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Giosuè Arcoria, l’agricoltore 2.0 premiato da McDonanld’s ad Expo

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Da una parte la qualità dei prodotti, dall’altra una forte innovazione introdotta in azienda. Un binomio vincente che ha consentito a 20 giovani imprenditori agricoli ed allevatori italiani di essere scelti da McDonald’s (selezionati su 130 candidati) per la fornitura triennale di ortofrutta e carni.

Tra loro c’è anche il biancavillese Giosuè Arcoria dell’omonima azienda, vicino contrada “Sferro”. All’età di 35 anni, Giosuè guida, assieme ad altri familiari, «un’azienda agricola dal carattere fortemente innovativo, in cui –sottolinea McDonald’s– la tecnologia ha un ruolo chiave: l’irrigazione è completamente automatizzata, e la fertirrigazione è governata da un complesso sistema di software e hardware in grado di calcolare e fornire con esattezza le sostanze nutritive di cui necessitano il terreno e le piante».

«Questo ha permesso, oltre che di ampliare la produzione, di mettere a dimora –viene specificato ancora dalla nota catena di fast food– nuove varietà di arance resistenti ad alcuni virus che danneggiano le piantagioni di agrumi. Inoltre, per garantire alla sua azienda una fonte d’energia rinnovabile, Giosuè conta di installare a breve un nuovo impianto fotovoltaico».

Tutti elementi che hanno presentato Arcoria con le carte vincenti e per questo è stato selezionato per la filiera frutta. Il progetto, chiamato “fattore Futuro”, ha avuto il patrocinio del ministero delle Politiche agricole e tutti i 20 giovani imprenditori agricoli scelti hanno avuto il loro palcoscenico ad Expo, a Milano.

La soddisfazione di Giosuè Arcoria è palpabile. «È stato un orgoglio personale e familiare –dice a Biancavilla Oggi– in quanto siamo alla terza generazione di agricoltori e continuiamo il nostro lavoro con tanti sacrifici in una terra non facile».

Un’attività non di ripiego, ma fatta con passione da parte del giovane agricoltore 2.0 di Biancavilla. «Non è vero –ci dice Arcoria con convinzione– che non ci si possa realizzare sul piano economico con il lavoro in agricoltura. In realtà si possono avere tantissime soddisfazioni, grazie alla nostra fantastica isola che ci offre un clima e un territorio favorevole alla riuscita di una vasta gamma di prodotti di indiscussa qualità».

«McDonald’s crede nell’Italia ed è parte attiva del sistema agroalimentare italiano, da cui già oggi acquista l’80% dei suoi ingredienti. Con il progetto Fattore Futuro abbiamo avuto la conferma che l’Italia agricola è viva e che la strategia di aumentare la percentuale dei nostri ingredienti italiani non solo è vincente, ma è anche assolutamente realizzabile – ha detto Roberto Masi, amministratore delegato di McDonald’s Italia -. Siamo felici di accogliere questi 20 imprenditori nel sistema McDonald’s che darà loro la certezza di un contratto pluriennale e la possibilità di essere inseriti in un sistema che, grazie ai nostri partner, opera su scala internazionale con sistemi produttivi e di certificazione all’avanguardia. Il nostro obiettivo è quello di dar loro la possibilità di far crescere concretamente, e in modo sostenibile, queste aziende. Continuiamo ogni anno a confermare non solo di credere nel Paese, ma soprattutto nei suoi giovani».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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1 Comment

1 Comment

  1. gianfranco galvagno

    15 Ottobre 2015 at 17:56

    Ho già avuto modo di commentare positivamente in altra sede questa bella notizia che fa onore al nostro territorio. “Fattore Futuro” è un efficace e concreto progetto di una multinazionale che dà possibilità di crescita a piccole aziende che offrono prodotti di ottima qualità; è il caso dell’azienda della famiglia Arcoria che da sempre mette in campo serietà e umiltà ma anche tenacia, determinazione e soprattutto mentalità di sviluppo del proprio lavoro. Complimenti davvero e spero che casi analoghi nascano sempre più nella nostra cittadina; d’altronde questa è la dimostrazione che c’è del potenziale; basta farlo emergere.
    Un saluto

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Vent’anni senza Placido Stissi, il figlio Giuseppe: «Onorati di un papà così»

A “Biancavilla Oggi” il ricordo commosso: «Non ci ha visto crescere, ma siamo certi che veglia su di noi»

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Vent’anni fa la morte di Placido Stissi. Il suo ricordo è intatto. Il suo gesto resta una testimonianza del suo altruismo. Dipendente della Provincia di Catania e stretto collaboratore del presidente Nello Musumeci e poi di Raffaele Lombardo, Stissi stava andando al lavoro. In un punto della tangenziale di Catania, sotto la pioggia battente, accostò e fermò la sua macchina. Lo fece per prestare aiuto ad un giovane automobilista rimasto in panne nella corsia opposta. Mentre attraversa la carreggiata, però, un veicolo lo travolse. Morì a 41 anni, lasciando la moglie Anna Maria e i tre figli, ancora minorenni: Giuseppe, Gessica e Denis.

Il ricordo del suo primogenito è intriso di affetto e orgoglio. «Sono passati 20 lunghi anni, mi fa onore, ci rende onorati che – dice Giuseppe a Biancavilla Oggi – dopo tutto questo tempo ancora la gente ricordi il gesto eroico che mio padre ha fatto. Non ha riflettuto più di una volta a scendere dalla propria auto e a soccorrere quel ragazzo rimasto in panne e con l’auto capovolta. Non ha pensato alle conseguenze che potevano succedere in quella fatidica giornata piovosa. Come poi effettivamente accaduto, lasciando noi figli piccoli e mia mamma».

Chi ha conosciuto Placido, a Biancavilla, può confermare che le parole del figlio descrivano esattamente quei modi di sincera disponibilità nei confronti di chiunque.

«Mio papà era fatto così. Sempre premuroso. Sempre cordiale e generoso con tutti. L’amico degli amici. Sempre pronto ad aiutare tutti. Un angelo volato in cielo troppo giovane e troppo presto. Oggi è raro fare e ricevere gesti del genere. Soprattutto noi giovani – sottolinea Giuseppe – dovremmo prendere esempio da questi ormai rari gesti di altruismo verso il prossimo. Non si pensa altro che all’invidia e alla cattiveria, invece dovremmo trovare il modo per riportare i bei gesti di solidarietà. Non dovremmo dimenticare che potremmo avere bisogno, anche noi, di un semplice aiuto, una carezza, una mano che ci venga posta sulla spalla o essere ascoltati».

«Noi figli – conclude Giuseppe – siamo veramente onorati di avere avuto un padre così. Mia mamma lo è del marito che ha avuto. Certo, il dolore resta, come il rammarico che ci abbia lasciati così presto senza vederci crescere ed essere al nostro fianco. Ma siamo sicuri che ci veglia da lassù e guida i suoi nipoti nella migliore strada».

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