Politica
Diritti dei lavoratori e cittadinanza, a Biancavilla in 18mila chiamati al voto
Cinque quesiti sottoposti a referendum: i seggi saranno aperti nelle giornate di domenica e lunedì

Seggi aperti, nelle giornate dell’8 e 9 giugno (domenica dalle ore 7 alle 23) e lunedì (dalle ore 7 alle 15), per cinque quesiti referendari: 4 riguardano il mondo del lavoro e delle imprese, uno riguarda la cittadinanza agli stranieri. A Biancavilla, i cittadini chiamati alle urne sono 18.151. Gli aventi diritto al voto, più precisamente, sono 8718 maschi e 9433 femmine.
Di seguito, i testi dei quesiti che i cittadini troveranno in schede di diverso colore, su cui apporre una X sul sì o sul no.
«Contratto di lavoro a tutele crescenti – Disciplina dei licenziamenti illegittimi: Abrogazione».
«Piccole imprese – Licenziamenti e relativa indennità: Abrogazione parziale».
«Abrogazione parziale di norme in materia di apposizione di termine al contratto di lavoro subordinato, durata massima e condizioni per proroghe e rinnovi».
«Esclusione della responsabilità solidale del committente, dell’appaltatore e del subappaltatore per infortuni subiti dal lavoratore dipendente di impresa appaltatrice o subappaltatrice, come conseguenza dei rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici: Abrogazione».
«Cittadinanza italiana: Dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana».
AGGIORNAMENTO
(ORE 12.00) La prima rilevazione sull’affluenza alle urne, a Biancavilla, ha segnato una partecipazione del 2,89% (pari a 525 elettori). Per questa consultazione referendaria sui diritti dei lavoratori e sulla cittadinanza agli stranieri sono oltre 18mila i biancavillesi chiamati al voto. I seggi saranno aperti fino alle ore 22 e, domani, dalle 7 alle 15.
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Politica
Alfio Grasso compie 95 anni: «Votiamo i referendum, difendiamo la democrazia»
A “Biancavilla Oggi” l’appello dell’ultimo padre nobile della Sinistra per un lavoro dignitoso, sicuro, stabile

«Il voto è la migliore forma di espressione democratica». Parole di Alfio Grasso, l’ultimo esponente storico della Sinistra biancavillese interviene sulla consultazione referendaria di domenica e lunedì. «Sono referendum promossi dalla Cgil che disegnano un’idea di società plurale e democratica», sottolinea Grasso. Il suo pensiero è soprattutto rivolto ai giovani: «Decidete il vostro futuro».
Quello di Alfio Grasso è un appello al voto, in un contesto biancavillese che ha visto una campagna referendaria spenta, nel silenzio e nell’immobilismo della politica locale. «Non comprendo – dice l’ex sindaco comunista – le ragioni della presidente del Consiglio (“non votare è un diritto”), ricordo che per quel diritto sono morti milioni di uomini e di donne».
Un appello autorevole, il suo, che viene lanciato attraverso Biancavilla Oggi nel giorno in cui Grasso compie 95 anni. Con una convinzione: «L’orologio della storia non può tornare indietro, la democrazia si difende, anche, con il voto. Attraverso il voto abbiamo l’opportunità di costruire un futuro lavorativo più stabile, dignitoso, tutelato e sicuro per tutti».
Già docente nelle Facoltà di Agraria di Palermo e Reggio Calabria, dirigente del Pci e del mondo cooperativistico, già consigliere comunale, assessore e sindaco, apprezzato autore della nostra casa editric Nero su Bianco, Grasso ha una memoria vivissima: «Per chi, come me, ha vissuto con entusiasmo la nascita della legge 300/70 (nota come “Statuto dei lavoratori”), vedere tanti giovani, costretti a forme di precarietà e di sfruttamento, non è ammissibile».
Ecco perché i referendum che riguardano i diritti dei lavoratori sono un’opportunità per tutti i cittadini. «Il lavoro – spiega Grasso, illustrando le ragioni del Sì – dev’essere tutelato perché è un diritto costituzionale. Dev’essere sicuro perché di lavoro si deve vivere e non morire. Dev’essere dignitoso, perciò ben retribuito. Dev’essere stabile perché la precarietà è una perdita di libertà».
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Politica
Cantarella rieletto segretario del Pd (con sottinteso turnover in Consiglio?)
Compromesso tra le due anime del partito, reduci nei mesi scorsi da feroci scontri, accuse e ricorsi

Per lunghi mesi, il Pd di Biancavilla è stato dilaniato da feroci polemiche: accuse sulla gestione del partito, ricorsi sulla violazione delle regole interne, critiche sull’assenza di trasparenza, per esempio sul numero e sui nominativi dei tesserati.
Tutto archiviato. Tutto passato. Come nelle migliori delle tradizioni di una certa “sinistra”, un colpo di mano ha (avrebbe) cancellato ogni veleno. Così, il congresso cittadino (con la candidatura unica di Vincenzo Cantarella a segretario) ha sancito un voto quasi unanime. Cantarella eletto con 98 voti su 107: votato anche, quindi, dall’ala che, nei mesi scorsi, lo aveva avversato ritenendolo illegittimo e definendo la sua precedente elezione una farsa.
Il partito si ricompatta, dunque. Quali retroscena ci siano, la nota inviata alla stampa dal segretario Cantarella non le racconta. Al di là delle comunicazioni di circostanza, fonti del partito biancavillese lasciano intendere ad un compromesso. La ritrovata unità con i “dissenzienti” ritornati sui propri passi, presuppone un segnale dall’altra parte del Pd. Il segnale dovrebbe essere l’attuazione di un’intesa stabilita già in campagna elettorale e che la zuffa tra correnti ha ritardato: il turnover in Consiglio Comunale.
Nelle prossime settimane, dunque, potrebbero arrivare le dimissioni della consigliera Melissa Pappalardo per consentire il subentro di Alfio Distefano, che a sua volta dovrebbe essere “a tempo” fino al turnover di Alfio Stissi e ancora di Giuseppe Sant’Elena.
Ipotesi e ragionamenti non nuovi all’interno del Pd, ma che adesso tornano di attualità politica. Anche alla luce dell’esito del voto dei democratici biancavillesi per la segreteria provinciale (89 voti su 109 per Giuseppe Pappalardo) e quella regionale (98 su 107 preferenze per Anthony Barbagallo). Effetto del colpo di mano che ha (avrebbe) cancellato ogni veleno. Il condizionale, quando si parla del Pd di Biancavilla, è sempre d’obbligo.
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