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Chiesa

Lettera dell’arcivescovo rivolta alle parrocchie dell’Annunziata e dell’Idria

Esortazione per nuove forme di sinergia tra le due comunità perché siano da esempio per la diocesi

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© Foto Biancavilla Oggi

«Vi chiedo, carissimi, Giovambattista e Giosuè di coinvolgere tutti, a partire dai rispettivi consigli pastorali, per studiare forme di collaborazione più strette nella pastorale delle due comunità. Le due parrocchie devono interrogarsi su come realizzare le caratteristiche della Chiesa sinodale».

Così ha scritto l’arcivescovo di Catania, Salvatore Gristina, in una lettera indirizzata ai due parroci Giovambattista Zappalà e Giosuè Messina delle chiese Annunziata e Idria.

Ancora una volta, in maniera formale, il vescovo ha spronato le due realtà ecclesiastiche affinché possano essere da modello a Biancavilla e in tutta la diocesi.

Le due parrocchie del centro storico dovranno lavorare insieme, camminare insieme, pur restando due comunità distinte e guidate dai due parroci. Un concetto che Gristina aveva già espresso in occasione dell’insediamento di padre Messina nella parrocchia dell’Annunziata quale successore di padre Nino Tomasello, morto per Covid.

«Le due parrocchie –scrive ancora il vescovo– sono contigue e condividono tratti di storia gloriosa, come pure caratteristiche e problematiche attuali». Da qui, l’invito ad una sinergia. Ma a scanso di equivoci, Gristina ha ribadito che le parrocchie «restano due realtà distinte canonicamente nella loro identità ed operosità pastorali».  

È, tuttavia, un passo necessario, secondo l’arcivescovo: «Tutto ciò costituisce una prospettiva certamente affascinante, ma anche una “sfida” da affrontare con coraggio e perseveranza. Si tratta di un traguardo proposto a tutte le comunità ecclesiali e che le vostre due parrocchie possano proporsi di raggiungere anche per essere di esempio a tutta Biancavilla e di stimolo per l’intera comunità diocesana».

«Progetto inedito, nel segno della sinodalità»

La lettera del vescovo è stata accolta dai due parroci e condivisa con le rispettive comunità dell’Annunziata e dell’Idria.

Padre Zappalà ne sottolinea il contenuto: «Questo che può sembrare innovativo e strano, dovrebbe essere lo stile caratterizzante di tutte le parrocchie e all’interno della stessa parrocchia anche tra i vari gruppi e movimenti, cioè la sinodalità. Papa Francesco e anche i Vescovi italiani da anni insistono su questo tema, sul camminare insieme. Non può più esistere una parrocchia autosufficiente, autoreferenziale. Peraltro Papa Francesco ha indetto per ottobre 2023, quindi tra 2 anni, un sinodo dal tema “Per una Chiesa sinodale, comunione, partecipazione e missione”. Bisogna cominciare ad impostare un tipo di pastorale sinodale. Già tantissime parrocchie al Nord Italia, ma anche qui al Sud, lavorano in comunione».

In questa lettera il Vescovo esprime tanta fiducia in don Zappalà e don Messina. Sa e crede che le due parrocchie potranno essere le prime a tracciare un nuovo percorso.

«La lettera dell’arcivescovo –aggiunge padre Messina– certamente ci sprona a dare un’impostazione diversa alle nostre parrocchie, quindi a vivere in maniera nuova l’esercizio della pastorale. Chiaramente è un progetto inedito. Noi sacerdoti, per primi, siamo entusiasti e curiosi di vedere come sviluppare tale collaborazione. Magari, adesso, ai due consigli pastorali toccherà lavorare insieme per un’attuazione pratica alla lettera dell’arcivescovo».

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Chiesa

Concluso in bellezza il grest 2025 per 200 parrocchiani dell’ Annunziata

Visitato pure il Parco Avventura di Nicolosi con riflessione su San Francesco e il valore dell’ambiente

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In coincidenza con la ripresa dell’anno scolastico, si è concluso il Grest 2025 dell’oratorio “Don Bosco” della parrocchia Maria Santissima Annunziata di Biancavilla, guidata da padre Giosuè Messina. L’iniziativa ha coinvolto 200 ragazzi, accompagnati da 50 animatori e da un gruppo di 40 educatori e volontari, sviluppandosi attorno al tema “Toc Toc – Io sono con voi tutti i giorni”.

Anche quest’anno, le parrocchie della diocesi hanno animato l’estate con proposte rivolte a bambini e adolescenti, garantendo attività educative, esperienze di fede e momenti di fraternità. Il grest biancavillese ha rappresentato uno degli ultimi tasselli di questo percorso comunitario, segnando la chiusura della stagione estiva.

Il programma ha alternato momenti di catechesi quotidiana a laboratori e attività creative, che hanno spaziato dalla moda alla ginnastica artistica, dallo sport al ballo, passando per il giornalino ed esperienze di ingegneria. L’obiettivo non è stato soltanto offrire occasioni di svago, ma anche favorire la crescita spirituale, la collaborazione e la capacità di esprimere la propria creatività.

Tra le esperienze più apprezzate vi è stata la giornata trascorsa al Parco Avventura di Nicolosi, che ha permesso ai partecipanti di vivere prove di coraggio e divertimento a contatto con la natura. L’attività è stata anche occasione di riflessione sulla figura di San Francesco e sul valore del rispetto dell’ambiente, concretizzato con una raccolta di rifiuti promossa dagli educatori. Il Grest ha previsto inoltre momenti di spiritualità legati ai luoghi mariani del territorio, come il pellegrinaggio al Santuario della Madonna della Sciara di Mompileri.

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Chiesa

Padre Franko e la “sua” missione in Congo: «È qui che ha senso la mia vita»

La parrocchia, i pigmei, la scuola e l’appello alla generosità di Biancavilla per la popolazione africana

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Gli occhi di Nsimba si illuminano durante la messa, quando vede il suo bambino che oggi ha sette anni e che rischiava di morire appena nato, se lei non fosse stata portata in ospedale in tempo dalla suora missionaria chiamata in suo soccorso. Kofi, è visibilmente orgoglioso del lavoro fatto per completare le strutture che ospiteranno degli uffici. Lui è un giovane carpentiere che ha potuto apprendere il suo mestiere proprio grazie alle scuole della missione. Mbemba, con il suo quaderno e la sua penna è al primo giorno di scuola. Lascia i suoi fratelli e la mamma a malincuore ma appena si ritrova nella grande aula un sorriso sboccia sul suo volto.

Sono nomi casuali appartenenti alla grande missione dove opera padre Franko Laudani. A 83 anni, mentre molti pensano al riposo, padre Franko continua imperterrito la sua missione in Congo, nel cuore pulsante dell’Africa, dove opera da oltre 53 anni. Una scelta di vita che parla di fede, coraggio e amore per il prossimo, maturata quando ancora era un giovane sacerdote biancavillese e che oggi lo vede ancora in prima linea, tra bambini, famiglie, scuole e villaggi sperduti.

Il volto dell’Africa che padre Laudani racconta è quello della speranza. Nsimba, Kofi e Mbemba sono solo alcuni dei volti che danno senso alla vita di questo sacerdote instancabile, giunto in Congo molto giovane e sopravvissuto – undici mesi dopo l’arrivo – a un grave incidente in moto. Fu salvato per miracolo da una suora infermiera che passava proprio in quel momento.

Parrocchia viva, comunità in cammino

Oggi padre Laudani svolge la sua attività nella parrocchia dedicata alla Beata Maria Clementina Anuarite Nengapeta, martire congolese uccisa nel 1964 per avere resistito al tentativo di stupro da parte dei ribelli Simba.

«Ogni domenica – racconta a Biancavilla Oggi – nei primi banchi ci sono almeno 80 bambini. Centinaia di fedeli percorrono anche decine di chilometri per partecipare alla Messa. È tutto diverso dall’Italia: c’è povertà e semplicità, ma le celebrazioni sono piene di vita, con canti e danze che fanno pregare tutto il corpo».

La missione si estende su un raggio di oltre 100 km. Spostarsi tra i villaggi non è semplice: strade impervie, condizioni difficili, ma nessuna lamentela. «Spesso percorro anche 50 chilometri per raggiungere una chiesa o una casa. Le strade non sono certo quelle dell’Italia…», sorride il sacerdote biancavillese.

I pigmei, la dignità restituita

Tra le esperienze più forti, i 28 anni trascorsi tra i pigmei, un popolo a lungo emarginato.

«Quando arrivai – racconta ancora padre Franko – non erano nemmeno considerati uomini. Venivano sfruttati e privati di ogni diritto. Abbiamo lottato molto – con autorità, istituzioni e gente comune – per garantire loro un pezzo di terra, dei diritti, un’identità. Ricordo ancora una marcia che fece tanto parlare…».

La scuola, arma contro l’ignoranza

Uno dei pilastri della missione è l’educazione. Oggi sono diverse migliaia gli alunni che frequentano le scuole elementari della missione, nate per combattere «la schiavitù dell’ignoranza».

«Tra i nostri ex studenti ci sono operai, falegnami, muratori, ma anche maestri, infermieri… E quest’anno, Oscar, un ragazzo della missione, ha espresso il desiderio di diventare sacerdote missionario, come me».

Ai biancavillesi appello alla generosità

Dopo un breve periodo estivo a Biancavilla, trascorso anche per motivi di salute, padre Laudani si prepara a tornare “a casa”, in Congo. Ma prima lancia un appello ai suoi concittadini: «Vengo spesso a chiedere aiuto a voi biancavillesi. In Congo c’è tanto bisogno: servono medicinali, materiale scolastico, formazione per insegnanti, medici, infermieri, catechisti. Vogliamo creare strutture funzionali, costruire speranza dove oggi ci sono solo polvere e fatica».

Alla domanda se non sia il momento di fermarsi, risponde con un sorriso che racconta tutta la sua storia: «Ritirarmi io? Mai. Finché avrò forza e salute, resterò lì. È lì che davvero puoi fare del bene. È lì che la mia vita ha senso».

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