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La creazione di sei aree tematiche per bonificare monte Calvario

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© Foto Biancavilla Oggi

La bonifica di tutta la zona di monte Calvario, da cui si è diffusa la fibra minerale della fluoroedenite e ha avuto origine quell’inquinamento di tipo ambientale che ha causato i morti per mesotelioma pleurico, passa attraverso la sua naturalizzazione. Ma nel progetto che l’Ufficio Tecnico Comunale sta elaborando e che Biancavilla Oggi ha visionato, sono previste anche zone ludiche, un anfiteatro, percorsi vita. E anche un itinerario di Via Crucis, una sorta di riproposizione del percorso di tabernacoli che, a quanto pare, era stato creato dagli albanesi, fondatori del paese. Da qui, il nome di “Monte Calvario”. L’intero progetto conta sei aree tematiche.

Area per energia alternativa

Prevista l’installazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, quali il solare fotovoltaico e il minieolico, nella parte nord-est dell’intera area di cava. Morfologicamente l’area si presenta con tratti estesi pianeggianti, con terrazzamenti, scarpate a forte pendenza ed è ora caratterizzata da terreno naturale incolto con presenza diffusa di erbacce e sterpaglie. Per la bonifica ed il ripristino ambientale, si adotterà, come nelle altre aree, la tecnica della sopracopertura estesa per 60mila metri quadrati.

Area con itinerari di via Crucis

L’intervento mira al recupero della cultura religiosa e delle tradizioni locali con riferimento ai tabernacoli e ad un itinerario della Passione di Cristo, che un tempo sarebbero stati presenti in questa zona (da cui “Monte Calvario”) e che si farebbero risalire all’epoca degli albanesi, fondatori del paese. L’area è quella ad ovest dell’intera area di cava e morfologicamente si presenta con tratti pianeggianti, con terrazzamenti e scarpate. Qui è prevista la posa di terreno granulare per la formazione del percorso della “Via Crucis” e la realizzazione di 15 “stazioni”, raffiguranti le fasi della “Passione e Morte di Cristo” con altarini in muratura in pietra lavica.

Area con i percorsi di escavazione

Si trovano qui i fronti di cava, da cui si sono prodotti materiali destinati all’edilizia, fino all’ordinanza del sindaco Pietro Manna del 1998 che ne decretò la chiusura. Previsti pavimentazione in pietra lavica dei percorsi ed aree antistanti le attrezzature utilizzate per le attività di cava, secondo la tipologia del tempo, recinzioni in legno o materiali riciclabili, illuminazione fotovoltaica, quinte alberate e specie arboree ed arbustive autoctone.

Area ludica e di svago

La zona è quella a sud-est dell’area di cava, che comprende pure l’ex cava Di Paola e il sito in cui sono stati scaricati i materiali di risulta derivanti da opere di urbanizzazione in paese e dagli scavi per il tunnel della metropolitana della Ferrovia Circumetnea. Prevista, in questa parte, estesa per circa 50mila metri quadrati, la realizzazione di strutture con finalità ludiche, di svago e culturali, quali “percorsi vita”, parchi giochi per bambini, campetto di bocce, anfiteatro, oltre a creare parcheggi e recuperare i fabbricati esistenti.

Area del “geosito”

Nella parte sud-ovest rispetto all’area di cava si pensa di istituire il geosito “Fluoroedenite e Fluoroflogopite”, così come già comunicato all’Assessorato Territorio ed Ambiente. È in quest’area che si trova una parete rocciosa in cui è possibile notare i minerali fibrosi della fluoroedenite, tipici di questo territorio, mai riscontrati nella letteratura scientifica, nella forma naturale, fino all’identificazione avvenuta a Biancavilla e alla classificazione internazionale ad opera del prof. Antonio Gianfagna dell’Università “La Sapienza” di Roma. Per la protezione del “Geosito” si prevede una struttura reticolare intelaiata che coprirà l’intero sviluppo della parete con chiusura ermetica. Tale struttura sarà chiusa ermeticamente con pannelli trasparenti resistenti alle sollecitazioni esterne, al fine di consentire la visibilità, in sicurezza, ai visitatori (esperti, studiosi, turisti, semplici cittadini…).

Area con vegetazione autoctona

Si trova nella parte sudest-ovest rispetto all’area di cava e si estende per 80mila metri quadrati. Qui sono previste piantumazioni con essenze arboree di tipo autoctono quali: querce, tigli, ficus, bagolaro, castagno, pino, abete, ulivo, agrumi, ficodindia ed altre specie mediterranee.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Bonifica anti-amianto, nuovo inghippo: interdittiva antimafia ad un’impresa

Il parco verde di monte Calvario rischia di imbrigliarsi in un reticolato di ricorsi e sospensive

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© Foto Biancavilla Oggi

Ancora un diversivo nell’iter della bonifica dell’area di monte Calvario a Biancavilla. Il taglio del nastro risale al febbraio 2023, eppure gli interventi di risanamento e creazione di un parco urbano – al di là del monitoraggio ambientale preliminare già ultimato – attendono di essere avviati.

Adesso – come è in grado di raccontare Biancavilla Oggi – l’ultimo intoppo riguarda un provvedimento di interdittiva antimafia nei confronti di una delle società interessata all’appalto. La “Gentile Ambiente spa” con sede a Casoria, infatti, è stata raggiunta da un’informativa antimafia ostativa da parte della Prefettura di Napoli. Un provvedimento già caricato e visibile nella Banca dati nazionale Antimafia.

L’importo complessivo degli interventi è di circa 17 milioni di euro, frutto di un accordo quadro – siglato nell’ottobre del 2020 – tra Regione Sicilia e ministero dell’Ambiente sulle bonifiche dei grandi siti inquinati, su progetto redatto dall’Ufficio tecnico comunale. Oltre alla “Gentile Ambiente”, nell’associazione temporanea di imprese c’è la Rem (si era sfilata una terza impresa, la Lab. Studio Chimico Ambientale).

La novità dell’interdittiva antimafia per una delle imprese è subito balzata agli occhi dei funzionari del Comune di Biancavilla. Interpellato da Biancavilla Oggi, il sindaco Antonio Bonanno fa sapere che «l’amministrazione comunale si è già attivata per avviare le procedura di esclusione della ditta dai lavori».

Semplice a dirlo, più tortuoso il percorso che potrebbe essere tracciato dagli eventi. Il rischio concreto è che l’appalto venga messo in secondo piano rispetto a carte bollate, ricorsi e sospensive, pregiudicando l’effettivo avvio e svolgimento della bonifica. Che il progetto del polmone verde di monte Calvario resti sulla carta, imbrigliato nei reticolati della giustizia amministrativa, è uno scenario possibile.

Le contromosse dell’impresa

D’altra parte, la “Gentile Ambiente” ha immediatamente attivato tutte le azioni giurisdizionali necessarie a fronteggiare gli effetti di una misura che considera illegittima.

A farlo sapere sono il presidente del Consiglio di Amministrazione della società, Giovanni Gentile, e l’avv. Lorenzo Lentini. L’impresa napoletana ha presentato già ricorso con istanza di sospensione cautelare presso il Tar della Campania «contestando il difetto assoluto del presupposto e la non idoneità dei fatti segnalati». Il Tar discuterà nella Camera di Consiglio prevista per il 17 aprile.

Altra istanza è stata presentata al Tribunale di Napoli – Servizio Misure di Prevenzione per la nomina di un controllore giudiziario «che a fronte della terzietà della società rispetto a contesti di tipo mafioso, consenta la prosecuzione vigilata dell’attività di impresa».

«L’altra ditta proceda nei lavori»

Se l’intento dell’impresa è quello di invitare la stazione appaltante a «soprassedere da qualsiasi provvedimento pregiudizievole di carattere definitivo», a Biancavilla si guarda avanti, puntando ad escludere la ditta napoletana.

«È stata effettuata – ci dice il sindaco Bonanno – una sorta di verifica preliminare nei confronti della mandataria (la Rem, ndr) per capire se questa ha tutti i requisiti per procedere nei lavori senza l’altra. Riteniamo che questo sia possibile. Certo, un’interdittiva antimafia che arriva dopo due anni è un’anomalia per i lavori pubblici e non è normale che arrivi ad appalto già assegnato».

L’appalto per la bonifica di monte Calvario riguarda la messa in sicurezza dell’intera area (dagli agli ’50 e fino al 1998 luogo di estrazione e produzione di materiale destinato all’edilizia). L’opera finale è la realizzazione di un parco verde. Alla base dei lavori, l’incapsulamento delle fibre di fluoroedenite (minerale naturale assimilabile all’amianto) che qui si trovano sotto forma di venature nelle rocce laviche. Fibre diffuse in tutto il paese e nelle sue costruzioni edili, tali da avere provocato decine di morti per mesotelioma pleurico.

La lievitazione dei costi

Un precedente intoppo, dopo l’assegnazione dell’appalto, si era verificato quando l’impresa Rem aveva avanzato la richiesta di una serie di aggiornamenti, a partire dai costi dei materiali che nel frattempo sono aumentati.

Tutte questioni che hanno portato l’impresa e il Comune davanti al Collegio Consultivo Tecnico (presieduto dal prof. Antonio Saitta).

L’organismo si è espresso a febbraio in modo favorevole alla linea del Comune, che aveva sollecitato l’impresa a procedere nei lavori. Adesso, però, la vicenda che riguarda la “Gentile Ambiente” appare parecchio più complessa e delicata.

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