Cronaca
Il caso Salamone, alla ricerca del “Maschio 1”: attesa una (nuova) svolta
Nicola Mancuso sconta l’ergastolo per l’omicidio della giovane, ma va individuato ancora il suo complice
Proseguono le indagini sul caso di Valentina Salamone, la 19enne di Biancavilla uccisa in una villetta di Adrano, inscenando un suicidio per impiccagione. Sulla sua morte c’è una condanna definitiva all’ergastolo per Nicola Mancuso. Ma si cerca il suo complice. Un “Maschio 1” che lo ha aiutato in quelle fasi drammatiche in cui veniva spezzata la vita di una giovane solare. Ci sono tracce di dna ed è su quelle che si concentrano le verifiche, nel tentativo di risalire all’uomo.
Anche in questa occasione, la famiglia della giovane resta unita e combattiva. E, opponendosi all’archiviazione, attraverso l’avv. Dario Pastore, come evidenzia il quotidiano La Sicilia, aveva suggerito di «acquisire il profilo genetico di almeno un individuo di sesso maschile per nucleo familiare residente nel comune di Adrano nella fascia di età compresa tra i 18 ed i 35 anni, alla data del 24 luglio 2010 e di tutti i soggetti ulteriormente ritenuti meritevoli di accertamento, nonché tutta l’attività di indagine conseguente all’esito degli accertamenti effettuati».
Novità sul caso potrebbero arrivare, dunque, dalle verifiche sul dna. I familiari di Valentina lo avevano urlato il giorno della condanna in Cassazione di Mancuso: «La verità non è completa, ora bisogna identificare il “Maschio 1”». Gli inquirenti lavorano in questa direzione e, grazie agli esami scientifici, si è fiduciosi che si arrivi ad una (nuova) svolta.
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																															Cronaca
Prima il furto di dolci e alcolici, poi la fuga su un’auto rubata: due arresti
In manette un 20enne di Biancavilla e un 19enne di Paternò: bloccati dopo un inseguimento
 
														I carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Paternò hanno arrestato un 20enne di Biancavilla e un 19enne di Paternò per furto, ricettazione e resistenza a pubblico ufficiale. I militari li hanno bloccati dopo un inseguimento. Viaggiavano su un’auto rubata, all’interno della quale avevano quasi 200 pezzi di prodotti dolciari e una quindicina di bottiglie, tra alcolici e altre bevande: anche questi oggetto di furto.
Intorno alle 4 della notte, durante un servizio di pattugliamento nel centro di Paternò, i carabinieri hanno notato un’utilitaria con a bordo due uomini. Decisi a procedere a un controllo, hanno intimato l’alt al conducente utilizzando i dispositivi luminosi.
Quest’ultimo, però, ha improvvisamente accelerato, cercando di far perdere le proprie tracce. Ne è seguito un breve inseguimento, concluso in via Circumvallazione, all’angolo con via Merano. I due occupanti del veicolo hanno abbandonato l’auto e sono fuggiti a piedi, cercando poi di nascondersi sotto due vetture in sosta. I carabinieri li hanno individuati e bloccati.
Gli accertamenti hanno permesso di appurare che l’auto era stata rubata e che, poco prima, i due giovani avevano utilizzato lo stesso mezzo per commettere due furti. All’interno del veicolo, dietro al sedile posteriore, i militari hanno rinvenuto la refurtiva: dolci e alcol. L’auto è stata restituita al legittimo proprietario, mentre i due giovani sono stati arrestati.
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Cronaca
Ritrovo di mafiosi e altri pregiudicati: sigilli per 7 giorni ad un chiosco-bar
Disposizione del questore di Catania eseguita a Biancavilla dagli agenti del Commissariato di Adrano
 
														La Polizia di Stato ha sospeso temporaneamente l’attività di un chiosco-bar di Biancavilla ritenuto ritrovo abituale di pregiudicati, così come è emerso dai diversi controlli finalizzati a verificare il rispetto delle norme in materia di legislazione della pubblica sicurezza.
È un provvedimento emesso dal Questore di Catania ed eseguito dai poliziotti del Commissariato di Adrano, secondo quanto previsto dal Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza.
Dalle numerose verifiche effettuate in un significativo arco temporale, i poliziotti hanno constatato l’assidua presenza di clienti con precedenti sia penali che di polizia.
In particolare, i poliziotti hanno effettuato i riscontri nelle banche dati in uso alle forze di Polizia, rilevando come il chiosco, in una zona particolarmente frequentata, fosse diventato luogo di ritrovo di pregiudicati. Soggetti con alle spalle reati per associazione di stampo mafioso, spaccio di sostanze stupefacenti, rapina, atti contro la persona e il patrimonio.
La presenza di questi clienti non è risultata sporadica. I riscontri riguardano molteplici accertamenti, al punto da rappresentare un rischio concreto per l’ordine e la sicurezza pubblica. Sulla base delle evidenze, disposta quindi la temporanea sospensione dell’esercizio e l’apposizione dei sigilli, con la contestuale chiusura per 7 giorni.
«La disposizione normativa – si legge in un comunicato della polizia – costituisce una garanzia per tutte le attività economiche che rispettano le regole ed esercita anche una funzione con effetti dissuasivi nei confronti di quei soggetti ritenuti pericolosi che, privati di un luogo di aggregazione abituale, vengono avvertiti che la loro presenza in questi luoghi è oggetto di attenzione da parte delle autorità».
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