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«Io, adottata, cerco mia madre» Riconosciuto il diritto alle origini

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Storica vittoria legale dell’avv. Maria Rosa Petronio di Biancavilla. Per la prima volta in Sicilia e tra i pochissimi casi in Italia, accolta dalla Corte d’appello l’istanza di una 50enne di Adrano a conoscere la propria madre biologica. A Biancavilla Oggi il racconto intimo delle sue ragioni.

«Questo desiderio di conoscenza ha accompagnato tutta la mia esistenza. È un bisogno di mettere al giusto posto alcuni fondamentali tasselli della mia vita. È stata un’esigenza che col passare del tempo l’ho sentita sempre più forte. E adesso, questo spiraglio di speranza».

Cinquant’anni. Una vita intera. Con lo stesso pensiero: conoscere la propria madre naturale, senza togliere nulla al ruolo e all’affetto ricevuto dai genitori adottivi («A loro devo tutto, sono stata circondata da grande affetto e mi hanno consentito di essere quella che sono: una donna realizzata»).

Una donna cinquantenne, sposata e madre, che vive ad Adrano. Per assecondare la sua esigenza di verità ha dovuto intentare un’azione legale, chiedendo il riconoscimento del cosiddetto “diritto alla conoscenza delle proprie origini”, sancito dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e più recentemente dalla Corte Costituzionale. A darle ragione, assistita dall’avv. Maria Rosa Petronio, legale di Biancavilla, è stata ora la Corte d’Appello di Catania che, con proprio decreto, il primo in Sicilia e tra i pochissimi ancora in Italia, segna una svolta giurisprudenziale, supplendo a lacune normative su una materia delicatissima. Una materia nella quale si gioca di equilibrismo tra due diritti: quello dei figli adottati a conoscere i veri genitori e quello della madre a mantenere il proprio anonimato.

Già, c’è anche la possibilità che la vera madre non sia disponibile ad un incontro. In esecuzione a quanto disposto dai giudici catanesi, tocca adesso al Tribunale dei minori, attraverso le sue ramificazioni di uffici ed assistenti sociali, ricercare la madre naturale della donna di Adrano. Solo quando ci sarà la disponibilità ad un incontro, sarà possibile svelare le identità di questa storia.

«La mia motivazione –spiega la signora a Biancavilla Oggi– è molto intima ed emozionale, il mio unico bisogno è quello di dire grazie a chi, comunque, mi ha dato la vita. Non c’è nessun desiderio di giudicare o tornare sui mille “perché” che mi hanno accompagnata fin da bambina».

La figlia in cerca della madre parla con consapevolezza e convinzione, mostrando un lungo e travagliato percorso interiore, durante il quale è stata sorretta dall’affetto del marito e dei figli. Al telefono con il cronista di Biancavilla Oggi («Perdoni la mia emozione, è la prima volta che ne parlo fuori dalla sfera familiare e del mio legale e non pensavo di averne il coraggio», ripete in continuazione con voce tremolante) si mostra cosciente che la battaglia sia ancora all’inizio.

«Non mi aspetto racconti positivi –sottolinea– immagino che la mia vera mamma abbia avuto un cammino di sofferenza e che abbia deciso di lasciarmi adottare, con grande sacrificio, per consentirmi una vita migliore di quella che forse avrebbe potuto offrirmi lei. E così è stato: ho avuto una buona vita. Per questo voglio ringraziarla. Ne sono convinta: meglio conoscere una verità dolorosa, che non conoscerla affatto e continuare a vivere con un pezzo della mia anima che soffre. Sì, c’è la possibilità che non voglia incontrarmi. In tal caso, fermerei la mia azione: mi sta più a cuore la sua serenità che la mia».

Anni passati ad immaginare il volto, la voce, l’odore della propria madre: come la cinquantenne di Adrano, in Italia si contano almeno 100mila persone. Per tutte, dopo il decreto della Corte d’appello etnea (Pietro Zappia, presidente, e Rita Russo, consigliere relatore), si riaccende la speranza e spinge il Parlamento ad accelerare l’iter di una norma che faccia definitiva chiarezza.

La vittoria di questa battaglia legale porta la firma dell’avv. Maria Rosa Petronio, che assiste la signora. «Si riconosce adesso formalmente –dice il legale di Biancavilla– il diritto del figlio dato in adozione di poter interpellare la propria madre biologica. È il frutto di un lungo cammino giurisprudenziale cominciato con la storica sentenza della Corte europea “Godelli contro Italia”, che ha portato alla incostituzionalità di un comma della legge del 1983 sulle adozioni. Oggi, dunque, il nostro ordinamento, seppur bilanciando i due contrapposti diritti, quello della madre a partorire nell’anonimato e quello del figlio di poter conoscere le proprie origini, cancella l’irreversibilità del segreto, ritenuto in contrasto con gli artt. 2 e 3 della nostra Costituzione».

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Simona Crispi, ricercatrice di Biancavilla diventa “doctor europaeus”

Brillante percorso di studi e una carriera nell’ambito dell’ingegneria e della chimica dei materiali

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Il suo ambito è quello della ricerca e lo sviluppo dei nanomateriali, che trovano applicazioni in svariati settori. Un’attività, la sua, che in questo momento svolge presso il CNR – Istituto di tecnologie avanzate per l’energia “Nicola Giordano” di Messina, col quale ha vinto un assegno di ricerca.

Simona Crispi, biancavillese, nonostante il suo percorso accademico la proietti verso orizzonti internazionali, ha deciso di restare in Italia, anzi in Sicilia. E adesso ha conseguito il dottorato di ricerca in “Ingegneria e Chimica dei materiali e delle costruzioni” all’Università di Messina. Un traguardo arricchito anche dall’attestazione di “Doctor europaeus”. Titolo aggiuntivo che risponde alle condizioni stabilite dalla Confederazione delle Conferenze dei Rettori dei paesi dell’Unione Europea (recepite dalla European University Association) e che Simona ha conquistato grazie alla tipologia e al rilievo dei suoi studi, condotti per un periodo presso la “Humboldt – Universitat” di Berlino.

Alle spalle c’è un un lungo percorso. Simona Crispi ha conseguito la laurea triennale in Tossicologia e quella magistrale in Chimica dei materiali all’Università di Catania. Diversi gli stage riportati in curriculum, dall’Arpa Sicilia alla St Microelectronics, multinazionale con cui ha collaborato per il deposito di un brevetto per creare un materiale da utilizzare in dispositivi miniaturizzati per il rilevamento di gas. Abilitata alla professione di chimico, Crispi ha pubblicato diversi articoli in riviste scientifiche come Sensors and Actuators o ACS Applied Nanomaterials.

Un’intensa attività che non le ha impedito, comunque, di tralasciare affetti e sentimenti. Così, Simona ha coronato ri recente anche il sogno del matrimonio, dimostrando che carriera e famiglia si possano conciliare. «Come è possibile? Con l’amore», risponde la ricercatrice biancavillese. «La passione e l’amore per quello che faccio – garantisce Crispi – mi conferiscono le energie necessarie per alzarmi tutte le mattine alle 4 e andare a prendere un pullman che mi porta ad un altro pullman per arrivare al lavoro. Ed è lo stesso amore che mi riconduce tutte le sere a casa da mio marito».

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