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Biancavilla ormai prona all’illegalità, tollerata da chi dovrebbe combatterla

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Approfitto della possibilità che mi offre l’amico Vittorio Fiorenza per alzare alto il mio grido di indignazione nei confronti della comunità biancavillese divenuta prona e passiva se non complice nei confronti di comportamenti illegali, incivili, barbari. Mi riferisco a un aspetto che è variabile importante nella misurazione della qualità della vita nei centri abitati in campionature nazionali e internazionali: la quiete; il silenzio. La possibilità cioè del riposo per tutti i cittadini ma soprattutto per gli anziani, gli ammalati, i bambini, i lavoratori che già di buon mattino devono prepararsi per un’altra giornata di lavoro. Questa condizione, segnale di civiltà e di civica sensibilità, a Biancavilla è assente e dunque chi ha la possibilità scappa via dal “borgo selvaggio” in estate, poiché a tutte le ore del giorno i rumori imperversano e riecheggiano potentemente la notte.

Giovani “buzzurri” con i loro volgari tatuaggi e i capelli acconciati come reclute di West Point, scorrazzano per le vie principali e nelle piazze con i loro scooter “elaborati” le cui marmitte rombano come cento martelli pneumatici e, soddisfatti, i centauri acefali se la ridono delle esigenze dei biancavillesi costretti per vari motivi a rimanere in città, consci di essere loro i padroni assoluti poiché nessuno li ferma o contrasta. E pazienza se a volte sono protagonisti di gravi incidenti. Del resto non temono di farsi male quando nottetempo si sfidano in gare avvincenti lungo Viale dei Fiori o in Via Cristoforo Colombo o in Viale Europa.

È cambiato poco rispetto ad una mia precedente denuncia pubblicata su un foglio del giornale “Il Campanile” edito dal Circolo Castriota nel 2004. Anzi l’illegalità è diventata diffusa e tollerata da chi invece dovrebbe intervenire sanzionando veri e propri reati. Biancavilla è divenuta un centro del divertimento notturno. La movida interessa tutto il centro storico e alcune aree della periferia. Ad allietare le notti dei nostri baldi giovani non bastano alcolici, birre, drink dai colori accattivanti, adesso ogni pub ha il suo diffusore musicale o il suo complessino che unisce i suoi decibel a quelli degli scooter truccati e agli stereo di auto che vomitano i loro altissimi e insopportabili suoni. Ad altri interventi rimando le tante riflessioni che si potrebbero esternare sugli spazi pubblici occupati abusivamente; sulle orrende condizioni igieniche in cui vengono lasciate le strade antistanti tali pub; sull’impossibilità di usare i propri garage nelle ore serali e notturne; sui marciapiedi usati per posteggiare auto e moto. Dalle ore 20 in poi il nostro paese è un vero e proprio far west.

Fin qui la descrizione degli eventi. L’analisi non sarebbe completa tuttavia se non ci ponessimo l’interrogativo che, come diceva il buon presentatore, nasce spontaneo. Ma cosa fanno coloro che si sono assunte delle responsabilità e degli obblighi nei confronti del popolo biancavillese tutto? Dove sono gli amministratori della città? Non avevano promesso in campagna elettorale di mettere in campo ogni energia per individuare e risolvere le problematiche della comunità? Dove sono i consiglieri comunali dei partiti di opposizione che hanno promesso ai loro elettori di incalzare assessori e sindaco e funzionari pubblici affinché ogni problema si potesse affrontare e risolvere? Dov’è il senso della legalità cui dovrebbero richiamarsi tutti coloro che si assumono l’onere di vigilare sulla vita della città? Perché Biancavilla è abbandonata a se stessa e gli idioti su due o quattro ruote sono diventati padroni delle nostre strade? Perché interi tratti di marciapiedi sono sempre occupati da auto in sosta e nessun vigile interviene? Sono certo che ai “Soloni” del palazzo comunale una riflessione sulla necessità della quiete e dei rumori che imperversano sembrerà una “piccola stupida questione”; su ben altre problematiche si misurano i nostri amministratori. Eppure su tale “parva quaestio” e sull’impegno che chi governa profonde per risolverla si misurano lo spessore culturale e civico oltre che il senso della legalità di un buon politico.

Non auspichiamo che la nostra città divenga d’un tratto come un borgo norvegese o irlandese dove non sono necessarie lettere disperate come la presente perché tutti capiscano che il rispetto della legge è il principio fondamentale cui conformare il proprio comportamento. Ciò non sarebbe auspicio ma inutile utopia. Ma evochiamo tali realtà perché nella Mitteleuropa e nei paesi nordici il silenzio e la pulizia sono beni preziosi e bambini e adulti, poveri e ricchi sentono l’orgoglio di poter contribuire a rendere qualitativamente alta la vita nel proprio paese. Tanta strada purtroppo si deve percorrere per poterci solo avvicinare a quelle realtà.

Chiediamo al sindaco, alla giunta comunale tutta, al comandante della Stazione dei Carabinieri, al comandante dei Vigili urbani di mettere all’ordine del giorno nella programmazione dei loro interventi le problematiche esposte.

Chiediamo che siano comminate le sanzioni previste dalla legge e dai nostri codici ai trasgressori e agli incivili che si comportano come se gli spazi pubblici fossero di loro appannaggio.

Chiediamo che l’Amministrazione comunale dia priorità all’azione di vigilanza a qualsiasi livello perché la legalità sia considerata finalmente un orizzonte valoriale imprescindibile nel governo della città e percepita come un bene inalienabile da tutti i cittadini.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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9 Commenti

9 Commenti

  1. g.galvagno

    23 Settembre 2017 at 18:46

    Caro Alfio condivido quasi tutto del tuo post e auspicherei una risposta (anche mezza) da parte dell’Amministrazione Comunale. Poco governo del territorio sul far rispettare le regole.

    Permettimi però di dire che la considero una riflessione su una faccia della stessa medaglia (anche se hai citato qualche esempio di comportamento incivile della comunità);
    vorrei quindi tentare di descriverne l’altra, rifacendomi a un mio articolo che scrissi due anni fa su “Biancavilla Oggi”.

    Io sono uno di coloro che guardano Biancavilla fuori dai confini, anche se la frequento diversi mesi all’anno e, essendoci nato e cresciuto fino ad una certa età, l’ho anche vissuta e conosciuta molto bene. Sono passati 38 anni da quando sono andato via e speravo che ad esempio le due nuove generazioni che mi hanno succeduto avessero uno spirito di cambiamento radicale, magari supportati da quelli della mia generazione che non sono esenti da critiche (me compreso).

    Rispetto delle regole, senso civico, educazione nei modi e nelle parole, rispetto della Cosa pubblica, rispetto dell’Ambiente, principi che spesso contestiamo ai governanti ma che di fatto sono sempre responsabilità di ognuno di noi. Se la strada è sporca di rifiuti, se non ci si ferma ai passaggi pedonali, se i vasi con le piante sono pieni di cicche e bottiglie, se si va in moto senza casco, se le gradinate della chiesa sono piene di lattine è colpa dell’Amministrazione Comunale? Se tutti ci facciamo gli affari nostri e ci disinteressiamo o peggio critichiamo senza fornire proposte o soluzioni è colpa degli altri?

    Certamente l’Amministrazione Comunale non brilla quanto a comportamenti, esempi visibilità, cambi di poltrone, turn-over programmato di assessori (evoluzione politica?), grida politiche e asservimento di partiti. Tutte cose che non hanno niente a che vedere con un efficace governo e gestione delle risorse comuni al servizio dei cittadini, ma è anche vero che siamo tutti ottimi allenatori di calcio e tutti ottimi politici con la verità in tasca.

    Voglio molto bene a Biancavilla ed è proprio per questo che mi “arrabbio” e mi chiedo dov’è e dove è stata fino adesso la famosa “società civile” che non si indigna più, che si gira dall’altra parte o è sprofondata nel disinteresse e nell’apatia o peggio ancora, prendendo spunto dal titolo del blog, ha preso… il vizio di stare zitti?

    Ecco, credo che entrambe le evidenze vanno prese in considerazione contemporaneamente (è la medaglia), e se da una parte, bene o male, c’è l’Amministrazione, dall’altra vedo poco o nulla che possa criticare costruttivamente e stimolare continuamente il governo del paese.

    Molto spesso ci chiediamo “cosa deve fare per noi lo stato” e raramente “cosa possiamo noi fare per lo stato”.

    Grazie per il post stimolante.

  2. Carlo Diolosa

    5 Settembre 2017 at 11:47

    È vero Biancavilla sta diventando il paese dell’illegalità ma però chiedo scusa se la controddica sig.Alfio Pelleriti, sul fatto dei tatuaggi e dei capelli rasati quasi a zero questo non ha niente a che vedere con la buona educazione e la civiltà personalmente ho dei tatuaggi e porto i capelli a recluta come dice Lei ma non per questo manco di rispetto alle persone.
    Oltre ai motorini ai pub e altro ce da aggingere anche il problema del vicinato che spesso le va di rispetto ale persone che si devono svegliare la mattina presto lasciando giocare i bambini anche fino a mezzanotte ,proprietari di cani che lasciano abbaiare tutta la notte e anche sedersi fuori e fino a tarda notte e parlare a voce alta,ecco anche questa è inciviltà e non solo i bizzarri da lei menzionati questa è anche gente senza tatuaggi e capelli in testa normale

    • A. Pelleriti

      5 Settembre 2017 at 17:48

      Caro Carlo, Grazie per il tuo commento che trovo condivisibile. tuttavia permettimi di precisare a proposito dei tatuaggi e dei capelli rasati che è vero che non tutti coloro che hanno dei tatuaggi sono incivili, ma tutti gli incivili hanno tatuaggi e hanno le teste rasate. Tali scelte “estetiche” rimandano ad una tendenza invalsa ormai nella maggior parte dei giovani, e il bisogno di omologarsi a certe mode porta inevitabilmente alla massificazione, al pensiero unico, al “così fan tutti”. Dovremmo abituarci ad assumere comportamenti liberi, svincolati dalle mode poiché essere originali significa avere una personalità forte e autonoma.

  3. Angela

    4 Settembre 2017 at 22:18

    Ma a chi bisogna rivolgersi per ottenere risposte concrete ? Sono più di dieci anni che si sopportano situazioni intollerabili, si raccolgono firme, si presentano petizioni, si fanno esposti ma…niente. Nessun intervento concreto. Piazza Annunziata è ogni sera nel caos, non c’è limite .Musica a un volume da discoteca.

    • A. Pelleriti

      5 Settembre 2017 at 17:51

      Parlare di un problema e non far finta che tutto vada bene è importante, poichè, da cittadini, abbiamo assunto un comportamento serio e responsabile. E questo è già qualcosa.

  4. pippo

    4 Settembre 2017 at 21:33

    Il mio vecchio insegnante di educazione civica definì la democrazia come “……la libertà di fare ciò che desideri fino al limite in cui inizia la libertà altrui……..”. Ne ho sempre dedotto, e non sto scoprendo l’acqua calda, che la democrazia ha quindi delle regole, che comprendono anche e sopratutto il rispetto della libertà ed i diritti della socialità degli uomini. Oggi i fatti nazionali e locali sembrano testimoniare che tale concetto di libertà sia stato stravolto. Verosimilmente si potrebbe coniare un nuovo concetto democratico come “……..libertà di fare ciò che voglio e degli altri me ne fotto ………. ” ( mi sia concessa la libertà di uso del termine). Tutto ciò non è naturalmente generalizzato a tutte le comunità italiane, poichè in molte esistono gradi di civiltà molto elevati. La nostra comunità biancavillese purtroppo non fa parte di queste ultime comunità, anzi occuperebbe i primi posti fra le comunità più retrograde qualora si dovesse stilare una graduatoria in tal senso. Ma è anche vero che la non cultura, l’inciviltà e “l’essere buzzurro” si combattono con le regole che peraltro a livello legislativo esistono già. Purtroppo mancano gli “uomini di buona volontà”, ossia coloro i quali queste regole dovrebbero farle osservare e che istituzionalmente sono stati delegati dalla volontà popolare a tale compito. Questa è la realtà biancavillese. Certo, è oramai risaputo che la politica italiana è rappresentata da bande di legionari dalle quali non possiamo aspettarci più nulla. Tuttavia, la domanda mi sorge spontanea (come avrebbe detto un simpatico amico via etere): non è che a Biancavilla le regole non vengono fatte rispettare perché abbiamo anche l’aggravante che chi è titolato a tale compito è anch’esso un “buzzurro”??!!!

    • A. Pelleriti

      5 Settembre 2017 at 17:56

      Condivido le osservazioni sulla democrazia e sul rispetto delle regole. Proprio in Sicilia si possono contare tante vittime immolatesi per il trionfo della legalità.

  5. GRAZIELLA

    4 Settembre 2017 at 16:47

    Condivido nella forma e nella sostanza tutto quanto scritto da Alfio Pelleriti. Questa è una problematica che ha raggiunto limiti assolutamente intollerabili. Aggiungo che il Sindaco Glorioso , i vigili urbani e anche i carabinieri sono stati informati verbalmente ed in varie occasioni al fine di porre rimedio alla questione. Ad oggi la situazione è rimasta invariata , anzi è peggiorata. Biancavilla è una città invivibile e ad alto tasso di inciviltà. Apprezzo e condivido l’impegno di Alfio Pelleriti; tuttavia nutro scarse speranze che questo grido di disperazione possa giungere alle orecchie di chi dobrebbe istituzionalmente risolvere il problema, anche in applicazione delle norme vigenti sulla quiete pubblica, sul rispetto delle cose e della libertà altrui nonchè del bene comune. E’ una questione di sensibiluità , cultura e civiltà. Se in più di dieci anni , tale problema non è stato risolto, malgrado sollecitato da più parti, è evidente che le Amministrazioni Comunali susseguitesi non hanno avuto nè sensibilità, nè cultura, ne civiltà.Mi auguro futuri tempi migliori!

  6. Alfredo

    3 Settembre 2017 at 16:05

    Purtroppo Biancavilla ormai da oltre un decennio è ‘prona al volere e al menefreghismo di una classe politica forgiata sul modello siculo-italiano del ‘ vivi e lascia vivere’, classe composta da ignoranti e servi del potere politico a cui appartengono.

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Premio Scanderbeg (e alla memoria), buona idea riconoscere i meriti però…

Note a margine dell’evento promosso dalla Presidenza del Consiglio Comunale a Villa delle Favare

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Ho letto con piacere dell’esistenza del premio Scanderbeg, istituito dal Comune di Biancavilla e, nello specifico, dalla Presidenza del Consiglio Comunale. L’idea che le nostre istituzioni vogliano dare merito e riconoscimento a personalità che si siano distinte in ambiti professionali o di impegno civico, culturale, sociale o volontaristico mi sembra valida e da sostenere.

Ci sono, tuttavia, due osservazioni che spontaneamente nascono dalla lettura delle cronache dell’evento di premiazione, avvenuto a Villa delle Favare.

Scegliere di stilare un ampio ventaglio di premiati rischia, nel giro di qualche anno, di esaurire il numero di meritevoli a cui conferire il riconoscimento. O quantomeno si rischia di individuare personalità via via “minori” rispetto a quelli già chiamati sul palco. In altre parole: meglio scegliere, per ogni edizione, pochi ma farlo con criterio, evitando motivazioni troppo generiche.

Altro aspetto che è saltato alla mia attenzione è la categoria del “premio alla memoria”. Non è inusuale che certi riconoscimenti vengano dati post mortem. Di solito accade per scomparse premature o improvvise.

Nel caso della manifestazione del Comune di Biancavilla sembra, invece, che si tratti di una categoria fissa, da riproporre ogni anno. L’idea, in questo caso, non fa altro che certificare la disattenzione che in passato l’istituzione comunale ha avuto nei confronti dei biancavillesi meritevoli.

I premi si danno in vita, non dopo la morte! Sembra si voglia colmare l’indifferenza che sindaci e consiglieri hanno mostrato nel passato. Cosa vera, ma ormai è troppo tardi. Vogliamo dare un premio, dunque, alla memoria per Antonio Bruno e farci perdonare le malignità riservate prima e dopo la sua morte o l’oblio che ne è seguito per decenni? Guardiamo avanti.

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