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Licenziamenti o stipendi da fame Netturbini sul piede di guerra

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Uno scenario che potrebbe ripetersi nei prossimi giorni

Dopo diversi mesi di stallo, ancora nessuna intesa per il passaggio degli operatori ecologici Dusty alla nuova ditta vincitrice dell’appalto. Quattro giorni di assemblee di Cgil e Uil. Previsti disservizi nella raccolta dei rifiuti.

di Vittorio Fiorenza

Il rischio di rivedere, nei prossimi giorni, cumuli di immondizia in strada è concreto. Certo è che per tutta questa settimana il servizio di raccolta di rifiuti a Biancavilla subirà disservizi con la conseguenza che in diversi quartieri i sacchetti rimarranno appesi ai balconi.

Gli operatori ecologici della Cgil e della Uil, infatti, saranno impegnati in due distinte giornate di assemblea per discutere la difficile e delicata fase del passaggio del servizio dalla Dusty alla nuova impresa vincitrice dell’appalto. Da mesi, regna lo stallo sulla vicenda. Il servizio finora ha funzionato con continue proroghe. Restano inconciliabili le posizioni tra le organizzazioni sindacali e l’amministrazione Glorioso. La vertenza rischia di riesplodere fragorosamente, visto che le riunioni tenutesi tra le parti all’Ufficio provinciale del Lavoro non hanno portato a punti di incontro.

Da una parte c’è l’esigenza della ditta vincitrice dell’appalto, che, sulla base dei criteri stabiliti nel bando dal Comune, punta all’assunzione di 24 lavoratori della Dusty, lasciandone a casa altri 14. Dall’altra, la protesta di sindacati ed operatori ecologici che non accettano l’eventuale perdita del posto di lavoro con principi sindacali che si ritengono calpestati.

Ci potrebbe essere -è la preoccupazione che trapela tra i netturbini- una via di mezzo, ovvero salvare tutto l’organico attuale delle 38 unità, a condizione che tutti accettino contratti part time. Una possibilità che, secondo i lavoratori, rappresenta «un insulto alla dignità delle persone, visto che questo comporterebbe stipendi da 800 euro mensili, cioè stipendi da fame che non ci consentirebbero di mantenere le nostre famiglie».

Si comincia, quindi, dalle assemblee (domani e dopodomani tocca alla Uil, venerdì e sabato tocca agli iscritti della Cgil). Non si esclude, poi, la proclamazione dello stato di agitazione e quindi scioperi e proteste.

L’assenza di un rappresentante del Comune di Biancavilla nell’ultima riunione all’Ufficio provinciale del Lavoro è stata interpretata dai sindacati come un diniego dell’amministrazione Glorioso a proseguire il dialogo e a restare fermi sulla stessa posizione. Da qui, la richiesta di un incontro in prefettura, ancora da fissare. Ma è soltanto un passaggio formale. Nessuna delle due parti sembra disposta ad indietreggiare: una condizione che non promette nulla di buono, in termini sindacali, per arrivare ad una soluzione condivisa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Bonifica anti-amianto, nuovo inghippo: interdittiva antimafia ad un’impresa

Il parco verde di monte Calvario rischia di imbrigliarsi in un reticolato di ricorsi e sospensive

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© Foto Biancavilla Oggi

Ancora un diversivo nell’iter della bonifica dell’area di monte Calvario a Biancavilla. Il taglio del nastro risale al febbraio 2023, eppure gli interventi di risanamento e creazione di un parco urbano – al di là del monitoraggio ambientale preliminare già ultimato – attendono di essere avviati.

Adesso – come è in grado di raccontare Biancavilla Oggi – l’ultimo intoppo riguarda un provvedimento di interdittiva antimafia nei confronti di una delle società interessata all’appalto. La “Gentile Ambiente spa” con sede a Casoria, infatti, è stata raggiunta da un’informativa antimafia ostativa da parte della Prefettura di Napoli. Un provvedimento già caricato e visibile nella Banca dati nazionale Antimafia.

L’importo complessivo degli interventi è di circa 17 milioni di euro, frutto di un accordo quadro – siglato nell’ottobre del 2020 – tra Regione Sicilia e ministero dell’Ambiente sulle bonifiche dei grandi siti inquinati, su progetto redatto dall’Ufficio tecnico comunale. Oltre alla “Gentile Ambiente”, nell’associazione temporanea di imprese c’è la Rem (si era sfilata una terza impresa, la Lab. Studio Chimico Ambientale).

La novità dell’interdittiva antimafia per una delle imprese è subito balzata agli occhi dei funzionari del Comune di Biancavilla. Interpellato da Biancavilla Oggi, il sindaco Antonio Bonanno fa sapere che «l’amministrazione comunale si è già attivata per avviare le procedura di esclusione della ditta dai lavori».

Semplice a dirlo, più tortuoso il percorso che potrebbe essere tracciato dagli eventi. Il rischio concreto è che l’appalto venga messo in secondo piano rispetto a carte bollate, ricorsi e sospensive, pregiudicando l’effettivo avvio e svolgimento della bonifica. Che il progetto del polmone verde di monte Calvario resti sulla carta, imbrigliato nei reticolati della giustizia amministrativa, è uno scenario possibile.

Le contromosse dell’impresa

D’altra parte, la “Gentile Ambiente” ha immediatamente attivato tutte le azioni giurisdizionali necessarie a fronteggiare gli effetti di una misura che considera illegittima.

A farlo sapere sono il presidente del Consiglio di Amministrazione della società, Giovanni Gentile, e l’avv. Lorenzo Lentini. L’impresa napoletana ha presentato già ricorso con istanza di sospensione cautelare presso il Tar della Campania «contestando il difetto assoluto del presupposto e la non idoneità dei fatti segnalati». Il Tar discuterà nella Camera di Consiglio prevista per il 17 aprile.

Altra istanza è stata presentata al Tribunale di Napoli – Servizio Misure di Prevenzione per la nomina di un controllore giudiziario «che a fronte della terzietà della società rispetto a contesti di tipo mafioso, consenta la prosecuzione vigilata dell’attività di impresa».

«L’altra ditta proceda nei lavori»

Se l’intento dell’impresa è quello di invitare la stazione appaltante a «soprassedere da qualsiasi provvedimento pregiudizievole di carattere definitivo», a Biancavilla si guarda avanti, puntando ad escludere la ditta napoletana.

«È stata effettuata – ci dice il sindaco Bonanno – una sorta di verifica preliminare nei confronti della mandataria (la Rem, ndr) per capire se questa ha tutti i requisiti per procedere nei lavori senza l’altra. Riteniamo che questo sia possibile. Certo, un’interdittiva antimafia che arriva dopo due anni è un’anomalia per i lavori pubblici e non è normale che arrivi ad appalto già assegnato».

L’appalto per la bonifica di monte Calvario riguarda la messa in sicurezza dell’intera area (dagli agli ’50 e fino al 1998 luogo di estrazione e produzione di materiale destinato all’edilizia). L’opera finale è la realizzazione di un parco verde. Alla base dei lavori, l’incapsulamento delle fibre di fluoroedenite (minerale naturale assimilabile all’amianto) che qui si trovano sotto forma di venature nelle rocce laviche. Fibre diffuse in tutto il paese e nelle sue costruzioni edili, tali da avere provocato decine di morti per mesotelioma pleurico.

La lievitazione dei costi

Un precedente intoppo, dopo l’assegnazione dell’appalto, si era verificato quando l’impresa Rem aveva avanzato la richiesta di una serie di aggiornamenti, a partire dai costi dei materiali che nel frattempo sono aumentati.

Tutte questioni che hanno portato l’impresa e il Comune davanti al Collegio Consultivo Tecnico (presieduto dal prof. Antonio Saitta).

L’organismo si è espresso a febbraio in modo favorevole alla linea del Comune, che aveva sollecitato l’impresa a procedere nei lavori. Adesso, però, la vicenda che riguarda la “Gentile Ambiente” appare parecchio più complessa e delicata.

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