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Il Papa vuole l’Icona in Vaticano: tutto sfumato per trame oscure?

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Festa Madonna dell'Elemosina 3

La sacra icona all’uscita della chiesa madre

Il quadro di M. Ss. dell’Elemosina scelto da Francesco per essere esposto in mondovisione, l’8 dicembre, durante l’apertura della Porta Santa. Tutto era pronto, ma poi tutto è stato annullato. Il prevosto: «Questioni di sicurezza». I devoti: «C’è chi in diocesi ha remato contro».

 

di Vittorio Fiorenza

La preziosa Icona bizantina della Madonna dell’Elemosina, venerata a Biancavilla, scelta da Papa Francesco per essere esposta in mondovisione in Vaticano, la mattina dell’8 dicembre, per l’apertura della Porta Santa. Tutto era stato preparato nei dettagli: il quadro, che secondo la tradizione sarebbe stato portato alla fine del ‘400 dai profughi greco-albanesi fondatori di Biancavilla, sarebbe dovuto arrivare sotto scorta a piazza San Pietro lunedì mattina. Invece, niente. Tutto annullato.

Le ragioni? Ufficialmente si parla di generiche questioni di sicurezza. Tra i devoti biancavillesi, invece, si susseguono le voci di presunti complotti, trame e invidie che da ambienti diocesani avrebbero fatto sfumare l’occasione di una proiezione planetaria dell’immagine della protettrice di Biancavilla. I fedeli biancavillesi sono passati così da un acuto entusiasmo ad una fortissima delusione. Viaggio fallito in extremis: erano pronte persino le note storiche sull’icona e sull’immagine sacra che dovevano essere consegnate in Vaticano alla stampa internazionale.

«Avevo già provveduto a tutti i dettagli del trasporto –dice il prevosto, padre Pino Salerno– ma ci è stato spiegato che Roma è blindatissima e che entrare fino in Vaticano avrebbe significato sfidare una serie di misure di sicurezza. Per aspetti tecnici non è possibile più portare la nostra Icona. Noi obbediamo. Dobbiamo essere sereni e grati comunque per la scelta del Papa. Chi parla di complotti e invidie è solo arrabbiato e deluso. Le ragioni sono tecniche, non ce ne sono altre».

Era stato mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, a proporre al Papa una serie di immagini sacre da esporre per l’apertura della Porta Santa. Francesco non ha avuto esitazioni: con il proprio dito ha indicato l’icona della Madonna dell’Elemosina, che rappresenta la Madre della Misericordia, il tema del Giubileo. Ma quella icona, in televisione, non la vedremo.

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Il manifesto, realizzato da Giovanni Stissi, che avrebbe dovuto celebrare l’evento

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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4 Commenti

4 Commenti

  1. non capisco

    4 Dicembre 2015 at 12:52

    ▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬ஜ۩۞۩ஜ▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬
    Who’s watching this is November?
    ▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬ஜ۩۞۩ஜ▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬

    • gianfranco

      5 Dicembre 2015 at 8:49

      al di là del titolo inglese, potresti essere più chiaro?
      grazie

  2. Dino

    4 Dicembre 2015 at 12:34

    Apparte il valore religioso, indiscutibile, ma che occasione ha perso il nostro Paese??

  3. Gianfranco

    4 Dicembre 2015 at 10:48

    Peccato davvero, persa una magnifica opportunità per la visibilità di Biancavilla!!

    Ho la sensazione (ribadisco sensazione), che sul mancato viaggio verso Roma per l’esposizione dell’Icona, sia stata fornita una motivazione debole, quasi poco convincente: se, com’è stato scritto, il Papa ha indicato quell’Icona, la sponsorizzazione era sostenuta da Mons.Rino Fisichella (che immagino avesse la condivisione delle Autorità ecclesiastiche romane), c’erano solidi condizioni per superare anche le misure di sicurezza che per ovvi motivi sono ancora più rigorose in questo periodo (senza bisogno che ci spieghino che Roma e il Vaticano sono blindatissimi!).

    Sinceramente spero di sbagliarmi e ricevere qualche risposta esauriente priva di pettegolezzi o per sentito dire; credo sia doveroso verso i concittadini.

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Bonifica anti-amianto, nuovo inghippo: interdittiva antimafia ad un’impresa

Il parco verde di monte Calvario rischia di imbrigliarsi in un reticolato di ricorsi e sospensive

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© Foto Biancavilla Oggi

Ancora un diversivo nell’iter della bonifica dell’area di monte Calvario a Biancavilla. Il taglio del nastro risale al febbraio 2023, eppure gli interventi di risanamento e creazione di un parco urbano – al di là del monitoraggio ambientale preliminare già ultimato – attendono di essere avviati.

Adesso – come è in grado di raccontare Biancavilla Oggi – l’ultimo intoppo riguarda un provvedimento di interdittiva antimafia nei confronti di una delle società interessata all’appalto. La “Gentile Ambiente spa” con sede a Casoria, infatti, è stata raggiunta da un’informativa antimafia ostativa da parte della Prefettura di Napoli. Un provvedimento già caricato e visibile nella Banca dati nazionale Antimafia.

L’importo complessivo degli interventi è di circa 17 milioni di euro, frutto di un accordo quadro – siglato nell’ottobre del 2020 – tra Regione Sicilia e ministero dell’Ambiente sulle bonifiche dei grandi siti inquinati, su progetto redatto dall’Ufficio tecnico comunale. Oltre alla “Gentile Ambiente”, nell’associazione temporanea di imprese c’è la Rem (si era sfilata una terza impresa, la Lab. Studio Chimico Ambientale).

La novità dell’interdittiva antimafia per una delle imprese è subito balzata agli occhi dei funzionari del Comune di Biancavilla. Interpellato da Biancavilla Oggi, il sindaco Antonio Bonanno fa sapere che «l’amministrazione comunale si è già attivata per avviare le procedura di esclusione della ditta dai lavori».

Semplice a dirlo, più tortuoso il percorso che potrebbe essere tracciato dagli eventi. Il rischio concreto è che l’appalto venga messo in secondo piano rispetto a carte bollate, ricorsi e sospensive, pregiudicando l’effettivo avvio e svolgimento della bonifica. Che il progetto del polmone verde di monte Calvario resti sulla carta, imbrigliato nei reticolati della giustizia amministrativa, è uno scenario possibile.

Le contromosse dell’impresa

D’altra parte, la “Gentile Ambiente” ha immediatamente attivato tutte le azioni giurisdizionali necessarie a fronteggiare gli effetti di una misura che considera illegittima.

A farlo sapere sono il presidente del Consiglio di Amministrazione della società, Giovanni Gentile, e l’avv. Lorenzo Lentini. L’impresa napoletana ha presentato già ricorso con istanza di sospensione cautelare presso il Tar della Campania «contestando il difetto assoluto del presupposto e la non idoneità dei fatti segnalati». Il Tar discuterà nella Camera di Consiglio prevista per il 17 aprile.

Altra istanza è stata presentata al Tribunale di Napoli – Servizio Misure di Prevenzione per la nomina di un controllore giudiziario «che a fronte della terzietà della società rispetto a contesti di tipo mafioso, consenta la prosecuzione vigilata dell’attività di impresa».

«L’altra ditta proceda nei lavori»

Se l’intento dell’impresa è quello di invitare la stazione appaltante a «soprassedere da qualsiasi provvedimento pregiudizievole di carattere definitivo», a Biancavilla si guarda avanti, puntando ad escludere la ditta napoletana.

«È stata effettuata – ci dice il sindaco Bonanno – una sorta di verifica preliminare nei confronti della mandataria (la Rem, ndr) per capire se questa ha tutti i requisiti per procedere nei lavori senza l’altra. Riteniamo che questo sia possibile. Certo, un’interdittiva antimafia che arriva dopo due anni è un’anomalia per i lavori pubblici e non è normale che arrivi ad appalto già assegnato».

L’appalto per la bonifica di monte Calvario riguarda la messa in sicurezza dell’intera area (dagli agli ’50 e fino al 1998 luogo di estrazione e produzione di materiale destinato all’edilizia). L’opera finale è la realizzazione di un parco verde. Alla base dei lavori, l’incapsulamento delle fibre di fluoroedenite (minerale naturale assimilabile all’amianto) che qui si trovano sotto forma di venature nelle rocce laviche. Fibre diffuse in tutto il paese e nelle sue costruzioni edili, tali da avere provocato decine di morti per mesotelioma pleurico.

La lievitazione dei costi

Un precedente intoppo, dopo l’assegnazione dell’appalto, si era verificato quando l’impresa Rem aveva avanzato la richiesta di una serie di aggiornamenti, a partire dai costi dei materiali che nel frattempo sono aumentati.

Tutte questioni che hanno portato l’impresa e il Comune davanti al Collegio Consultivo Tecnico (presieduto dal prof. Antonio Saitta).

L’organismo si è espresso a febbraio in modo favorevole alla linea del Comune, che aveva sollecitato l’impresa a procedere nei lavori. Adesso, però, la vicenda che riguarda la “Gentile Ambiente” appare parecchio più complessa e delicata.

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