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Fondi per bonificare Monte Calvario Berretta: «Adesso via ai cantieri»

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Aprile 2015, Berretta con l’allora sottosegretario Velo (al centro) e Vincenzo Cantarella dell’Osservatorio Nazionale Amianto

«La bonifica della cava di Monte Calvario, a Biancavilla, era una nostra priorità: il percorso avviato anni fa oggi arriva ad una conclusione e grazie ai 12 milioni di euro assegnati dal Governo si potrà avviare il risanamento dell’area, fonte di inquinamento ambientale naturale a causa della presenza di fluoroedenite».

Lo afferma il deputato nazionale del Partito Democratico, Giuseppe Berretta, che della vicenda si occupa da tempo.

«Sin da quando abbiamo coinvolto la sottosegretaria all’Ambiente Silvia Velo, abbiamo avuto la dimostrazione del grande interesse da parte del Ministero affinché si potesse garantire ai cittadini di Biancavilla maggiore sicurezza per la loro salute», prosegue il deputato etneo del Pd

«Dopo il sopralluogo che abbiamo effettuato con la Velo ad aprile 2015, insieme al sindaco Glorioso che si è battuto in questi anni per raggiungere l’obiettivo del risanamento dell’area, è partito quindi una percorso che ha portato il Comune a predisporre il progetto di bonifica, finanziato dal Governo che ha destinato 12 milioni di euro, cui si aggiungeranno altri 6 milioni a partire dal prossimo anno».

«Il progetto di risanamento ambientale della zona, che è sito di interesse nazionale per via dell’inquinamento causato dal minerale molto simile all’amianto, dimostra l’interesse per la salute da parte del Governo, che ha stanziato specifiche risorse per i siti inquinati da amianto – conclude Berretta – Sono certo che adesso il Comune di Biancavilla avvierà al più presto i cantieri, per trasformare e bonificare definitivamente l’area di Monte Calvario».

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Politica

«Il sindaco ci dica se ci sono le condizioni per stare in maggioranza»

Dopo lo “strappo” in aula, intervento del gruppo “Noi per Biancavilla”: toni amari ma conciliatori

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«Amarezza per quanto accaduto e pieno consenso sulla scelta politica adottata dal consigliere Fabrizio Portale».

Si esprime in questi termini, Nino Finocchiaro, responsabile del gruppo “Noi per Biancavilla”, rappresentato in Consiglio Comunale da Portale. Il riferimento è allo “strappo” verificatosi in aula, quando il consigliere non ha partecipato al voto per la scelta dei componenti biancavillesi per l’assemblea dell’Unione dei Comuni della Val Simeto (Biancavilla, Adrano, Santa Maria di Licodia e Centuripe). Un voto che, di fatto, ha escluso Portale, preferendo altri tre componenti di maggioranza (Rosanna Bonanno, Giorgia Pennisi e Marco Cantarella), oltre all’unico componente di minoranza, Melissa Pappalardo, eletta di diritto.  

«Tale scelta operata con il consenso del sindaco Antonio Bonanno ha di fatto tradito gli impegni assunti nei riguardi della nostra lista, già esclusa da ogni rappresentanza istituzionale sia in Giunta che in Consiglio Comunale», attacca Finocchiaro, facendo eco alle dichiarazioni già espresse a caldo da Fabrizio Portale a Biancavilla Oggi. Quest’ultimo aveva “avvisato” il primo cittadino di valutare l’uscita dalla coalizione di maggioranza.

La richiesta al sindaco Bonanno

«Chiediamo al sindaco, quale garante degli impegni assunti con la nostra lista e con oltre mille cittadini che l’hanno votata, di conoscere – ribadisce ora Finocchiaro – se sussistono ancora le condizioni politiche che hanno dato luogo all’accordo in sede di campagna elettorale e se ritiene ancora necessaria ed indispensabile la nostra presenza all’interno della maggioranza».

I toni di Finocchiaro sono comunque conciliatori: «Il nostro consigliere, nell’interesse della Città, nonostante il trattamento subito è disponibile a sostenere come ha sempre fatto, tutti gli atti amministrativi che il sindaco e la Giunta Municipale fino ad oggi hanno adottato e adotteranno, previo coinvolgimento sulle scelte importanti per la nostra città. Non si può pretendere che una forza politica possa sostenere l’attività dell’amministrazione comunale, se dovesse persistere un atteggiamento di chiusura e di esclusione sulle scelte che l’amministrazione e la maggioranza che la sostiene compiono nell’adozione degli atti amministrativi».

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