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La “favola” delle commissioni, uno scandalo da prima pagina

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Domenica, 10 Giugno 2007: «Blitz dei Cc al Municipio», titolava il quotidiano “La Sicilia”, in un articolo di Vittorio Fiorenza, che dava conto del sequestro dei verbali degli organismi consiliari, elemento d’avvio dell’inchiesta sulle “Commissioni bluff”, conclusasi in questi giorni con la prescrizione di otto degli indagati. In quello stesso giorno, in prima pagina, sulla notizia veniva pubblicato anche un commento di Antonello Piraneo, capo servizio della cronaca di Catania. Commento dal titolo «La “favola” delle commissioni consiliari», ancora oggi attuale. Ve lo riproponiamo qui.

L’auto blu e il traffico telefonico pressoché illimitato, certo. Le indennità e i gettoni, anche. E le missioni all’estero, perché scrutando il mappamondo ci sarà pur sempre una città con annessa sagra nella quale promozionare qualcosa. Ma alla voce “costi” il dizionario della politica è costretto a dilungarsi, ricomprendendo, per esempio, le commissioni consiliari che fanno scattare l’agognato gettone, laddove non sia prevista l’indennità fissa, e soprattutto il giorno di permesso (retribuito) dal lavoro, a prescindere dalla durata della seduta, se non ci si è messi in aspettativa.

Permesso doppio, peraltro, se i lavori proseguono oltre la mezzanotte. E siccome di Cenerentola ce n’è stata una e una soltanto, i lavori d’aula spesso tracimano oltre le 24, anche perché tanto l’auto (fors’anche blu) non si farà zucca. E siccome questa non è una favola, ecco che può infine accadere che i carabinieri salgano i gradini di un Municipio e portino via la documentazione relativa ai lavori consiliari addirittura degli ultimi quattro anni.

Proprio quello che è accaduto a Biancavilla, dove adesso s’indaga sulla “giungla” di sedute di commissioni: tutte utili, tutte necessarie? E non è un pesante costo sociale un dipendente in permesso anche per una seduta “mordi e fuggi”?

Solo occasionalmente il suono della “sveglia” che ci fa riaprire gli occhi sui possibili usi e abusi della politica arriva da Biancavilla. E certo non è qualunquismo chiedere maggiore rigore etico a chi siede su uno scranno, quale che sia. Soffia forte il vento dell’antipolitica e della “non politica” e il motivo risiede anche in verbali che raccontano di sedute piene di nulla.

(Tratto da “La Sicilia” del 7 giugno 2007)

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«Nel ricordo di Borsellino, l’impegno è combattere la mentalità mafiosa»

Ci scrive l’assessore Vincenzo Randazzo: una riflessione su via D’Amelio che riguarda Biancavilla

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Gentile direttore di Biancavilla Oggi,

oggi si ricorda la tragica morte del giudice Paolo Borsellino e di cinque agenti della sua scorta, tra i quali una donna. L’amministrazione comunale ha organizzato una fiaccolata che da Villa delle Favare giungerà a Piazza Falcone e Borsellino. A questa iniziativa partecipano, oltre alle diverse associazioni di volontariato, anche i ragazzi e i giovani dei diversi Grest. Una manifestazione importante per condividere il ricordo di uno degli eventi più tragici della storia italiana e caratterizzata dalla seria e concreta lotta contro il sistema mafioso, ma soprattutto contro la sua mentalità.

Ecco il punto: il messaggio di Paolo Borsellino e il suo volontario sacrificio hanno dell’attualità ancora un valore? Le nuove generazioni li recepiscono? Qualche dubbio mi sorge se guardo ai modelli sociali e culturali prevalenti: individualismo esasperato, esagerata messa in mostra di atteggiamenti malandrineschi, menefreghismo, esibizione del proprio desiderio di dominio, farsi ragione con la violenza… Appunto, mentalità mafiosa, che non poche volte determina risse.

Tutto questo rende vano quanto Paolo Borsellino ha cercato di insegnare e la cosa che amareggia di più è considerare un fesso il giudice palermitano. E come lui, fessi Falcone, Chinnici, Impastato, Don Puglisi, Livatino, Fava… E tanti che nel combattere la mafia sono caduti. Perdoni, direttore, il mio sfogo, ma tanto tanto tanto è il lavoro che va fatto. Come Amministrazione, certamente. Ma anche come famiglie, come istituzioni in senso lato, come scuola, come gruppi di volontariato… l’obiettivo è contrastare la mentalità mafiosa.

VINCENZO RANDAZZO, Assessore comunale

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