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Un loculo “esplode” al cimitero: i liquidi oltrepassano il cemento

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I liquidi derivanti dai resti umani in decomposizione hanno perfino oltrepassato il cemento e i segni sono visibilissimi dal parcheggio dell’isola ecologica di via della Montagna.

Una colata sul muro esterno che mostra come sia “esploso” un loculo cimiteriale in coincidenza dell’area gestita dalla confraternita di San Giuseppe.

Il caldo, una fessura, una tumulazione eseguita non perfettamente: le cause possono essere diverse e non è certo la prima volta che capita.

L’episodio come comunque quanta arretratezza vi sia ancora oggi nelle operazioni di tumulazione al cimitero di Biancavilla. Metodologie che andrebbero riviste ed aggiornate per ragioni di sicurezza igienico-ambientale e di salute pubblica. Ma anche per motivi di ottimizzazione di spazi ed economicità.

Non bisogna andare lontani per gli esempi virtuosi. Centuripe, per esempio. Nel comune ennese oltre il Simeto si usa seppellire le bare in aree che vengono ricoperte di sabbia. Stanno lì per due-tre anni in modo da consentire la piena decomposizione ed il prosciugamento dei liquidi.

A conclusione di questa fase, i resti vengono messi in una cassetta ed inseriti in un loculo di dimensioni ridottissime. Si risparmia in spazi e si garantisce la massima sicurezza sanitaria. Episodi come quello capitato a Biancavilla non ne possono accadere e non ci sarebbero mai cattivi odori. A Biancavilla, la modernità attende di arrivare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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2 Commenti

2 Commenti

  1. Riccardo

    7 Ottobre 2016 at 10:31

    Il degrado dei cimiteri è un comun denominatore che parte da Aosta, passa per Milano e Roma e scende fino alla Sicilia.
    Ho sempre pensato e ne sono tuttora convinto che gli ultimi pensieri delle amministrazioni comunali devono essere rivolte ai cimiteri. Meglio pensare ai vivi un morto non serve più a nulla.
    Ad ogni modo il degrado deve essere combattuto e credo che il miglior metodo sia quello di incentivare sempre di più la cremazione.
    Si riducono gli spazi cimiteriali, ci si adegua ad una pratica igienica ed ecologica diminuendo anche i costi destinati ai defunti che sono soldi buttati via.
    Se ci facessimo tutti cremare basterebbero strutture cimiteriali molto più piccole (non togliamo terra ai vivi), più economiche in quanto basterebbe costruirle in mattoni forati (nessun pericolo di liquidi cadaverici) e poi la cenere è assolutamente inerte puoi spostarla senza problemi ed addirittura disperderla.
    Per esempio un loculo che contiene una salma “intera” può contenere fino a 40 salme cremate.
    Quindi incentiviamo la cremazione come modello civile nel trattamento dei defunti.

  2. Dino

    13 Luglio 2016 at 12:13

    I nostri corpi cosi’ come tutte le stelle nel momento in cui muoiono prima si gonfiano e poi esplodono. Noi siamo figli delle stelle, il nostro sole che ci nutre e riscalda da 4,5 miliardi di anni, fra 3 miliardi di anni circa esaurira’ il carburante che rende possibile la combustione termonuclerare. Le parti più interne collasseranno e daranno origine ad una nana bianca la quale rilascerà i suoi strati più esterni, che verranno spazzati via sotto forma di “supervento” con una temperatura cosi’ talmente alda da inaridire e bruciare tutto quello che incontrera’ nel suo cammino Terra inclusa.
    Nulla si distrugge ma tutto si trasforma. La miglior cosa che Dio abbia potuto fare é la Morte e in questo universo NIENTE dura per sempre.

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Bonifica anti-amianto, nuovo inghippo: interdittiva antimafia ad un’impresa

Il parco verde di monte Calvario rischia di imbrigliarsi in un reticolato di ricorsi e sospensive

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© Foto Biancavilla Oggi

Ancora un diversivo nell’iter della bonifica dell’area di monte Calvario a Biancavilla. Il taglio del nastro risale al febbraio 2023, eppure gli interventi di risanamento e creazione di un parco urbano – al di là del monitoraggio ambientale preliminare già ultimato – attendono di essere avviati.

Adesso – come è in grado di raccontare Biancavilla Oggi – l’ultimo intoppo riguarda un provvedimento di interdittiva antimafia nei confronti di una delle società interessata all’appalto. La “Gentile Ambiente spa” con sede a Casoria, infatti, è stata raggiunta da un’informativa antimafia ostativa da parte della Prefettura di Napoli. Un provvedimento già caricato e visibile nella Banca dati nazionale Antimafia.

L’importo complessivo degli interventi è di circa 17 milioni di euro, frutto di un accordo quadro – siglato nell’ottobre del 2020 – tra Regione Sicilia e ministero dell’Ambiente sulle bonifiche dei grandi siti inquinati, su progetto redatto dall’Ufficio tecnico comunale. Oltre alla “Gentile Ambiente”, nell’associazione temporanea di imprese c’è la Rem (si era sfilata una terza impresa, la Lab. Studio Chimico Ambientale).

La novità dell’interdittiva antimafia per una delle imprese è subito balzata agli occhi dei funzionari del Comune di Biancavilla. Interpellato da Biancavilla Oggi, il sindaco Antonio Bonanno fa sapere che «l’amministrazione comunale si è già attivata per avviare le procedura di esclusione della ditta dai lavori».

Semplice a dirlo, più tortuoso il percorso che potrebbe essere tracciato dagli eventi. Il rischio concreto è che l’appalto venga messo in secondo piano rispetto a carte bollate, ricorsi e sospensive, pregiudicando l’effettivo avvio e svolgimento della bonifica. Che il progetto del polmone verde di monte Calvario resti sulla carta, imbrigliato nei reticolati della giustizia amministrativa, è uno scenario possibile.

Le contromosse dell’impresa

D’altra parte, la “Gentile Ambiente” ha immediatamente attivato tutte le azioni giurisdizionali necessarie a fronteggiare gli effetti di una misura che considera illegittima.

A farlo sapere sono il presidente del Consiglio di Amministrazione della società, Giovanni Gentile, e l’avv. Lorenzo Lentini. L’impresa napoletana ha presentato già ricorso con istanza di sospensione cautelare presso il Tar della Campania «contestando il difetto assoluto del presupposto e la non idoneità dei fatti segnalati». Il Tar discuterà nella Camera di Consiglio prevista per il 17 aprile.

Altra istanza è stata presentata al Tribunale di Napoli – Servizio Misure di Prevenzione per la nomina di un controllore giudiziario «che a fronte della terzietà della società rispetto a contesti di tipo mafioso, consenta la prosecuzione vigilata dell’attività di impresa».

«L’altra ditta proceda nei lavori»

Se l’intento dell’impresa è quello di invitare la stazione appaltante a «soprassedere da qualsiasi provvedimento pregiudizievole di carattere definitivo», a Biancavilla si guarda avanti, puntando ad escludere la ditta napoletana.

«È stata effettuata – ci dice il sindaco Bonanno – una sorta di verifica preliminare nei confronti della mandataria (la Rem, ndr) per capire se questa ha tutti i requisiti per procedere nei lavori senza l’altra. Riteniamo che questo sia possibile. Certo, un’interdittiva antimafia che arriva dopo due anni è un’anomalia per i lavori pubblici e non è normale che arrivi ad appalto già assegnato».

L’appalto per la bonifica di monte Calvario riguarda la messa in sicurezza dell’intera area (dagli agli ’50 e fino al 1998 luogo di estrazione e produzione di materiale destinato all’edilizia). L’opera finale è la realizzazione di un parco verde. Alla base dei lavori, l’incapsulamento delle fibre di fluoroedenite (minerale naturale assimilabile all’amianto) che qui si trovano sotto forma di venature nelle rocce laviche. Fibre diffuse in tutto il paese e nelle sue costruzioni edili, tali da avere provocato decine di morti per mesotelioma pleurico.

La lievitazione dei costi

Un precedente intoppo, dopo l’assegnazione dell’appalto, si era verificato quando l’impresa Rem aveva avanzato la richiesta di una serie di aggiornamenti, a partire dai costi dei materiali che nel frattempo sono aumentati.

Tutte questioni che hanno portato l’impresa e il Comune davanti al Collegio Consultivo Tecnico (presieduto dal prof. Antonio Saitta).

L’organismo si è espresso a febbraio in modo favorevole alla linea del Comune, che aveva sollecitato l’impresa a procedere nei lavori. Adesso, però, la vicenda che riguarda la “Gentile Ambiente” appare parecchio più complessa e delicata.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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