Cronaca
Intimidazione di fuoco al sindaco: date in fiamme le auto di Glorioso


Le auto incendiate all’angolo tra le vie Colombo e D’Annunzio (foto Video Star e Tva)
L’episodio è avvenuto poco dopo le 22.30: distrutte una Renault Modus e una Fiat Panda, parcheggiate affianco all’abitazione del primo cittadino, tra via Colombo e via D’Annunzio. Indagano i carabinieri.
di Vittorio Fiorenza
Attentato incendiario, poco dopo le 22.30, ai danni di due auto del sindaco Giuseppe Glorioso. L’episodio è avvenuto affianco all’ingresso dell’abitazione del primo cittadino. Ignoti hanno cosparso di liquido infiammabile la parte anteriore delle due vetture. Le fiamme sono state appiccate praticamente in maniera contemporanea su una Renault Modus, parcheggiata in via Cristoforo Colombo, e su una Fiat Panda, parcheggiata appena svoltato l’angolo, in via Gabriele D’Annunzio.
Immediati l’allarme e la telefonata al 115. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco del distaccamento di Adrano, che hanno evitato il propagarsi ulteriore delle fiamme. I rilievi del caso sono stati compiuti dai carabinieri della locale stazione.
Evidente la matrice dolosa e la valenza intimidatoria dell’atto. Inquietante anche il dettaglio che gli attentatori abbiano agito ad un’ora serale non tarda.
L’episodio si inserisce in un contesto di forti tensioni che vive la città. Un clima rovente, surriscaldato negli ultimi giorni e nelle ultime settimane dai disordini e dalle scene di rivolta dovuti alle demolizioni di immobili abusivi su ordine della Procura della Repubblica, oltre che dalla serie di blitz antimafia che hanno falciato la riorganizzazione di un gruppo criminale e sventato due omicidi. Da aggiungere a questo quadro, la difficile e delicata vertenza che riguarda gli operatori ecologici della Dusty ed il passaggio, con un nuovo appalto, del servizio di raccolta dei rifiuti.
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Cronaca
Sorpreso con un tirapugni e una dose di marijuana: denunciato un 18enne
Da un giro di controllo, i carabinieri hanno notato strani movimenti in piazza Stazione e sono intervenuti

Un 18enne di Biancavilla è stato denunciato dai carabinieri per la detenzione di un’arma bianca (un tirapugni di metallo) e segnalato quale assuntore di stupefacente.
I militari hanno notato il ragazzo, assieme ad un gruppo di coetanei, nei pressi di Piazza Stazione che. Al passaggio di un’auto dei carabinieri, qualcuno della comitiva ha emesso due fischi e il 18enne ha subito estratto dalla tasca un oggetto metallico, nascondendolo sul tetto di una pensilina, salvo poi recuperarlo una volta che la pattuglia si era allontanata.
Quando il giovane ha ripetuto lo stesso gesto durante un ulteriore passaggio dei carabinieri, questi ultimi sono subito intervenuti, bloccandolo e procedendo a perquisizione.
I militari hanno recuperato il tirapugni in acciaio dalla pensilina. Nella tasca dei pantaloni, invece, il 18enne aveva una dose di marijuana pronta all’uso. Per queste ragioni, il giovane è stato denunciato per il possesso dell’arma bianca e segnalato alla Prefettura di Catania quale assuntore di sostanze stupefacenti.
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Cronaca
Condivise video hot di una donna, condannato ad un anno di reclusione
Sentenza di primo grado dopo 5 anni: per l’uomo cade l’accusa di stalking, assolti altri tre imputati

Trattamento illecito di dati personali e diffamazione aggravata: sono i reati per i quali il Tribunale di Catania ha condannato un biancavillese, ritenuto responsabile della diffusione di immagini hot di una donna, anche lei di Biancavilla.
Alla quarta sezione penale, il giudice Dora Anastati ha inflitto una pena (sospesa) di un anno di reclusione e 1000 euro di multa. L’imputato dovrà sostenere anche il pagamento delle spese processuali, il pagamento delle spese legali della vittima (quantificati in 2500 euro) e il risarcimento danni (da definire in sede civile).
L’uomo è stato assolto, invece, dall’accusa di stalking. La Procura aveva chiesto per lui una condanna a 2 anni di carcere.
Nello stesso procedimento, assolti per non aver commesso il fatto altri tre biancavillesi, accusati di diffusione illecita di foto intime ai danni di una seconda donna di Biancavilla. Per ciascuno di loro, il pm aveva chiesto 1 anno di reclusione.
Morbosità su WhatsApp e Messenger
La vicenda risale al 2019 (non esisteva ancora il reato del “revenge porn”) e, seppur per episodi distinti, ha coinvolto due donne di Biancavilla. Video e foto in pose e atteggiamenti erotici che le ritraevano sono stati diffusi senza il loro consenso, diventando virali tramite WhatsApp e Messenger.
Le vittime hanno raccontato agli inquirenti gli effetti devastanti della condivisione non autorizzata di quelle immagini. Una di loro, in particolare, ha riferito come la sua vita sia stata sconvolta e distrutta, in ambito familiare e lavorativo.
Le indagini si sono avvalse anche delle attività tecniche della polizia postale, tenendo conto dell’attivismo di profili anonimi. L’inchiesta si è poi allargata, per un imputato, all’ipotesi degli atti persecutori. Un’accusa non provata, circoscrivendo quindi la condotta illecita alla sola diffusione dei video erotici con conseguente diffamazione e violazione della privacy.
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