Cronaca
Bambini contesi, un papà di Biancavilla si appella alla Convenzione dell’Aja
Una volta interrotta la convivenza, la madre li ha portati in Francia: avviata una procedura internazionale

Un rapporto di coppia fallito, dissidi e diverbi, carte bollate ed avvocati. Una storia come tante di convivenza fallita. Ma ci sono in mezzo due figli minori. E il caso si complica quando la madre decide di trasferirsi in Francia, portando con sé i bambini, senza dire nulla al padre. Spariti dall’oggi al domani. A nulla sono serviti i tentativi di ricomposizione delle relazioni, quantomeno per consentire una comunicazione tra l’uomo e i suoi piccoli.
Così, questo papà di Biancavilla ha deciso di appellarsi alla Convenzione dell’Aja e ad attivare così un procedimento legale internazionale, attivando i ministeri della Giustizia di Italia e Francia.
A seguirlo è l’avv. Pilar Castiglia, che a Biancavilla Oggi spiega: «Questa procedura, che fa riferimento alla Convenzione dell’Aja del 1980, prevede, nel caso di sottrazione internazionale di minore, di rivolgersi all’autorità centrale istituita presso il ministero della Giustizia. Questa, a sua volta, contatta l’autorità del paese straniero (nel nostro caso francese)».
«Lo scopo -continua l’avv. Castiglia- è avviare un canale di comunicazione tra le parti in causa per riattivare i rapporti con il minore. Noi abbiamo chiesto, in sede di udienza al Tribunale di Marsiglia, il rimpatrio in Italia dei bambini, che hanno 4 e 5 anni. Nella stessa udienza ha parlato pure il papà. Abbiamo detto esplicitamente che i piccoli sono stati, di fatto, “rapiti”».
In Italia restano i procedimenti penali
Già in precedenza, il pubblico ministero Agata Consoli della Procura di Catania aveva emesso decreto di citazione in giudizio nei confronti della donna per il reato di sottrazione di persona incapace. L’accusa era stata mossa «dopo aver interrotto la convivenza, allontanando il marito dal domicilio domestico e cambiando la serratura dell’abitazione».
E anche perché la donna, «trasferendosi presso altro comune di residenza impediva al coniuge di incontrare i figli minori, così sottraendoli nell’esercizio della podestà genitoriale». Fatti commessi tra il 2017 ed il 2018. Non è soltanto questo, il procedimento penale a carico della donna.
La stessa, infatti, avrebbe tentato, in occasione della nascita del secondo figlio, di attribuire solo il proprio cognome, sostenendo falsamente di essere separata. Per questo, l’ufficiale dello Stato civile del Comune di Biancavilla ha trasmesso gli atti alla stazione dei carabinieri. In un secondo tentativo, ha cercato di attribuire il cognome di entrambi i genitori. Ma in mancanza del consenso paternò, il funzionario comunale ha inviato ulteriore comunicazione ai militari. Episodi per i quali si è innescata l’azione penale per il reato di alterazione di stato.
Tutti eventi che hanno aggravato i rapporti tra i due ex conviventi. Ma dopo il trasferimento in Francia della donna, la storia si è ulteriormente complicata al punto da assumere i connotati di un caso di sottrazione internazionale di minori. Il padre non vuole rinunciare ai propri figli. Da qui l’inizio di una difficile battaglia, che ha mosso il Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità del ministero italiano. L’ultima parola spetta adesso al giudice per gli affari familiari del Tribunale giudiziario di Marsiglia.
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Cronaca
Uno va in giro con il manganello, l’altro con il coltello: accade a Biancavilla
In distinti episodi, due giovani denunciati dai carabinieri dopo un controllo di routine e perquisizione

I Carabinieri della Stazione di Biancavilla hanno denunciato un 31enne e un 19enne per “porto abusivo di armi od oggetti atti ad offendere”.
I militari hanno notato in via Vittorio Emanuele un giovane alla guida di una utilitaria, con l’autoradio ad alto volume. Dopo avergli intimato l’alt, identificato, il ragazzo ha mostrato insofferenza e fastidio. Il motivo è emerso al termine della perquisizione veicolare: sotto il sedile anteriore lato passeggero è stato trovato un manganello artigianale in legno della lunghezza di 50 centimetri. L’oggetto è stato sequestrato.
Un successivo controllo ha riguardato un uomo che stava attraversando la strada a piedi. Anche in questo caso, durante l’identificazione, i militari hanno notato un atteggiamento agitato e nervoso. Si trattava di un 31enne, trovato in possesso di un coltello a scatto lungo 16 centimetri, di cui 8 di lama, custodito in una tasca dei pantaloni. Anche l’arma è stata sottoposta a sequestro.
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Cronaca
Alla guida di una Panda urta una donna e scappa via: indagano i carabinieri
È accaduto nei pressi di piazza Idria: prognosi di 10 giorni per la vittima, che per poco non è stata arrotata

Urtata da un’auto, fatta cadere a terra e neanche soccorsa da chi aveva provocato l’incidente. È accaduto nei pressi di piazza Idria, a Biancavilla. Una donna stava attraversando la strada, in via Vittorio Emanuele, quando da via Scutari è sopraggiunta una Fiat Panda guidata da una ragazza. L’auto – secondo quanto apprende Biancavilla Oggi – ha urtato la signora, salendole sul piede e facendola cadere: la sua testa è finita a pochi centimetri dalla ruota anteriore. Solo per un caso non si è verificata una tragedia.
La vittima, impaurita ma cosciente, si è rialzata lentamente e, aprendo lo sportello dell’auto, ha provato a chiedere spiegazioni: «Non mi hai vista? Stavo attraversando…». Rimasta immobile per qualche secondo, la conducente ha richiuso lo sportello in faccia alla donna ed è ripartita a tutta velocità, senza pronunciare alcuna parola.
Chi ha assistito alla scena, si è precipitato ad aiutare. Una parrocchiana dell’Idria è riuscita ad annotare parte della targa del veicolo. Chiamati i carabinieri, sono intervenuti subito sul posto. La signora è stata accompagnata al pronto soccorso dell’ospedale “Maria Santissima Addolorata”. I medici hanno prestato le cure del caso per traumi giudicati guaribili in 10 giorni.
Formalizzata la denuncia nella caserma di via Benedetto Croce, i carabinieri hanno avviato le indagini per rintracciare la ragazza, che è fuggita via senza prestare soccorso. Forse è stata sopraffatta dal panico: un comportamento, comunque, ingiustificabile. Presentarsi spontaneamente in caserma potrebbe alleggerire la sua posizione.
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