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Cultura

Stazione di Biancavilla, ore 9.24: fermata della “littorina della cultura”

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Partenza dalla stazione Borgo di Catania. Biancavilla, ore 9.24: prima fermata della “Littorina della cultura”. Poi, proseguirà con altre fermate di 10-15 minuti ciascuna ad Adrano, Bronte, Randazzo, Solicchiata, Linguaglossa, Piedimonte Etneo, Mascali, Giarre e Riposto, con arrivo fissato alle ore 13.49.

È l’iniziativa legata, per il 23 aprile, alla “Giornata mondiale del libro”. Un treno speciale della Ferrovia Circumetnea raggiungerà i paesi attorno al Vulcano con a bordo un centinaio di passeggeri appassionati della lettura. Ci saranno soprattutto loro, gli studenti che hanno partecipato al concorso letterario “Storie sotto il vulcano”, indetto lo scorso dicembre da “Giuseppe Maimone Editore”.

La manifestazione aderisce al progetto nazionale #ioleggoperché, promosso dall’Associazione Italiani Editori per diffondere l’amore per il libro.

A bordo della littorina viaggeranno anche i “Messaggeri”, ossia i lettori appassionati che vogliono condividere con gli altri l’amore per la lettura. Alle scuole che hanno aderito, saranno affidati i libri della collana speciale #ioleggoperché, distribuiti a bordo della “Littorina della cultura” e ad ogni fermata.

Durante il viaggio, alcuni autori della casa editrice “Giuseppe Maimone Editore” proporranno letture ad alta voce, mentre gli studenti sono invitati a scrivere le citazioni dei loro libri preferiti sui foglietti post-it ed essere apposti sui totem di #ioleggoperché, diventando parte integrante della installazione itinerante sulla littorina!

A Biancavilla, per questa giornata, anche il Centro studi “Luigi Sturzo” ha promosso un ricco programma di iniziative con il coinvolgimento di scuole, bar, pub e soprattutto giovani.

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Cultura

Il maestro di fotografia Giuseppe Leone e il prezioso “lascito” per Biancavilla

La scomparsa all’età di 88 anni, il ricordo dell’ex assessore alla Cultura nella Giunta Manna

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È scomparso a Ragusa, all’età di 88 anni Giuseppe Leone, uno degli ultimi grandi interpreti della fotografia in Sicilia. Una figura originale di fotoreporter che ha raccontato l’Isola, il suo paesaggio, il mondo contadino, la condizione della donna ma anche la cultura: era amico di Leonardo Sciascia, Vincenzo Consolo, Gesualdo Bufalino. Nel 1997 dedicò diversi scatti anche a Biancavilla, su invito dell’allora assessore alla Cultura per la realizzazione del calendario del Comune. Oggi quella pubblicazione cartacea ha valore di opera d’arte. Di seguito, per Biancavilla Oggi, il ricordo di Nino Longo.

Al tempo in cui ero assessore alla Cultura della prima sindacatura di Pietro Manna, seguivo con una certa passione delle riviste di fotografia come “Reflex Progresso fotografico” e “Zoom “. In esse avevo letto un servizio su Giuseppe Leone e di una sua pubblicazione sull’architettura barocca nella Sicilia sudorientale. Avendo progettato di realizzare un Calendario sui Beni Culturali nel nostro Comune, mi venne l’idea di contattare il nostro famoso fotografo per proporgli il lavoro.

L’Ufficio riuscì a contattarlo e gli demmo un appuntamento. Lui venne e si mise a disposizione, mettendo alcune condizioni. Non ricordo la sua richiesta   in ordine al suo onorario, ma esso non fu particolarmente oneroso. Le condizioni da lui poste furono che le foto fossero in bianco e nero e che la scelta dei soggetti fotografici fosse solo sua e non sulla base delle richieste dell’Amministrazione. Lui poi venne a Biancavilla e andò in giro da solo, anche di notte.

La sua attenzione fu posta su diversi angoli del paese e soprattutto sulla “materia” della pietra lavica, su scorci architettonici e su semplici personaggi che si trovavano a passare casualmente o sostavano in certi angoli. Oltre alla “materia” il suo “occhio fotografico” si soffermava sugli effetti del chiaro/scuro e sulla “semplicità” dei soggetti umani.

Così noi scoprimmo il particolare effetto di certe immagini che avevamo sotto gli occhi ma che non avevamo “veramente visto”. Ed ecco il signor Torrisi sotto l’arco di San Giusippuzzu, le devote davanti “u Tareddu” di via Mongibello, il monello davanti all’arco di via Brescia, i confrati all’accompagnamento funebre, il suonatore di ciaramella. Ma anche in lontananza la chiesetta dell’eremo di Badalato, con l’enorme mole dell’Etna, i vecchi mulini ad acqua di Rollo, il basolato di via Innessa, di via Tutte Grazie, via preside Caruso, il portale della chiesa di Sant’Orsola.

Ne è venuta fuori una città antica ma vissuta, i cui personaggi si inserivano nell’insieme dei paesaggi, con i manufatti in evidenza. La vita vera, non retorica, non celebrativa. I nostri “monumenti” importanti messi da parte.

Il calendario è piaciuto a tutti; è andato anche all’estero. Qualche foto è stata esposta anche a New York, mi dicono. Molti cittadini, nel tempo, hanno riproposto alcune immagini, senza neanche sapere che erano parte di un calendario del comune di Biancavilla del 1997.

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