partiti (e per essi chi ha responsabilità decisionali) non comprendono lo stato di profonda crisi in cui versa la nostra democrazia e non avvertono la necessità di un’immediata inversione di tendenza, saranno inesorabilmente destinati al loro definitivo declino ed alla scomparsa dalla scena politica, come peraltro confermato dalle recenti tendenze elettorali.
Per concludere, caro Alfio, mi auguro, di vero cuore, che il tuo slancio possa essere di esempio a tanti altri che, come me nel corso di questi anni, hanno preferito abbandonare l’arena politica nella quale non si rivedono più.
Anzi, lancio l’invito di dare vita ad un nuovo, grande, movimento di opinione, che raccolga forze mature, come noi, ancora ancorate ai valori dell’onestà, della libertà e della democrazia, e forze giovani, con lo spirito di contrastare l’inesorabile decadentismo politico attuale.
Non possiamo rassegnarci all’idea che i valori dell’onestà, della legalità e della democrazia, oggi, siano calpestati e vituperati quotidianamente, nell’assoluta indifferenza della maggioranza silenziosa della nostra comunità. Con affetto e stima.
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È il momento (forse) di ripensare alle modalità di governo di Biancavilla
Un elenco di fatti, notizie e criticità che si intensificano: riflessioni e osservazioni a distanza


Da circa un anno a questa parte mi capita di leggere notizie pubblicate su Biancavilla Oggi relative a fatti e situazioni non certamente nuove ma che percepisco come intensificarsi e, quasi, a frequenza giornaliera. Premetto che non è mia intenzione criticare fine a se stesso o puntare il dito contro alcuno/a. Sono solo una sintesi di ciò che osservo da lontano ma anche quando mi trovo spesso in loco (è il paese che mi ha dato i natali e ritengo di averne il diritto-dovere).
-Rifiuti in libertà in molte zone
-Mancanza di acqua in molti quartieri
-Contrasto incompiuto agli aspetti negativi della movida
-Parcheggi selvaggi e “silenzio” su musica ad “alto volume” da auto
-Risse e episodi violenti
-Teatro della vergogna (“La Fenice”)
-Traffico ineducato e non gestito
-Officine, carrozzerie, negozi alimentari… abusivi (si è mai pensato di proporre loro un aiuto/contributo per invitarli a mettersi in regola? Non li giustifico ma in fondo sono persone che si inventano un lavoro per vivere)
-E la chicca, persistente e forse unica nel suo genere, l’accordo programmatico pre-elettorale delle nomine di Assessori e figure istituzionali che mi appare come uno sponsor allo stipendificio (6 mesi a me, 6 mesi a te, 6 mesi per tutti).
Un cambio di rotta
Forse, e ribadisco forse, è arrivato il momento di ripensare profondamente le modalità di governo del territorio. Non è importante se a proporlo lo faccia la destra, sinistra, centro, sottosopra o diagonale: far rispettare le regole e dare supporto concreto ai cittadini non ha nessun colore ed è un obbligo morale e sociale per chi ricopre il ruolo di amministrare e gestire la cosa pubblica.
Più presenza attiva e frequente nei cantieri, specie quelli pubblici, nelle strade principali e le vie interne, controlli senza preavviso, dialogare con le Persone non con l’obiettivo immediato di punirli; ciò va fatto in tutte le ore senza cercare alibi sulla mancanza di soldi o tempo.
E sarebbe utile, ed è una mia personale opinione, comunicare ai cittadini una sintesi delle varie voci di spesa che compongono i progetti (ad esempio quelle su 1,35 milioni di euro per rifacimento basolato lavico di via Dott. Portale).
Sforzi e volontà non mancano
Qualcuno, forse tanti, risponderebbero che “queste cose succedono dappertutto”; quindi vogliamo confrontarci con i cattivi esempi? Eh no, troppo facile e superflua come scusante per non porsi delle domande; personalmente non mi interessa cosa di pessimo facciano gli altri, mi interessa la realizzazione di cose utili per la collettività del paese; poi se “gli altri” vogliano condividerlo diventeremmo un esempio positivo.
Il Chi, Come e Quando non sarò certo io a indicarlo, non ne avrei le competenze ma credo che sul territorio ce ne siano. Perché è anche vero che le responsabilità passano anche dai cittadini tutti, me per primo. Altresì, ho apprezzato e apprezzo gli sforzi e volontà di questa e precedenti Amministrazioni Comunali di realizzare buone opere e servizi ma ritengo che la percezione comune, a parte le sterili polemiche, sia di orientamento diverso. La percezione, quando predominante, ha una sua forza stravolgente. E sono abbastanza convinto che migliorare la gestione del paese possa dare un certo valore anche ai “Ricchi & Poveri” (questa passatemela come battuta, mica tanto ironica).
GIANFRANCO GALVAGNO
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«Centro storico di Biancavilla, ore 23: un bambino mi ha offerto della droga»
Episodio in via Vittorio Emanuele: il piccolo che tenta di cedere “qualcosa” avvolta nel cellophane


Ho assistito ad un fatto triste e raccapricciante, che racconto qui, sulle pagine di Biancavilla Oggi, per alzare il livello d’attenzione. È accaduto pochi giorni fa, quando, dopo un film con gli amici, ero intento a ritornare a piedi a casa. Erano le 23 circa quando dal distributore automatico, situato in via Vittorio Emanuele, all’angolo con via Milone, è spuntato un bambino straniero, la cui età si aggirava attorno ai dieci anni. Il piccolo, si è avvicinato alle mie spalle con un pacchettino avvolto da cellophane delle dimensioni di una caramella, e me lo ha offerto, facendomi dei gesti, come se volesse offrirmi qualcosa da inalare per vie nasali.
Seppur non avuto modo di constatare con certezza, credo proprio che si trattasse di droga. Ho provato in tutti i modi a rifiutare, ma imperterrito mi seguiva da dietro, cercando a tutti i costi di convincermi. A questo punto sono stato costretto a spingerlo per allontanarlo, nonostante ancora cercasse di infilarmi nelle tasche ciò che aveva tra le mani. Dopo un paio di spintoni, il ragazzino ha perso le speranze e si è dileguato. A prescindere dal fatto che avesse o meno della sostanza stupefacente, quella condotta penso sia da ritenere grave e sintomatica di un vissuto e un’educazione che forse andrebbero indagati.
Un episodio significativo e straordinario. Ma ce ne sono altri che riguardano i nostri quartieri e le strade del nostro paese: gente irrispettosa, vandali e “sporcaccioni”. Il rispetto delle regole passa sempre in secondo piano. Talvolta i protagonisti sono giovanissimi, anche stranieri, in preda all’alcool e alle droghe, i quali disturbano il centro storico, condizionando le vite dei cittadini.
Racconto un altro episodio spiacevole. Questa volta non parliamo di bambini, ma di persone adulte, due donne, incivili e nostre concittadine. Mi accingevo a percorrere il Viale Dei Fiori in direzione Biancavilla, venendo da Adrano. Ad immettersi nella medesima strada, provenendo dalla zona in cui è sito il negozio “ML”, una macchina con a bordo le due donne. Uscendo da quella strada bisogna obbligatoriamente percorrere la rotatoria per ritornare in direzione Biancavilla. La conducente con una sgommata mi ha tagliato la strada, infischiandosene del segnale d’obbligo, il quale indica di percorrere la rotatoria. A far notare questa svista è stato il mio colpetto di clacson. La risposta delle due signore? Un brutto gesto dal finestrino e letteralmente “fumo agli occhi”, proveniente dal mal ridotto tubo di scarico del veicolo.
Lancio un appello alle autorità: prestate più attenzione ai nostri giovani, anche se comprendo che il vostro lavoro non è per nulla semplice, però bisogna a tutti i costi intervenire, affinché i ragazzi si salvino da situazioni di malavita. Un appello ancora più forte va ai genitori: cerchiamo di far capire ai nostri figli la strada giusta da intraprendere, per il loro bene e per quello della società tutta.
Come fare ciò? Basterebbe semplicemente dare il buon esempio, rispettando le regole (come allacciare la cintura di sicurezza mentre si è alla guida o non buttare spazzature a terra…). Se tutti diventassimo degli educatori, lasciando il velo dell’omertà e denunciando i fatti illeciti, ci sarebbe un posto migliore in cui vivere sereni.
Guardando al nostro paese mi rammarico poiché noto che tra gli adolescenti e tra i giovani, la cultura si sta perdendo. Alcuni hanno dei grandi talenti che sfruttano al meglio e vengono premiati per ciò che fanno. Altri, purtroppo, si lasciano intorpidire dalle brutte vie. Chiedo agli esperti nel settore di pensare a qualche manifestazione culturale indirizzata ai giovani. E chissà… magari con un po’ di pazienza e molto impegno da parte di tutti, potremmo migliorare le nostre vite.
AGGIORNAMENTO
Il bambino individuato già dai carabinieri
La notizia del bambino in atteggiamento da pusher, pubblicata da Biancavilla Oggi, oltre a creare stupore e indignazione, ha fatto scattare immediatamente l’attenzione dei carabinieri. La nostra redazione è stata in contatto con la stazione di via Benedetto Croce, che ha acquisito le informazioni. Il nostro collaboratore, autore dell’articolo, Salvatore Barbagallo, si è messo a disposizione dei militari.
In meno di mezz’ora, i carabinieri, che avevano già avuto sentore, hanno preso a cuore la vicenda, contestualizzandola e individuando il bambino, che è di origine straniera. I militari proseguono le indagini, con il massimo riserbo, per questo caso particolarmente delicato.
L’episodio denunciato da Biancavilla Oggi, nel nostro paese resta senza precedenti. Un campanello d’allarme che non può lasciare indifferenti. In caso di situazioni simili, l’invito è a contattare immediatamente il Numero Unico di Emergenza 112 oppure la caserma di Biancavilla per un pronto intervento.
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A Biancavilla controlli a tappeto dei carabinieri, rinforzi arrivati da Palermo
A. Pelleriti
5 Luglio 2018 at 16:38
C’è stata una risposta alla vecchia politica in Italia? Con quali fatti oltre alle quotidiane promesse propagandistiche? O forse sono fatti l’avere impedito a naufraghi disperati di potere avere soccorso e aiuto? Di nuovo si muore nel Mediterraneo, mentre soddisfatti i neofiti del Palazzo affermano che tutto è cambiato rispetto alla vecchia politica. Ma davvero, di nuovo, “Pietà l’è morta!”? E il “Me ne frego!” è ancora il motto? Auspicare il cambiamento “senza tapparsi gli occhi” significa acclamare Di Maio e il M5s? Cioè farsi guidare da un comico prestato alla politica e alla piattaforma Rousseau di Casaleggio che dà dell’assassino a un avversario politico in cui si riconoscono milioni di elettori? Bisognerebbe riconoscersi in un movimento che governa insieme al leghista, sovranista, lepenista, xenofobo Salvini, che chiude porti e confini e propone di non rispondere agli SOS in mare, riproponendo egoismi fascisti e avventurismi dadaisti e futuristi? No, grazie!
Per non essere tacciati di comportamenti gattopardeschi dovremmo rinunciare agli ideali del socialismo per seguire quelli dei Grillo, dei Di Battista, della Taverna? Dovremmo dimenticare il solidarismo della tradizione del cattolicesimo popolare e i valori del Cristianesimo che ispirarono La Pira, Moro, Fanfani, Murri per farci guidare da un’armata Brancaleone che ignora che ciò che siamo, in termini di identità culturale e sociale, lo dobbiamo all’impegno messo in campo dalle forze democratiche progressiste, cattoliche e liberaldemocratiche? No, grazie! Quando si parla di ideali non si può prescindere dal fare riferimento al comunista Gramsci, ai socialisti Nenni, Pertini, Lombardi, ai cattolici Don Sturzo, De Gasperi, ai liberaldemocratici Piero Gobetti, Giovanni Amendola, agli azionisti Fratelli Rosselli. Dovremmo rinunciare a costoro o al “Manifesto per un’Europa libera ed unita” di Ernesto Rossi e Altiero Spinelli per seguire la propaganda sguaiata e pericolosa di un leader che ride sempre e che guarda solo il proprio ombelico mettendo a rischio la nostra economia e l’avvenire dei nostri figli?
Ognuno faccia le proprie scelte senza puntare il dito accusatore sentendosi depositario della verità, a Roma come a Palermo come a Biancavilla.
G.Lanaia
4 Luglio 2018 at 11:10
Mi sento in dovere di far notare all’Avv. Ingiulla che il M5S ha già risposto preventivamente all’invito di “…dare vita ad un nuovo, grande, movimento di opinione, che raccolga forze mature ancorate ai valori dell’onestà, della libertà e della democrazia, e forze giovani, con lo spirito di contrastare l’inesorabile decadentismo politico attuale.”
Bisogna aprire gli occhi e riconoscere che la risposta alla vecchia politica c’è stata e non si può far finta di niente. Non ha senso auspicare il cambiamento e poi tapparsi gli occhi davanti a una realtà che ha mostrato i primi segni in risposta al desiderio di cambiamento.
Bisogna soltanto che la gente comune, come lei ed altri, ci credano e si uniscano agli ideali del movimento, altrimenti solo chiacchiere gattopardiane.
Movimento 5 Stelle Biancavilla
3 Luglio 2018 at 22:03
La riflessione dell’avvocato Ingiulla appare molto lucida ed attenta e richiama aspetti della politica locale che sono oggettivamente inequivocabili. L’assenza di radici politiche, la finalità prettamente “sommativa” di aggregati politici uniti soltanto da prerogative numeriche e non da condivisione di intenti, la mancanza di un sostrato culturale o sociologico (a livello politico), la presenza di figure radicate capaci di aggregare grandi consensi, per sé o per chi li rappresenta, che finisce col soffocare la possibilità di far emergere nuove figure politicamente e professionalmente valide. Infine, ma non per ultimo, il rischio concreto di un voto di scambio o clientelare, piaga che oramai da troppi anni affligge il panorama politico siciliano, finendo con l’incidere (a volte pesantemente) nel risultato elettorale. Questo naturalmente, non vuol dire che nei diversi schieramenti non vi siano persone capaci, competenti e votate al benessere comune; sussiste però il problema della radicale trasformazione di una realtà locale che non rispetta più la geografia storico- politica ed ha abbandonato l’ideologia in funzione di una sorta di “edonismo elettorale”. A questa analisi però, manca un riferimento, ed è quello all’azione politica portata avanti dal Movimento 5 Stelle. Alle recenti elezioni comunali è stata presentata una lista di 16 persone “nuove”, prive di “padrini” e che non avevano mai svolto incarichi politici (il che non vuol dire che non si fossero interessati alla politica). Nessuno di loro dunque era “pesabile” in termini numerici di voto, ma solo rispetto al singolo valore personale. Ogni decisione di rilievo in merito alla campagna elettorale è stata discussa in seno ad un’assemblea e non c’è stato alcun intervento verticistico. La campagna elettorale è stata portata avanti a costi bassissimi e tramite autofinanziamento. Come M5S è stata rifiutata ogni alleanza con liste civiche o partiti e si è rimasti sempre fedeli alle linee guida del Movimento ed alle idee ed ideologie di cui lo stesso è portatore. Del resto, le regole a cui si ispira il Movimento sono molto chiare: al massimo due mandati elettorali e poi a casa, il che rende impossibile pensare a qualsiasi forma di carriera politica o al radicamento di poteri legati ai singoli. E’ evidente che le idee del M5S possono essere condivise o meno, ma non si può accumunare il Movimento stesso alle recenti dinamiche politiche di questo paese, nel bene e nel male.
A. Pelleriti
2 Luglio 2018 at 23:35
Avvocato Ingiulla, carissimo Andrea, apprezzo molto il tuo intervento sul tema dello stato della Sinistra e in generale della politica a Biancavilla. La tua analisi è puntuale, precisa e chiara seppure amara nell’evidenziare lo stato penoso in cui versa la nostra comunità, priva ormai di slanci ideali e arroccata in un cupo e ottuso individualismo.
Mi preme riprendere la parte finale della tua disamina lì dove suggerisci, per non piegarsi ai “capitani di ventura”, di dare vita ad un “nuovo, grande movimento di opinione in nome dei valori dell’onestà, della libertà e della democrazia”. Sì. Questi sono i valori da cui bisogna ripartire, contestualizzandoli e declinandoli dal punto di vista storico, economico, etico, sociopolitico, attraverso corsi di formazione rivolti soprattutto ai giovani.
Io ci sto. Sono pronto! Ritengo un dovere civico e morale, oltre che religioso, farsi avanti in questa fase storica che stiamo attraversando, buia e pericolosa, in cui dei “Masaniello” puntano al senso comune di cui si nutrono le masse acefale indirizzandole verso i disvalori di sempre: nazionalismo, razzismo, xenofobia. I caduti per i citati ideali e tutti i padri della Patria onesta e democratica ci spingono a dare il nostro contributo lasciandoci alle spalle l’Aventino.
antonio
2 Luglio 2018 at 20:58
Cosi parlo l’uomo che si candido come consigliere comunale di rifondazione comunista per poi rivederlo assessore di fornza italia umo forte del centro destra, la coerenza la limpidezza di idee e soprattutto il disinteresse tiotoale per le poltroncine hanno costruito uomini di altissima caratura istituzionale, come il nostro scrivente
Nicola
2 Luglio 2018 at 20:31
Questo che scrive è l avvocato che fu assessore durante la nascita della zona artigianale?