Chiesa
Padre Zappalà sacerdote da 25 anni, parrocchia dell’Annunziata in festa

Anniversario del prete che, con umiltà, si definisce “indegno erede” di padre Placido Brancato. L’omaggio dei fedeli: il restauro della cappella del Sacramento.
di Alessandro Rapisarda
“Il prete non è prete per sé, ma lo è per voi”. Il grande striscione campeggia di fronte la chiesa dell’Anunziata. È stato realizzato da ragazzi della parrocchia biancavillese. Con il clero locale e parte di quello diocesano si sono ritrovati nella celebrazione per il 25° anniversario di sacerdozio di padre Giovambattista Zappalà.
Durante l’omelia, il parroco ha ricordato le tappe del suo percorso e le difficoltà di un quarto di secolo nelle vesti di sacerdote, paragonando la sua esperienza alle stagioni dell’anno che si alternano continuamente e ogni stagione riserva momenti diversi, sterili o tristi, allegri e fiorenti.
Un’emozione visibile, la sua, ricordando i familiari, i compagni di seminario e l’arcivescovo Luigi Bommarito, di cui conserva ancora la lettera che lo destinava a diventare parroco della chiesa Annunziata. E poi un pensiero per padre Placido Brancato, di cui si definisce “indegno erede”. Quindi il legame con l’attuale, arcivescovo, Salvatore Gristina, che tanta fiducia ha dato a lui e al suo ministero, affidandogli importanti incarichi diocesani, da responsabile dell’Ufficio liturgico a vicario foraneo.
Davanti ad una chiesa affollata, padre Zappalà ha preferito destinare la somma raccolta dai fedeli per il suo regalo al restauro della cappella del Santissimo Sacramento: «Desidero lasciare un segno di questo importante traguardo e proprio il Santissimo è per noi il centro della nostra fede, il nostro riferimento e la meta verso cui tutti dobbiamo guardare».
Dopo il restauro dell’altare della Madonna del Carmelo dello scorso anno, adesso la parrocchia si arricchirà, quindi, di questo ulteriore intervento.
A conclusione della celebrazione si è svolto un momento di agape fraterna all’interno dell’oratorio “Don Bosco”. Proiettato un video sulla vita di padre Giovanni: ancora un momento di emozioni vissuto dai fedeli e dal sacerdote che guida la parrocchia ormai da 17 anni.

L’omaggio dei fedeli: i soldi raccolti serviranno a restaurare la cappella del Santissimo Sacramento
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Chiesa
La devozione e gli “ossequi”: restaurata la statua della Madonna del Carmelo
Interventi finanziati dai fedeli della parrocchia dell’Idria: l’opera è di Giovambattista Sangiorgio

Dopo mesi di restauro, la parrocchia Santa Maria dell’Idria rivede il simulacro della Madonna del Carmelo in una nuova veste. Un’opera interessata ad interventi, finanziati esclusivamente dai fedeli.
La statua, realizzata con la tecnica dell’impannaggio – che prevede l’utilizzo di legno, tela, colla e stucco, ampiamente utilizzata in Sicilia – è un’opera del biancavillese Giovambattista Sangiorgio (lo stesso autore del “Cristo Risorto” di Biancavilla): risale al 1901 ed è collocata nella nicchia a lei dedicata all’interno della chiesa.
La devozione alla Madonna del Carmine è una caratteristica del Sud Italia: tante in Sicilia le chiese e le associazioni a lei dedicate. Nella parrocchia biancavillese, in passato, durante la quindicina, la messa era molto partecipata e i fedeli sostavano davanti all’altare per rivolgere i cosiddetti “ossequi”.
La statua della Madonna del Carmelo era stata già interessata, con il parroco padre Salvatore Nicoletti, a lavori, eseguiti dal professor Antonino Distefano. Restauri che, però, avevano bisogno di un nuovo ripristino.
Lo hanno eseguito, nei mesi scorsi, due giovani artisti, Francesca Crispi e Alfredo Sergi. Innanzitutto è stata resa solida la base, in seguito sono state ricostruite alcune parti mancanti e, infine, sono stati riportati i colori e le rispettive decorazioni al loro stato originale.
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Chiesa
Quel viaggio chiamato “adolescenza”: lo psicologo parla all’oratorio “Don Bosco”
Un confronto aperto e serrato tra il dott. Alessio Leotta e i giovani della parrocchia dell’Annunziata

Un’occasione di formazione e riflessione per parlare di adolescenza a una platea di… adolescenti. L’oratorio “Don Bosco” della parrocchia Annunziata ha promosso l’incontro con i propri giovani, ponendoli davanti ad un ospite esperto in dinamiche adolescenziali. Ragazze e ragazzi si sono confrontati con il dott. Alessio Leotta, psicologo e psicoterapeuta, affrontando diversi aspetti di quella età, cruciale per la crescita e la formazione dell’individuo.
Il professionista ha proposto un’analisi approfondita di questa delicata fase della vita, soffermandosi su aspetti fondamentali come il cambiamento dell’identità, le sfide emotive, il bisogno di appartenenza, la gestione delle relazioni e la scoperta della propria autonomia. L’approccio non è stato solo teorico, ma fortemente partecipativo: i giovani sono stati invitati a condividere liberamente le proprie esperienze, emozioni e dubbi.
Molti hanno trovato lo spazio per raccontare vissuti personali, paure e desideri, scoprendo nel gruppo un luogo sicuro dove potersi esprimere senza giudizio. Il dott. Leotta ha creato un clima accogliente, rispondendo con empatia e professionalità alle domande e ai racconti.
Un confronto che ha generato una profonda consapevolezza collettiva: l’adolescenza, con tutte le sue difficoltà, è anche un’opportunità per conoscersi meglio, per imparare a relazionarsi con gli altri e per costruire il proprio futuro. Un bagaglio di conoscenze in più per i giovani dell’oratorio “Don Bosco”, più compresi, motivati e pronti ad affrontare il proprio percorso con maggiore serenità.
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