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Ultimo applauso per Gilberto Idonea, Biancavilla lo ricorda come “Cola”

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Se ne è andato “mastru Austinu”. È stato stroncato da un infarto, all’età di 72 anni, l’attore catanese Gilberto Idonea, considerato uno degli eredi di Angelo Musco.

A Biancavilla, Idonea, era stato ospite a Villa delle Favare lo scorso febbraio nel contesto di un incontro dell’associazione regionale di accompagnatori turistici “Siciliatourleaders”. E Gilberto era stato un vero ambasciatore della Trinacria, che con il suo “One man show” ha veicolato la cultura siciliana in tutto il mondo, portando Oltreoceano le pagine più belle del teatro e della letteratura siciliana, da Martoglio a Pirandello fino a Verga.

Un incontro, quello biancavillese, nel quale era stato accolto con calore dal pubblico che vi aveva partecipato. Certo è che a Biancavilla lo ricordano in tanti per la sua magistrale interpretazione di “Cola” nella commedia “U sapiti com’è”, portata in scena molti anni fa in piazza Roma.

Un attore dal volto familiare, reso popolare nello spot pubblicitario di un “mastru Austinu” ammiccante su “i cosi belli sa na taliari”. E poi visto nel Grande schermo come in tv, in ruoli di primo piano, da “Malèna” a “La piovra 10”.

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Cultura

Le linee del sacro: Giuseppe Gugliuzzo ci fa “scoprire” la chiesa dell’Annunziata

Senso e significato degli adeguamenti liturgici: nuovo volume pubblicato da “Nero su Bianco Edizioni”

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Oltre quattro secoli di storia che hanno inciso nel tessuto sociale e nello sviluppo di un intero quartiere. La chiesa dell’Annunziata di Biancavilla non è soltanto un luogo di culto. È uno scrigno in cui viene custodita una delle parti più preziose del patrimonio artistico ed architettonico della città etnea.

Una nuova pubblicazione, edita da Nero su Bianco, punta ora l’attenzione sugli interventi che nella chiesa sono stati effettuati, finalizzati all’adeguamento liturgico alle norme del Concilio Vaticano II. Si intitola “Le linee del sacro nella chiesa dell’Annunziata di Biancavilla”, il libro scritto da Giuseppe Gugliuzzo.

Ogni figura e forma, ogni segno e colore hanno una loro collocazione specifica e un profondissimo significato teologico. L’autore documenta le scelte, spiegandone il senso, operate fin dai primi anni Duemila per l’adeguamento liturgico e volute dall’allora parroco, don Giovambattista Zappalà. Lo studio, attraverso una lettura specialistica, si concentra, in maniera particolare, sulla serie di interventi nell’area presbiteriale e nel tabernacolo.

Un ulteriore tassello volto a ricostruire e a fare conoscere la storia della chiesa dell’Annunziata. Il volume è arricchito dalla prefazione di padre Giovambattista Zappalà e di Antonio Mursia.

Legatissimo alla parrocchia dell’Annunziata, Gugliuzzo, per Nero su Bianco Edizioni, ha già pubblicato, assieme a Giuseppe Ciadamidaro, “Santu, riccu e furtunatu. Padre Placido Brancato, album di una vita dedicata ai giovani”. Un volume fotografico con testimonianze sul sacerdote rimasto alla guida dell’Annunziata per quasi mezzo secolo, lasciando un segno in diverse generazioni che si sono susseguite nella frequenza della parrocchia e dell’oratorio “Don Bosco”.

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