Cronaca
Rapina ad Adrano, furto a Biancavilla Sgominata una banda spregiudicata
C’è anche un furto commesso a Biancavilla tra i reati contestati alla banda sgominata dalla Squadra mobile di Catania e dagli agenti del commissariato di polizia di Adrano. In stato di fermo sono finiti in quattro: Antonio Longo, Gaetano Vezzi, Cristian Cusimano e Salvatore Scafidi, tutti di età compresa tra i 18 e i 20 anni, indiziati per rapina aggravata, lesioni personali e furto aggravato.
Reati che sarebbero stati commessi, secondo quanto riportato nel comunicato della Questura, «con estrema spregiudicatezza ed a breve distanza tra di essi in territorio di Adrano e Biancavilla».
In particolare, Longo, Vezzi e Cusumano sarebbero gli autori della rapina commessa ad Adrano lo scorso 8 marzo presso un negozio “compro oro”: entrati nell’esercizio commerciali armati di una pistola si sarebbero impossessati di 1000 euro ed oggetti di valore, dopo avere colpito alla testa con il calcio della pistola il titolare, procurandogli una ferita sanguinante.
I tre, assieme a Scafidi, sono ritenuti anche gli autori di un furto commesso a Biancavilla il 14 marzo, quando fu rubata una Mini Cooper da un garage.
Nel corso delle perquisizioni eseguite a corollario dell’esecuzione della misura restrittiva, all’interno dell’abitazione di Vezzi sono stati rinvenuti e sequestrati 200 grammi di marijuana e dovrà rispondere quindi anche di detenzione di sostanze stupefacenti.
Gli arrestati si trovano adesso nel carcere catanese di piazza Lanza. Il Gip, accogliendo le richieste della Procura, ha convalidato gli arresti disponendo la custodia cautelare in carcere per tutti gli indagati.
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Cronaca
La Procura rimette in moto la ruspa: demolita casa abusiva a Biancavilla
Dalla sentenza di condanna all’ordine di abbattimento dell’immobile in zona “Croce al vallone”
Con l’emergenza Covid e i vari lockdown, le ruspe sono state spente. Ma i fascicoli penali sui casi di abusivismo edilizio sono rimasti accatastati sul tavolo della Procura e adesso vengono nuovamente presi in esami, uno dopo l’altro.
Così anche a Biancavilla riprendono le demolizioni. È accaduto vicino contrada “Croce al vallone”, dove una casa è stata lasciata al destino dell’abbattimento. Si tratta di uno di quei fascicoli per i quali si è accertato l’abuso e si arrivati ad una sentenza di condanna definitiva. Ogni tentativo legale per salvare l’immobile è stato compiuto, ma gli appigli giuridici si erano esauriti. Il proprietario non ha proceduto per conto proprio e la Procura ha ordinato la demolizione coatta, in esecuzione di un verdetto irrevocabile.
A coordinare gli interventi sono stati ufficiali di polizia giudiziaria. Prima lo sgombero dell’immobile, poi l’abbattimento della struttura, che comunque proseguirà ancora nei prossimi giorni fino allo smaltimento del materiale. La ditta incaricata dalla Procura è una tra quelle confiscate alla mafia.
Sul posto, i carabinieri della stazione di Biancavilla, agenti del commissariato di Adrano, la polizia provinciale, il corpo forestale dello Stato e vigili urbani. Uno schieramento normalmente previsto per prevenire eventuali problemi di ordine pubblico. Ad ogni modo, non si è verificato alcun disordine. Anzi, i proprietari hanno prestato collaborazione, aiutando gli operai a recuperare mobili ed infissi.
Le precedenti demolizioni prima del Covid
Tra le ultime e precedenti demolizioni effettuate in territorio di Biancavilla, quella dell’aprile 2018. Un immobile illegale realizzato nel 2008 in contrada Spitaleri, in zona Vigne, ricadente all’interno della zona del Parco dell’Etna, era stato raso al suolo. La procedura della Procura era stata la stessa in decine di altri casi in provincia di Catania.
«Pur avendo i destinatari l’obbligo di adempiere spontaneamente all’ordine di demolizione, in caso di non ottemperanza, è necessario – veniva sottolineato – procedere alla demolizione coatta delle costruzioni abusive, al fine di rendere effettivo l’ordine impartito dalla sentenza di condanna, che altrimenti rimarrebbe lettera morta. Gli oneri della demolizione coattiva sono a carico dell’autore dell’abuso».
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Adolf
1 Aprile 2017 at 13:49
Troppe possibilità di libertà ripagate con altre fangate, arresti domiciliari nulli poiché si trovavano in giro….mi chiedo in questo cazzo di mondo in cui vivere non ha più senso che cosa ci si campa a fare..
Queste persone dev’essere concessa solo una possibilità, se fai cazzate paghi con la vita, ed un coglione del genere viene abbattuto.
Appena usciranno , faranno più danno di prima fin quando non verranno abbattuti.
Se la giustizia è con noi, dove si trova quando in continuazione si ripetono certe cose?
Questo significa che la lezione non la imparano, è va pagato a caro prezzo.
Sono esasperato di vedere affondare il nostro mondo, siamo così forti in gruppo e così deboli da soli, rispettosi verso il prossimo tanto da seguire una legge che porti giustizia, ma dov’è la giistizia??!?
Sono stanco, desidero un mondo pulito.
Anche usando metodi duri ma efficaci, il metodo hitleriano sbagliava solo una cosa, l’abbattimento di innocenti… ma approvere questi metodi contro, il fango presente e ripulirci