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L'Intervista

Pietro Comba cittadino onorario: «Una città più vivibile di 20 anni fa»

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Il momento in cui viene consegnata la pergamena della cittadinanza onoraria

«Dobbiamo impegnarci per i bambini di oggi e di domani, bisogna intervenire sulla comunicazione». E sulle facciate “bonificate” e già scrostate? «No comment».

di Vittorio Fiorenza

Pietro Comba è ufficialmente un cittadino di Biancavilla. Un cittadino onorario. Un merito riconosciutogli dal sindaco Giuseppe Glorioso per il suo impegno avuto fin dal 1997 sulla “questione amianto”. Direttore del reparto di Epidemiologia ambientale del Dipartimento “Ambiente e connessa prevenzione primaria” dell’Istituto Superiore di Sanità, Comba è stato tra i primissimi a studiare l’eccesso di mesoteliomi pleurici a Biancavilla. E da lì si è risaliti alla causa: le fibre minerali di fluoroedenite contenute nelle rocce di monte Calvario, diffusesi a partire dagli anni ’50 attraverso l’attività edile.

La cerimonia per il conferimento della cittadinanza onoraria è avvenuta a Villa delle Favare, anche alla presenza degli ex sindaci Pietro Manna e Mario Cantarella e di altre personalità che, a vario titolo, si sono avvicinate alla questione. Biancavilla Oggi ha intervistato l’epidemiologo.

Dottor Comba, da questo momento è un cittadino di Biancavilla.
Io sono molto onorato, grato e commosso. Sento la responsabilità di questo atto, che non è formale. Per me significa continuare a lavorare insieme. Ed è proprio questo l’impegno che prendo oggi.

In effetti, il suo nome lo ritroviamo fin dalle prime relazioni del 1997.
Sono passati quasi vent’anni, durante i quali oltre a me, tanti altri colleghi si sono occupati del caso, affinché un’osservazione epidemiologica inaspettata, cioè un eccesso significativo di mesoteliomi in questa città, trovasse una spiegazione e soprattutto gli strumenti per agire. Si è agito inizialmente sull’area di cava, sospendendo l’attività e con la copertura della parete rocciosa attraverso lo spritz beton. Poi si sono asfaltate le strade sterrate, da cui proveniva molta polvere. Si sono rimossi i cumuli dell’edilizia nei quartieri nuovi, dove c’erano case incompiute. In queste azioni si è tenuto un occhio sullo stato di salute della popolazione.

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Pietro Comba (foto Cittadinireattivi.it)

Ed oggi come definisce lo stato di salute del paese?
Oggi possiamo dire che i livelli delle polveri sono state abbassate in modo significativo. Però bisogna tenere la guardia molto alta e sapere che, purtroppo, per i tempi di incubazione di questa malattia, avremo ancora dei malati. Ma il messaggio fondamentale è che oggi i ragazzi e i bambini di Biancavilla hanno un ambiente migliore di quello che c’era 20-30 anni fa. Per i bambini di oggi e di domani dobbiamo impegnarci al massimo a rendere questo ambiente quanto più idoneo possibile.

Azzerare del tutto il rischio sarà impossibile, visto che gran parte degli edifici è costruita con quel materiale proveniente da monte Calvario.
Ci sono molte soluzioni tecnologiche che possono essere adottate. Si tratta di monitorare, intervenire dove è opportuno, ovvero dove c’è dispersione di fibre. Poi bisogna adottare alcune cautele, per esempio gli interventi di manutenzione farli ad umido e non a secco. È molto importante il percorso di comunicazione, informazione e formazione: anche da questo dipende l’abbassamento del rischio.

Tra gli interventi effettuati, c’è stato il rifacimento delle facciate e degli intonaci degli edifici pubblici (il palazzo comunale, le scuole, le mura del campo sportivo e del cimitero) in modo da incapsulare le fibre nocive. Peccato che a distanza di qualche anno questi intonaci siano già in più punti sgretolati, mostrando la parte interna che è quella che potenzialmente espone al rischio di rilascio di particelle nocive.
È un’ottima domanda. Comunque non basta una sola particella per innescare la malattia. Il rischio è funzione di quella che si chiama “esposizione cumulativa”, basata sul livello di esposizione e il tempo.

Da sempre dite che fare un foro nel muro per appendere un quadro è un gesto a rischio. Le facciate scrostate sono un rischio o no?
Bagnare la parete per fare un foro al muro è un messaggio cautelativo. Se ci sono casi specifici vanno valutati nelle sedi opportune con degli esperti che indichino, per esempio, se è più opportuno mettere o meno un fissativo.

Ma gli interventi sulle facciate sono stati già fatti e sono pure costati milioni di euro…
Non ho commenti su questo.

Manca la bonifica delle bonifiche: monte Calvario.
Tutte le bonifiche a livello nazionale sono in ritardo e incomplete. È una questione di sistema. Bisogna mettere tra le priorità italiane la bonifica dei siti contaminati, così come i siti con dissesto idrogeologico.

Sul fronte della ricerca scientifica, a Biancavilla c’è ancora da indagare?
Lo scorso ottobre l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha valutato che sono sufficienti le evidenze scientifiche disponibili per stabilire che questa fibra è cancerogena per l’uomo. Su questo non c’è altra ricerca da fare. Nell’ambito della sorveglianza epidemiologica, che deve essere permanente, occorre colmare alcune lacune conoscitive, per esempio per capire se oltre al mesotelioma ci sia un problema di placche pleuriche o fibrosi polmonare.

Oppure, come evidenzia il rapporto Sentieri, anche patologie cardiovascolari.
Si, oltre agli effetti sull’apparato respiratorio, ci sono anche queste ipotesi da valutare.

Nonostante tutto, lei sottolinea che i biancavillesi possono vivere con una certa tranquillità in questo luogo.
Si, senz’altro. Essendo anche io un “concittadino”, mi vedrete spesso.

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M5s assente e il tesoretto elettorale da spartire, Asero: «Ecco cos’è accaduto»

Il portavoce sotto torchio: retroscena di un dramma esistenziale e del clamoroso forfait alle Amministrative

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© Foto Biancavilla Oggi

Cinque anni fa, le premesse c’erano tutte. Per la prima volta, il Movimento 5 Stelle faceva il suo ingresso al Consiglio Comunale di Biancavilla. Collocato tra i banchi della minoranza. Il Pd era un immenso deserto di sabbia. Dino Asero, il consigliere pentastellato eletto, aveva davanti a sé una spianata in cui sbizzarrirsi a fare opposizione al sindaco Antonio Bonanno. Sarebbe stata l’unica voce, rispetto ad un Partito Democratico ridotto in cenere. L’esclusiva prospettiva possibile, per i 5s, sarebbe stata l’allargamento del consenso e della popolarità. Per arrivare alla scadenza del mandato in una posizione dominante e dettare la linea, perfino ai Dem (in gravissimo affanno, come diagnosticato dalle recenti elezioni, sia le Politiche che le Regionali).

Invece? Invece, la competizione elettorale per le Amministrative vede l’assenza vistosissima dei 5 Stelle e di un proprio candidato sindaco (dopo le precedenti esperienze con Carmelo Petralia e Marco Vinicio Mastrocola). È uno sciogliete le righe. La fine di una storia cominciata oltre dieci anni fa, in quel Cine Trinacria. Lì alcuni ingenui, lunatici ed emeriti sconosciuti si presentarono come pungolo dei “politici di mestiere”. E inaugurarono un linguaggio, un modo, un approccio inediti a Biancavilla. Il loro clamoroso forfait a queste Amministrative? Un’incredibile opera ingegneristica di demolizione e dissoluzione di un prezioso patrimonio politico.

Consigliere Asero, lei è stato l’unico rappresentante istituzionale (portavoce, come dite voi) del M5s a Biancavilla: assume su di sé la responsabilità di questo tragico epilogo?

No, non me la sento di assumerla in toto. Sarebbe stata mia responsabilità se mi fossi staccato totalmente dal Movimento 5 Stelle. Io, invece, dichiaro pubblicamente che è stato tenuto un atteggiamento tale per silurarmi.

Lei, “capo” di fatto del movimento, prende le sembianze della vittima?

Io aderii nel 2018 ad un movimento già organizzato, perché esistente da oltre 5 anni. Mi fu chiesto di partecipare alla competizione elettorale. Una proposta tattica: si voleva riempire un contenitore e si pensava che io dovessi fare solo il portatore di voti. Accettai in extremis: forse fui l’ultimo ad essere inserito in lista. I progetti pensati da taluni, che già erano strutturati, non sortirono gli effetti sperati.

Cioè?

Io, ultimo arrivato, non solo fui il più votato, ma l’unico eletto, a “scapito” del gruppo “storico”. Da consigliere comunale, tuttavia, mi sono trovato un gruppo che anziché supportarmi, si è scagliato “contro”. Chiesi collaborazione perché il lavoro d’aula e di opposizione non è semplice. Mi fu risposto che, se non ero in grado, mi dovevo dimettere per fare posto ad altri. Ovvio che la mia attività consiliare, in questo clima, non è stata quella che avrei voluto.

Un movimento spaccato, insomma. Così i biancavillesi non troveranno sulla scheda elettorale il simbolo dei Cinque Stelle e il nome di un proprio candidato sindaco, alternativo alla destra e alla sinistra.

Ho detto 3-4 mesi fa, in riunioni o in chat interne cui partecipano pure esponenti nazionali e regionali, che se il problema fosse stata la mia persona, mi sarei messo da parte. Lo avrei fatto a condizione che il M5s fosse presente con la propria lista.

Quale la risposta?

La risposta è stata picche. Il movimento, ribadisco, è stato spaccato fin dall’inizio per la presenza di alcuni che si ritengono i “puri”, i detentori del potere. E che hanno esplicitamente dichiarato a rappresentanti nazionali e regionali la pretesa, prima di parlare della lista, di chiarire la gestione del movimento a Biancavilla. C’è chi ha rivendicato il diritto ad essere il rappresentante del gruppo territoriale di Biancavilla, a prescindere dalla rappresentanza (cioè io) in Consiglio Comunale.

In quanto unico eletto, lei avrebbe dovuto esercitare un ruolo aggregante. Così non è stato: nemmeno questa è sua responsabilità?

In quanto consigliere comunale ho assunto la responsabilità politica e giuridica del movimento. Ho chiesto a molti di intervenire per ricompattarlo. Il tentativo di aggregare l’ho fatto, ma non c’è stato verso. Io non ho smanie di protagonismo o il desiderio di fare il consigliere comunale a tutti i costi. Ma il M5s doveva continuare.

Per essere più chiari, da una parte un gruppo che ha avuto lei come riferimento e dall’altra la cerchia che si riconosce in Mastrocola: separati in casa.

Separati in casa e senza alcuna collaborazione. Quando un gruppo è diviso, questi sono i risultati e ne piangiamo le conseguenze: Movimento 5 Stelle assente dalla competizione elettorale.

Ma poi anche il gruppo a lei più vicino ha fatto perdere le tracce. Qualche domanda se l’è posta o no?

Sì, anche perché delusi dalle vicende nazionali. Molti punti di riferimento non ci sono più. A livello locale, ci siamo riuniti e siamo stati presenti.

È di poche settimane fa, però, il suo appello Facebook per parlare delle imminenti elezioni: troppo tardi?

Negli ultimi tre mesi, ogni settimana ci siamo visti all’Etna Jazz Club, messo a disposizione molto gentilmente dalla prof. Carmen Toscano. L’obiettivo era portare nomi per formare la nostra lista. Purtroppo non li abbiamo trovati. Tutti disposti a dare un sostegno, ma nessuno si è voluto spendere con il proprio nome. Consapevoli di una battaglia persa, vista la presenza di un Centrodestra molto forte con una vittoria scontata di Antonio Bonanno.

E che ragionamento è questo?

Infatti è un atteggiamento che fa cadere le braccia. La politica si fa per partecipare e dare il proprio contributo.

Anche perché si era arrivati ad ipotizzare un nome per un’eventuale candidatura a sindaco.

Era stato fatto il nome del dottor Pippo Catania: accennato soltanto in una riunione. Il progetto non è stato coltivato perché mancava il substrato fondamentale.

Non sono in pochi a ritiene che lei, in realtà, aveva già da tempo progettato l’alleanza col Pd.

Assolutamente no, nessun progetto. Anzi, c’è stato un incontro, a mia insaputa, tra M5s e Pd. Erano presenti Carmen Toscano, Rosetta Garufi e Alessandro Fallica. Un incontro nella sede del Partito Democratico.

È noto, comunque, che in Consiglio Comunale, dal Pd sono stati continui i riferimenti a prove di alleanza con il movimento, senza che lei abbia mai smentito.

Certo, ho apprezzato gli appelli del collega Alfio Distefano e mi auguravo si arrivasse ad un’alleanza. D’altra parte, la direttiva nazionale è quella di costruire alleanze per un risultato migliore.

Una volta preso atto che non vi sareste presentati, lei ha pensato di traslocare il simbolo nella lista civica di Ingiulla, che ancora veniva data distinta dal Pd.

Sì, ho parlato con Nuccio Di Paola (referente regionale dei Cinque Stelle, ndr), dicendomi che di fronte a tale volontà, era possibile realizzare l’operazione a Biancavilla.

Appunto, con il mandato di quali e quanti attivisti lei avrebbe operato in questa direzione?

Una parte non era per questa soluzione, infatti ne abbiamo preso atto. La mia richiesta, però, poneva un interrogativo: visto che non facciamo la lista, perché disperdere i nostri voti? La mia idea era quella di piazzare 2, 3 o 6 nostri attivisti nella lista civica di Andrea Ingiulla. Bisognava essere autorizzati da Roma, ma non abbiamo ricevuto risposta. A mio modo di vedere è stato un danno. Mi chiedo: quale è la funzione del Movimento Cinque Stelle a Biancavilla? Non lo so.

A quel punto, Asero, non ha pensato ad una candidatura a titolo personale nella lista di Ingiulla?

No, perché prima mi sarei dovuto dimettere ed uscire dal movimento. E io sono e resto uno dei Cinque Stelle.

Però sta fattivamente appoggiando il Pd e Andrea Ingiulla.

Ma ci mancherebbe. E sa perché? Perché, andando a scuola dove insegno, tutte le mattine vedo su un muro dell’istituto una scritta: «Chi non partecipa attivamente alla politica, attenta alla Carta Costituzionale». Firmato Piero Calamandrei.

Calamandrei di nuovo citato in queste pagine, dopo l’intervento del nostro Rosario Di Grazia a proposito del “deficit democratico” con 8 liste di Bonanno contro una di Ingiulla. Una carenza che chiama in causa non tanto l’attuale sindaco, piuttosto coloro che a lui dovrebbero opporsi. Voi in primis.

Bonanno non sta facendo male, presentandosi con 8 liste. Ci sta. Prendo solo atto che Biancavilla è un paese di Centrodestra.

Ne è proprio sicuro? Da noi intervistato, Alfio Grasso fa un’altra analisi: non c’è nessuno strapotere della destra, ma un vuoto e un menefreghismo a sinistra.

Il vuoto dipende da tutti. Ho letto l’articolo di Rosario Di Grazia sullo “squilibrio democratico” esistente. Ma oltre a denunciarlo perché, per esempio, lui non si fa avanti?

Tutti candidati, tutti consiglieri? Ognuno col proprio mestiere. Scrivere, ragionare, osservare criticamente sono comunque modalità di un impegno pubblico.

Voglio sottolineare l’importanza della partecipazione: ecco perché ammiro Andrea Ingiulla e la sua lista. Si stanno impegnando, consapevoli che la strada è tutta in salita.

Che fine farà ora il tesoretto elettorale dei Cinque Stelle? Sarà depredato o confluirà nel partito dell’astensionismo?

Penso che non ci sarà astensionismo perché le liste sono tutte strutturate. Il tesoretto dei Cinque Stelle andrà disperso, una parte nel Centrodestra e l’altra nel Pd. Il mio rammarico è proprio questo.

Se è vero che nel movimento hanno coabitato persone di diversa estrazione (da Piero Cannistraci a Carmen Toscano), è innegabile che il faro che ha orientato tutti è stata l’avversione al Pd di Glorioso e Pappalardo, alle loro politiche e alla loro gestione del potere.

Ma dobbiamo restare ancorati a quello che è successo nel passato o dobbiamo guardare oltre? Se non mi ritrovo nel Centrodestra, io devo coalizzarmi con quello che prima era il mio “nemico”. La politica è dialogo, non mondi a tenuta stagno.

Dimenticare tutto: quel che è stato è stato…

Se è necessario sì, per il bene superiore del paese. Bisogna dimenticare.

Il vostro candidato a sindaco, cinque anni fa, avendo come premessa l’amministrazione a guida Pd, criticava gli appalti ai soliti amici, gli assessori scaduti come lo yogurt, i feudi elettorali, l’affarismo per i soliti noti, sollecitava il ripristino della normalità a Biancavilla… Una pietra sopra?

Sfatiamo una cosa: la mitica giostra di Glorioso non esiste più ed è diventata la giostra di Bonanno. È cambiato qualcosa? Secondo me no: gli amici degli amici ci sono e resteranno sempre. La politica locale è questa.

Ma l’opposizione non ha prodotto, in tal senso, alcuna forte denuncia. Diciamola tutta: l’avversione martellante per Glorioso non l’avete riservata a Bonanno. Una critica interna che le viene rivolta riguarda l’opposizione timida e distratta al sindaco di Fratelli d’Italia.

Non risultano miei apprezzamenti a Bonanno. I progetti portati in Consiglio Comunale che ho ritenuto utili, li ho tutti votati, quando si trattava di progetti necessari per il nostro paese. La mia è stata un’opposizione non ostativa.

Se tutto si può rimuovere o dimenticare, ci dà una sua personale definizione della parola “coerenza”?

Per me significa raggiungere un accordo, anche con il mio nemico, purché lo si faccia nell’interesse della collettività. Non possiamo adagiarci in piedistalli per le divergenze di 5 o 10 anni fa. Bisogna ritornare sui nostri passi, fare ammenda degli errori e guardare avanti.

È la risposta più “democristiana” che potesse dare.

(Risata) Ma io lo sono, democristiano. E il mio modello è uno. È senz’altro Aldo Moro, di cui sentiamo tanto la mancanza.

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