Politica
Cantarella rieletto segretario del Pd (con sottinteso turnover in Consiglio?)
Compromesso tra le due anime del partito, reduci nei mesi scorsi da feroci scontri, accuse e ricorsi

Per lunghi mesi, il Pd di Biancavilla è stato dilaniato da feroci polemiche: accuse sulla gestione del partito, ricorsi sulla violazione delle regole interne, critiche sull’assenza di trasparenza, per esempio sul numero e sui nominativi dei tesserati.
Tutto archiviato. Tutto passato. Come nelle migliori delle tradizioni di una certa “sinistra”, un colpo di mano ha (avrebbe) cancellato ogni veleno. Così, il congresso cittadino (con la candidatura unica di Vincenzo Cantarella a segretario) ha sancito un voto quasi unanime. Cantarella eletto con 98 voti su 107: votato anche, quindi, dall’ala che, nei mesi scorsi, lo aveva avversato ritenendolo illegittimo e definendo la sua precedente elezione una farsa.
Il partito si ricompatta, dunque. Quali retroscena ci siano, la nota inviata alla stampa dal segretario Cantarella non le racconta. Al di là delle comunicazioni di circostanza, fonti del partito biancavillese lasciano intendere ad un compromesso. La ritrovata unità con i “dissenzienti” ritornati sui propri passi, presuppone un segnale dall’altra parte del Pd. Il segnale dovrebbe essere l’attuazione di un’intesa stabilita già in campagna elettorale e che la zuffa tra correnti ha ritardato: il turnover in Consiglio Comunale.
Nelle prossime settimane, dunque, potrebbero arrivare le dimissioni della consigliera Melissa Pappalardo per consentire il subentro di Alfio Distefano, che a sua volta dovrebbe essere “a tempo” fino al turnover di Alfio Stissi e ancora di Giuseppe Sant’Elena.
Ipotesi e ragionamenti non nuovi all’interno del Pd, ma che adesso tornano di attualità politica. Anche alla luce dell’esito del voto dei democratici biancavillesi per la segreteria provinciale (89 voti su 109 per Giuseppe Pappalardo) e quella regionale (98 su 107 preferenze per Anthony Barbagallo). Effetto del colpo di mano che ha (avrebbe) cancellato ogni veleno. Il condizionale, quando si parla del Pd di Biancavilla, è sempre d’obbligo.
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FOCUS
I retroscena

Politica
«Potenziare l’ospedale di Biancavilla, mantenere il polo chirurgico»
Il Mpa sostiene la proposta del Comune, a tutela del presidio “Maria Santissima Addolorata”

Il Movimento per l’Autonomia di Biancavilla, nell’ambito dell’interlocuzione aperta sulla rimodulazione della Rete Ospedaliera Siciliana tra enti locali, Asp e assessorato regionale alla Salute, esprime «piena approvazione e sostegno alla proposta formulata dal Comune di Biancavilla per la tutela e valorizzazione del presidio ospedaliero cittadino».
In particolare, il Mpa ribadisce in una nota alla stampa «l’importanza strategica del mantenimento del polo chirurgico nell’ospedale di Biancavilla, sostenuto da motivazioni oggettive e strutturali già più volte evidenziate».
Tra le principali: la presenza di quattro sale operatorie di nuova generazione, realizzate secondo le normative più recenti; un reparto di Terapia Intensiva attivo, fondamentale per la gestione degli interventi chirurgici complessi; una posizione logistica favorevole, adiacente allo scorrimento veloce e facilmente accessibile dai comuni limitrofi; la disponibilità di un’ampia area edificabile, idonea ad accogliere futuri ampliamenti e nuovi servizi.
Alla luce di questi elementi, il Mpa di Biancavilla conferma «il proprio impegno per il mantenimento e il potenziamento dei servizi sanitari del presidio, e si attiverà coinvolgendo la propria dirigenza e i rappresentanti istituzionali regionali».
In particolare, sarà richiesto un intervento diretto all’on. Giuseppe Lombardo, componente della Commissione Salute dell’Ars, affinché si faccia promotore di un impegno concreto a favore dell’ospedale di Biancavilla. Un’azione che, si legge nella nota, tenga conto «delle esigenze sanitarie del comprensorio e dell’equilibrata distribuzione delle risorse, promuovendo sinergia e collaborazione, e non scontro tra comuni, con l’obiettivo di garantire e tutelare il diritto alla salute dei cittadini dell’area simetina-etnea e della limitrofa zona ennese».
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FOCUS
Istituzioni
Luigi D’Asero lascia la presidenza e il Consiglio: è il turno di Portale e Stissi
L’esponente del Movimento per l’Autonomia conclude un ciclo politico: «Accordi di maggioranza»

Luigi D’Asero si dimetterà a giorni da presidente del Consiglio Comunale di Biancavilla e anche dalla carica di consigliere.
Lo ha annunciato lui stesso nel corso di una conferenza stampa, motivando la scelta come un passaggio politico concordato con la coalizione di maggioranza e con il proprio gruppo politico, il Movimento per l’Autonomia.
Nello scranno più alto dell’assemblea cittadina andrà ora, secondo gli accordi, Fabrizio Portale. Per la carica di consigliere, D’Asero sarà sostituito dal primo dei non eletti del Mpa, Giuseppe Stissi.
Per l’occasione, davanti anche ad esponenti politici e assessori, D’Asero ha tracciato un bilancio dell’attività svolta: 60 delibere all’anno, quelle del Consiglio Comunale. Sicurezza urbana, salute pubblica, stesura dei regolamenti, adesione all’Unione dei Comuni: alcuni dei punti citati dal presidente uscente.
Quasi vent’anni di esperienza politico-istituzionale hanno consentito a D’Asero di ricoprire i ruoli di consigliere ma anche di assessore. «Con la mia presidenza si chiude un ciclo, le mie dimissioni nascono da accordi politici di maggioranza e impegni nei confronti delle forze che la compongono. Scelte concordate all’inizio della consiliatura», ha detto D’Asero, a tratti visibilmente commosso.
«Spesso la figura del presidente viene percepita in secondo piano, rispetto a quella di assessore, ma – ha specificato – non è affatto così e io ho avuto l’onore di ricoprirla in chiave “istituzionale”». In questo senso, D’Asero ha sottolineato il supporto dato all’unica componente di minoranza. Un supporto con una “firma di garanzia” che ha consentito all’esponente del Pd di presentare atti che, altrimenti, con una sola firma, per regolamento, non avrebbero potuto raggiungere l’ordine del giorno.
Un’ultima riflessione D’Asero l’ha voluta fare sulla distanza dei cittadini dal Palazzo. «Il contatto politico si è perso, c’è sfiducia da parte dei cittadini», ha detto, auspicando «una loro partecipazione attiva con un confronto diretto».
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