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Detto tra blog

La laicità dell’istituzione comunale calpestata sotto la sottana dei preti

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di SALVO PANEBIANCO

La politica è priorità e visione. Scopriamo che Biancavilla ha bisogno di una nuova, ennesima chiesa. Con soldi pubblici. Cioè di tutti noi. Leggo che il “sindaco” ha partecipato ad una riunione in una chiesa (facesse lo stesso con i consigli comunali…) e si «è subito innamorato dell’idea, stanziando, con una delibera di giunta, 345mila euro per la costruzione».

Mi chiedo: la chiesa, il tempio, le mura sono una priorità? E gli abbonamenti dei ragazzi che studiano fuori paese no? Aggiustare il depuratore che non funziona? Basta firmare il “Patto di Fiume”, tanto poi lo si inquina lo stesso. Comparare il parco lampade pubbliche, ma a led (dovevano fare un bando-pastrocchio-mostro di 20 milioni di euro) e/o i pannelli fotovoltaici sulle scuole pubbliche, risparmiando centinaia di migliaia di euro all’anno? Rendere decente l’asilo (quello pubblico) e magari costruirlo nuovo invece di pagare l’affitto di un garage di un privato? Una politica di assistenza sociale e culturale decente e che meriti questo nome?

Tutti i non credenti e quelli di altre confessioni perché devono contribuire all’edificazione di una chiesa cattolica anche con i propri soldi? Oltre tutto, questa sarà della Diocesi, non di proprietà pubblica. Chi vuole la chiesa nuova si autotassi e se la costruisca.

Laicità, sfera religiosa separata da quella politica? Non sia mai. Bisogna costruire il proprio elettorato per le prossime elezioni regionali!

Strade dissestate o devastate (spendendo altri fondi pubblici): quelle del centro storico con basolato-mattonella, mentre quello precedente (spesso, storico e di valore) su, in qualche villa privata delle Vigne. Osservate vicino la Cisl come stanno aggiustando il vecchio basolato dopo uno scavo.

Fogna bianca inesistente. Fogna nera idem. Incapace, il “sindaco”, persino di fare rispettare la sua stessa ordinanza: staccare le grondaie dalla condotta fognaria (non sia mai avere cittadini “arrabbiati” perché hanno dovuto rispettare le norme: elezioni regionali in vista).

Bonifiche per l’amianto: le chiamano “bonifiche” le tinteggiature delle facciate degli edifici pubblici costate milioni di euro e già scrostate, nonostante dovessero incapsulare le fibre cancerogene.

Viabilità insostenibile con ambulanti parcheggiati dentro la strada, zero programmazione di trasporti pubblici e non, micro e macro criminalità diffuse.

Sportello antiracket promesso e strombazzato ma nessun atto consequenziale.

Nessuna moral suasion sulle spese pazze del consiglio comunale e dell’amministrazione.

Incarichi agli amici (ovviamente tutti inutili), ringraziamenti “elettorali”, opere inutili, pericolose e controproducenti (marciapiedi in viale dei Fiori, spartitraffico rialzato zona Villa Garufi e poi ritolto per incapacità a “leggiri e scriviri”) e manifestazioni inutili.

Paese in centro come in periferia sporco e con arredo e corredo urbano disastrato e disomogeneo.

Si narra che Gesù predicò all’aperto, nacque in una stalla (o in una grotta). Non stava tra ori ed incensi. Si può leggerne la parola e cannibalizzarne il corpo in qualunque luogo. Non tra fasti e sprechi.  La Chiesa aiuti i poveri (non lasciandoli nella povertà) invece di sperperare il nostro 8×1000 (santissimi Mussolini e Craxi per i regali fatti alla Santa Sede) nella loro struttura di potere (immobiliare e non) e di circonvenzione delle masse.

Gli “amministratori” comunali attuali fanno desiderare quella sinistra che abbandonava il Consiglio Comunale quando si osservava il minuto di silenzio per la morte del monsignore Giosuè Calaciura: consigliere Gianluca Terranova, prima sindacatura Manna. Adesso, tutti dietro le processioni, sotto le sottane dei preti.

Più tasse, più sperperi, più clientele.

Gloriosaggine: la politica di casiastraggine di un neo democristiano: fiori alla Madonna dell’Elemosina (di cui il “sindaco” non sa nemmeno dove si trovi l’altare: una farsa tragicomica), affidamenti del paese alle Madonne, autorità politiche che salutano in incontri cerimoniosi quelle eclesiastico-religiose, processioni pompose e… costruzioni di chiese. Il nuovo imperatore romano ed il nuovo Papa. Papa al prete di turno, capiamoci.

Andate a zappare con la zappa e a scavare le strade col pico. O a raccogliere le arance col freddo e nel fango. Le ficodindia col caldo torrido e le spine (imparate l’inglese per i convegni mondiali a cui volete parlare in italiano e per questo non date i locali pubblici).

Dimettetevi, invece di fare danni e di lamentarvi di responsabilità a cui nemmeno rispondete. O fare querele e lamentarvi di Facebook e dei commenti di persone o di profili anonimi. Non ve lo ha prescritto il dottore di fare i politici. Anzi, pare che (vi) tolga salute.

In tutto questo, opposizione inesistente o ufficiosamente in maggioranza.

Idem la stampa: quasi tutta alle “dipendenze” della politica e degli incarichi derivanti.

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Il sindaco Glorioso in occasione dell’ultima festa estiva in onore della Madonna dell’Elemosina (foto Giovanni Stissi)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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4 Comments

4 Comments

  1. Salvo

    25 Maggio 2015 at 20:27

    L’ affitto dell asilo serve x assumere qualche parente

  2. Dino

    23 Maggio 2015 at 20:02

    lucido …..a leggere questo signore sembra che viviamo in un paese idilliaco. La realtà è peggio di quella descritta. Altro che incapaci.

  3. giovanni

    23 Maggio 2015 at 8:09

    delirante….a leggere questo signore sembrerebbe che viviamo in un paese pieno di incapaci

    • il cugino di giovanni

      24 Maggio 2015 at 23:25

      a leggere questo signore mi dà conforto perché finalmente c’è qualcuno che ha gli occhi aperti e descrive esattamente quello che è Biancavilla: un paese pieno di amministratori incapaci.

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I carri “riciclati” e l’inutile classifica: appunti sul Carnevale di Biancavilla

Un evento di successo, ma ci sono aspetti da correggere: il montepremi si divida in parti uguali

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Il Carnevale di Biancavilla è un evento riuscito. Un successo consolidato. Va dato atto all’attuale amministrazione comunale che ha resuscitato e salvato un’occasione capace di animare un’intera comunità. Protagonisti indiscussi sono i carristi, che – al di là delle qualità artigianali – offrono aggregazione e socialità. A loro va dato il merito principale. Sono loro il vero motore.

Detto questo, a margine di un Carnevale 2025 ormai archiviato, accogliamo la sollecitazione di tanti biancavillesi ad evidenziare una serie di osservazioni critiche, che qui di seguito sintetizziamo, con l’intento di correggere e migliorare l’organizzazione di una manifestazione particolarmente amata e attesa.

Carri comprati e “riciclati”

Non tutti lo sanno, ma i carri di Biancavilla non sono sempre realizzati di sana pianta. È prassi comprarli da altri paesi (sì, c’è un vero e proprio mercato) e “riciclarli”. Si acquistano per intero o solo alcune parti. Insomma, si assemblano dei pezzi, magari riverniciandoli o sottoponendoli ad un ritocco di colori. Altri utilizzano delle basi già pronte. Non essendoci un regolamento che ne impedisca la partecipazione, non è vietato. Ne consegue, quindi, che a Biancavilla (a parte alcune eccezioni) non ci sono artigiani di “carri allegorici” ma assemblatori. È uno scandalo? No, però tutto questo ha delle implicazioni pratiche e logiche.

Classifica e giuria da abolire

Che senso ha, dunque, un concorso che preveda una classifica e una giuria che, per stilarla, debba fare delle valutazioni. Per inciso: i giurati dovrebbero avere competenze, esperienze, titoli e curriculum per emettere un verdetto, credibile e imparziale. Li posseggono? Chiusa parentesi.

Dicevamo della classifica. A parte gli “ex aequo” dal sapore democristiano, di fronte a carri assemblati, parzialmente raffazzonati o creati di sana pianta a Biancavilla, come ci si comporta? Come si fa a giudicare “originale” un carro che in realtà negli anni precedenti è già apparso ad Acireale o a Sciacca? E come è possibile che un manufatto effettivamente originale non venga apprezzato, valorizzato e premiato come tale?

Montepremi in parti uguali

Il problema è facilmente risolvibile: si abolisca la classifica, si evitino i giurati e si preveda un budget complessivo, dividendolo in parti uguali a tutti i carristi. Anzi, diciamo di più: il montepremi venga raddoppiato o si porti a 100mila euro. Sarebbe un formidabile incentivo a realizzare (o assemblare, poco importa a quel punto) carri di maggiore qualità e con più spettacolari effetti speciali.

La politica stia alla larga

Un’ultima osservazione: si faccia un regolamento chiaro. E magari si specifichi un elemento di buon senso che evidentemente, a Biancavilla, è necessario codificare. La politica stia alla larga dai carri. Vedere politici indaffarati attivamente nella partecipazione ai vari gruppi di carristi è cosa inopportuna (per usare un eufemismo), visto che i gruppi beneficiano poi di soldi comunali. L’etica pubblica è materia seria: non può svanire come un pugno di coriandoli in faccia. Il sindaco Antonio Bonanno e il suo staff organizzativo appuntino tutte queste osservazioni: ne facciano tesoro per il prossimo anno.

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L’aggressione in ospedale e i commenti “violenti” sui social contro i medici

Frustrazione, rabbia, intolleranza: fenomeni in aumento che analizziamo con l’aiuto dello psicologo

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© Foto Biancavilla Oggi

L’aggressione subita dal personale dell’ospedale di Biancavilla (con conseguente arresto dei carabinieri della donna che se ne è resa responsabile) ha innescato sui social pure un affollamento di commenti “violenti”. Quasi tutti rivolti a medici, infermieri e operatori sanitari. Data la maggiore frequenza degli episodi, gli ospedali vengono visti come luoghi “a rischio” per chi vi lavora. Un fenomeno che crea non solo un problema di sicurezza pubblica, ma riflette una complessa interazione di fattori psicologici e sociali che meritano un’analisi.

La violenza contro gli operatori sanitari è alimentata da una combinazione di fattori. Tra questi, la percezione del sistema sanitario come “sistema inefficiente”. I biancavillesi lamentano tempi di attesa lunghi e risorse insufficienti. Ciò genera frustrazione sia nei pazienti che nei loro familiari. L’insoddisfazione può sfociare in episodi di aggressività, soprattutto in situazioni di emergenza. La nostra società sembra essere sempre meno tollerante, di fronte ad aspettative irrealistiche sulla rapidità e l’efficienza dei servizi. Intolleranza che può sfociare in comportamenti violenti, quando il servizio sanitario non soddisfa tali aspettative. Poi, la crescente sfiducia nei confronti delle istituzioni, inclusa la sanità, rende il personale medico un facile bersaglio per sfogare rabbia e frustrazione.

I social, con la loro tendenza a polarizzare le opinioni e amplificare le emozioni, contribuiscono a creare un clima di tensione. Ho letto su Facebook, dopo l’articolo di Biancavilla Oggi, frasi di violenza verbale, erroneamente intesa come una “risposta giustificata” all’atto di aggressione, dando per scontato che tale atto sia stato generato da “malasanità”.

Al di là dell’episodio specifico di Biancavilla, chi commette atti di violenza contro il personale sanitario spesso manifesta caratteristiche psicologiche e comportamentali che possono essere ricondotte a patologie o disagi profondi. Molti aggressori hanno difficoltà a gestire emozioni intense: rabbia, frustrazione o paura. Queste persone possono esplodere in reazioni violente di fronte a situazioni percepite come minacciose o ingiuste. Dal punto di vista psicologico, i soggetti con tratti antisociali mostrano mancanza di empatia, impulsività e tendenza alla violazione delle regole sociali. In situazioni di stress, come quelle vissute in un pronto soccorso, queste caratteristiche possono favorire purtroppo dei comportamenti aggressivi.

Alcuni aggressori interpretano erroneamente le azioni del personale sanitario come ostili o malevole, alimentando sentimenti di sfiducia e reazioni “irregolari”.

Di fondo, c’è una bassa tolleranza alla frustrazione, infatti la mancanza di strumenti cognitivi ed emotivi per tollerare la frustrazione è una delle principali cause dell’aggressività. Un quadro particolarmente evidente in contesti sanitari, dove i tempi di attesa o i risultati insoddisfacenti possono essere percepiti come intollerabili.

C’è un altro punto importante da sottolineare. Tutte le aggressioni non si limitano a causare danni fisici al personale sanitario. Le conseguenze psicologiche possono essere profonde e durature. Molti operatori sanitari possono, infatti, sviluppare una “Sindrome da Burnout”. Il ripetersi di episodi di violenza contribuisce all’esaurimento emotivo, riducendo la capacità di affrontare lo stress e di empatizzare con i pazienti. Gli atti di violenza più gravi possono lasciare cicatrici profonde, con sintomi come flashback, ansia e ipervigilanza. Inoltre, lavorare in un ambiente ritenuto “pericoloso” può portare alla riduzione dell’entusiasmo e della passione per la professione.

È necessario, dunque, un approccio multidimensionale, che coinvolga istituzioni, società e individui. Bisogna attuare una “educazione pubblica” per ridurre la stigmatizzazione del personale sanitario e a promuovere una cultura del rispetto. Offrire assistenza psicologica agli operatori sanitari che subiscono aggressioni è fondamentale per prevenire il “Burnout”.

I fatti avvenuti all’ospedale di Biancavilla e le successive reazioni sui social contro il personale sanitario sono un fenomeno complesso, radicato in problemi psicologici individuali e dinamiche sociali disfunzionali. Affrontarli richiede un impegno collettivo per trasformare le strutture sanitarie in luoghi più sicuri, garantire il benessere degli operatori e promuovere una cultura di rispetto reciproco. Solo attraverso un approccio integrato si potrà ridurre questa drammatica tendenza.

*Il dott. Alessio Leotta è uno psicologo, psicoterapeuta e ipnotista della scuola di Milton Erickson. Svolge la libera professione a Biancavilla e ad Adrano.

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