Editoriali
Un giornale senza padrini, indice di grande serietà
di Concetto Mannisi
Segretario dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia
Eccone un altro! Mentre in tanti lo avranno detto o, più discretamente, lo avranno soltanto pensato, io credo sia giusto mostrare ben altro atteggiamento di fronte a questa nuova iniziativa nel campo dell’informazione. Innanzitutto perché le nuove voci nel panorama dei media sono sempre ben gradite e poi perché, ne sono certo, non si tratta soltanto di una nuova voce, ma piuttosto di una voce nuova e qualificata.
La garanzia in tal senso porta il nome e il cognome di Vittorio Fiorenza, professionista giovane e preparato che mi ha concesso l’onore di conoscere in anteprima alcuni particolari relativi a questa sua nuova avventura nel settore dei nuovi media. Ebbene, decidere di cominciare senza padrini, senza la necessità di aggiogarsi al carro che garantisce il miglior foraggio, credo sia già indice di grande serietà e di volere fare le cose davvero per bene.
Non è e non sarà facile in una terra dalle mille contraddizioni e dai mille trabocchetti come la nostra, però ci si può riuscire contando su una preparazione che certamente non fa difetto al “nostro” direttore, nonché facendo leva su quella passione che anima tutti coloro i quali intendono fare realmente questo mestiere. No, non quelli che puntano al presunto (molto presunto) status symbol oppure a quel tesserino da acquisire con “giochi di prestigio” e da poter poi sventolare nelle situazioni meno opportune, bensì coloro i quali indossano scarpe con suole da consumare e che non conoscono orari quando si tratta di acquisire notizie da raccontare e, perché no, da confezionare anche per un piccolo scoop.
Te ne auguriamo tanti, di scoop, caro Vittorio…
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Editoriali
Biancavilla non legge, chiude l’edicola di Danilo Galati: una pessima notizia
«La gente non compra i giornali, preferendo informarsi sui social, e con il Covid le cose sono peggiorate»

SILENZIO STAMPA
È l’ennesima saracinesca che si abbassa: effetto di un cambiamento di abitudini, ma anche il segno di un buio culturale e intellettuale che avvolge la realtà biancavillese
Ogni saracinesca che si abbassa in modo definitivo, qualunque sia l’attività, è sempre una perdita. Ma è la legge del libero mercato, in cui commerciante o imprenditore scelgono di operare con la consapevolezza dei rischi. Quando, però, la chiusura riguarda un’edicola, ogni considerazione non può essere ricondotta alle fredde regole del profitto. A Biancavilla chiude “Cart & Game”, l’edicola-libreria a due passi dal plesso elementare “Guglielmo Marconi”, gestita con professionalità e passione da Danilo Galati. Qualità che evidentemente non sono bastate a resistere nel tumultuoso settore dell’editoria e dell’informazione cartacea, segnato nell’ultimo ventennio da radicali e drammatiche trasformazioni.
«Ormai – racconta Galati a Biancavilla Oggi – la gente non legge più, preferisce informarsi tramite i social, non compra più i giornali e i quotidiani. Dopo il Covid, le cose sono peggiorate. Prima della pandemia c’erano bar e barbieri che tenevano i giornali per metterli a disposizione dei propri clienti. Poi, però, questa abitudine è sparita. L’edicola resta un riferimento soltanto per poche persone con l’abitudine alla lettura o per chi è interessato alle pubblicazioni collezionabili».
Una serie di fattori (non ultimi un’insostenibile tassazione e l’impossibilità a trovare parcheggio nel centro storico) che dopo 12 anni ha spinto Danilo Galati alla drastica decisione. Ci dispiace parecchio, soprattutto in un contesto, quello biancavillese, in cui già altre edicole sono state chiuse: ne rimangono adesso soltanto tre e, presto, potrebbero ridursi a due. Un contesto nel quale, peraltro, spicca l’assenza di una libreria. Un dato sociologico assai indicativo della realtà locale, avvolta nel buio culturale ed intellettuale con una classe dirigente che in ogni ambito (politico, ecclesiastico, scolastico, professionale…) non sente la necessità della lettura, mostrando apatia e indifferenza. Con rare e – ahinoi – insufficienti eccezioni.
La nostra casa editrice Nero su Bianco promuove, da Biancavilla e per Biancavilla, ricerche e progetti culturali nella concretezza di una produzione libraria di qualità. Ma non basta e renderci soddisfatti se ciò che ci circonda tende alla desertificazione.
Ecco perché l’ennesima chiusura di un’edicola a Biancavilla la riteniamo una pessima notizia. Un punto vendita di giornali che scompare significa non solo un punto di ritrovo in meno. Significa anche sottrarre alla comunità un luogo di riferimento culturale e un canale di diffusione di idee e informazione, necessarie alla formazione dell’opinione pubblica e alla vivacità della nostra asfissiata e affaticata democrazia.
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Editoriali
Europee, snobbata piazza Roma: la politica va in sale festa e case private
I biancavillesi chiamati al voto sono 18.865, ignari di una campagna elettorale svolta tra intimi

Macché politica di piazza. Altro che politica tra la gente. A Biancavilla, la campagna elettorale per le Europee ha snobbato il cuore della città. Ai piedi del campanile di Carlo Sada – da oltre un secolo faro e testimone della partecipazione democratica – nessun comizio e nessun passaggio di candidati.
Eppure, buona parte delle forze politiche si sono mosse, invitando ed accogliendo diversi aspiranti europarlamentari. Lo hanno fatto, però, tra intimi e portatori di voti, riuniti in sale festa, ville, ristoranti e residenze private. Già, persino abitazioni per fare campagna elettorale.
A Biancavilla si sono visti (in ordine casuale): Marco Falcone, Giuseppe Lupo, Ruggero Razza, Giuseppe Antoci, Massimiliano Giammusso, Antonio Nicita…
Cosa hanno detto, fatto, promesso, denunciato? Non è dato saperlo. Nessun invito ai giornalisti, nessun comunicato stampa.
I biancavillesi chiamati alle urne sono 18.865 (cioè 9070 donne e 9795 uomini). Ignari di una campagna elettorale “privata”, rivolta alle truppe dei partiti e delle correnti di partito. Una campagna staccata dai cittadini. In lontananza, l’immancabile e inconfondibile voce di Alfio Petralia, amplificata dal megafono attaccato alla sua Fiat 500, sembra un’eco proveniente da un passato che assume i toni della malinconia.
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Biancavilla Oggi
12 Settembre 2014 at 1:29
Dall’editoriale
…Chi preferisce un’informazione accomodante, rassicurante e sempre
plaudente, eviti queste pagine, se non vuole deglutire bicchieroni di
Biochetasi, e opti per canali che infondano serenità e letizia…
W San Placido
12 Settembre 2014 at 1:12
Ma perché consentite la pubblicazione di certi commenti disfattisti? Basta cestinarli… Non aggiungono nulla e sono inutili.
Placido
11 Settembre 2014 at 10:49
Solita trovata giornalistica, come diversi account facebook, per andare contro al sindaco.
Di una bassezza imbarazzante.
Giosue Patti
2 Settembre 2014 at 20:43
Mi farebbe piacere vedere che a Biancavilla c’e’ qualcuno che dica come stanno veramente le cose.Ma ho visto che l’inizijo e deludente,Vediamo cosa ci aspetta in futuro..